Secondo l’Istituto Superiore di Sanità sono sufficienti dai 3 ai 6 minuti per annegare, anche perché «un bambino che si trova in difficoltà in acqua non riesce a gridare o a chiedere aiuto»
Sorvegliare costantemente i bambini in acqua è la prima regola, visto che l’annegamento è tra le prime 10 cause di decesso tra i bimbi. Anche seguire semplici accorgimenti può essere fondamentale per prevenire incidenti: recintare le piscine; coprirle con un telo quando non si usano e togliere tutti i giocattoli; far indossare le cuffie. Sono alcuni dei consigli che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), nell’ambito delle attività di prevenzione dell’Osservatorio per una strategia nazionale di prevenzione degli annegamenti ed incidenti in acque di balneazione del Ministero della Salute, ha inserito in un opuscolo con una serie di regole e consigli per trascorrere una giornata in piscina in serenità e sicurezza.
«Un bambino molto piccolo (fino ai 3-4 anni di età) può trovarsi in difficoltà anche in pochi centimetri d’acqua – avverte l’ISS -. Sono sufficienti dai 3 ai 6 minuti per annegare», anche considerando che «un bambino che si trova in difficoltà in acqua non riesce a gridare o a chiedere aiuto».
«Vigilare in maniera efficace – precisano gli esperti – significa mantenere un costante contatto visivo e uditivo e trovarsi a portata di mano in caso si debba intervenire. Il tempo che occorre per recuperare il bambino che è sparito dalla nostra visuale può essere fatale. Quelli che possono sembrarci pochi istanti occupati a fare una telefonata, in realtà possono essere minuti. Chiediamo a un altro adulto fidato di mantenere il contatto visivo del bambino se abbiamo urgenza di allontanarci o distrarci anche per pochi attimi».
I bambini molto piccoli (0-5 anni), suggerisce ancora l’Istituto, devono stare in acqua solo con la presenza fisica (in acqua) di un adulto responsabile. «Non si può dare la responsabilità di vigilanza di un bambino a un altro bambino, seppure più grande».
In piscine di strutture sportivo-ricreative «assicurarsi della presenza del bagnino di salvataggio», si legge nelle raccomandazioni dell’ISS. «Non lasciamo i bambini da soli se pensiamo che nei pressi ci possano essere specchi di acqua anche piccoli (piscine, piscine gonfiabili, vasche da bagno, tinozze), o se non si è a conoscenza del territorio circostante, (case adiacenti con piscina, o presenza di canali, pozzi, laghi, fiumi o torrenti), neanche per pochissimo tempo».
«Alcuni annegamenti in tenera età – rimarcano gli esperti – avvengono perché i bambini escono dal proprio giardino o da quello di altri (casa di amici o agriturismo) ed esplorano l’ambiente circostante, all’insaputa degli adulti responsabili».
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