Gli scienziati sull’ampliare le fasce d’eta per il vaccino anti-influenza: «Sollecita una domanda cui non sarà possibile dare adeguata risposta»
Aumentare l’offerta vaccinale anti-influenza in Italia potrebbe avere un effetto boomerang. Questo il parere del nucleo strategico del Nitag, il Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni. La circolare del ministero della Salute sull’influenza per la stagione 2020-21, pubblicata a giugno, «apre la via a un notevole incremento dell’offerta vaccinale, ampliando le fasce d’età per cui viene indicata l’opportunità di raccomandare la vaccinazione». Ma, contemporaneamente, si «sollecita una domanda cui non sarà possibile dare adeguata risposta, con il rischio di escludere dalla protezione proprio i soggetti che possono maggiormente beneficiarne, ma che sono più difficili da raggiungere».
«Anche l’indicazione generalizzata di anticipare l’inizio della campagna di vaccinazione anti-influenza potrebbe comportare conseguenze sul piano organizzativo ed epidemiologico che occorre attentamente valutare», secondo gli esperti nominati secondo decreto del ministero della Salute nell’ottobre 2018. «Tutto questo – avvertono – potrebbe tradursi in un ulteriore deterioramento della credibilità e dell’autorevolezza del sistema della prevenzione, già messo duramente alla prova nei primi mesi della pandemia».
Il recupero dei ritardi accumulati nei vaccini durante i mesi di emergenza deve essere prioritario. «La pandemia ancora in corso nel nostro Paese – spiega Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni – ha prodotto un significativo rallentamento delle attività di prevenzione vaccinale ordinarie, sia per l’impegno straordinario richiesto agli operatori dei servizi di prevenzione a scapito delle attività degli ambulatori vaccinali, sia per il calo di adesione conseguente al timore di possibili contagi in ambiente sanitario».
Una situazione che rende “urgente e necessaria un’azione di recupero dei ritardi vaccinali, soprattutto per i nuovi nati, per non determinare pericolose riduzioni di copertura soprattutto per le campagne i cui obiettivi di eliminazione e di controllo sono ancora lontani nel nostro Paese”. «L’Organizzazione mondiale della sanità – ribadiscono – ha affermato l’inopportunità di avviare nuove campagne di vaccinazione in corso di pandemia, con l’evidente intento di concentrare le scarse risorse organizzative sul mantenimento dei livelli di prevenzione antecedenti alla pandemia stessa».
Non una bocciatura, ma nemmeno approvata la decisione del ministero. «L’estensione d’offerta suggerita dalla circolare, se adottata in tutto il nostro Paese – si legge nella raccomandazione – potrebbe comportare una serie di criticità che si ritiene opportuno tempestivamente evidenziare, per avviare una appropriata mitigazione dei rischi. L’offerta della vaccinazione anti-influenza a tutte le fasce d’età indicate nella circolare necessiterebbe infatti l’organizzazione di alcuni milioni di sedute vaccinali aggiuntive rispetto a quelle ordinarie. Tale incremento risulta difficilmente ottenibile alla luce di alcune evidenti limitazioni».
Due gli aspetti che andavano sottolineati: «L’aver indicato tra le finalità della vaccinazione anti-influenza la facilitazione della diagnostica differenziale con Covid-19 e il non aver evidenziato i limiti di efficacia che caratterizzano questa vaccinazione rischiano di ingenerare aspettative eccessivamente ottimistiche», avverte il nucleo strategico del Nitag, facendo presente il rischio di un aumento di sfiducia nei confronti del sistema della prevenzione.
Si raccomanda, dunque, che «ogni Regione e Provincia autonoma valuti attentamente le criticità evidenziate prima di considerare eventuali estensioni d’offerta della vaccinazione anti-influenzale; elabori uno specifico piano delle priorità d’offerta, che garantisca la protezione dei gruppi di persone a più elevato rischio e a maggior beneficio potenziale; dia opportuna comunicazione di tali piani in modo da rendere trasparenti i criteri di priorità adottati» e che il «ministero della Salute prepari e diffonda una circolare per ribadire i punti critici sollevati».
«Per il futuro – concludono a proposito delle circolari ministeriali con indicazioni di politica vaccinale – vengano elaborate in largo anticipo rispetto alla tempistica necessaria per un corretto approvvigionamento, previo confronto con le autorità sanitarie regionali (cui consegue l’onere della realizzazione), e siano formulate in modo più diretto, per rendere inequivocabile la comprensione di quali siano gli obiettivi delle campagne e le categorie di soggetti cui sono rivolte». Infine: «Le indicazioni di politica vaccinale vengano elaborate e diffuse nel rispetto delle procedure già indicate dal Piano nazionale vaccini vigente e dalle raccomandazioni dell’Oms, che prevedono una valutazione critica delle evidenze scientifiche disponibili e un’attenta, preventiva considerazione degli aspetti organizzativi e logistici».
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