L’avvocato Bana: «Su WeChat falsi vaccini in vendita a 1.500 RMB (300$). Attraverso le mail di phishing si ricevono allegati “trappola” e con lo scam website i criminali si servono di siti web illegali per truffare gli utenti»
Se navigando in rete vi imbattete in parole come “Sinovac” o “Sinpharm” sarà meglio che controlliate l’affidabilità del sito web prima di procedere a qualsiasi click. «Sinovac e Sinpharm sono i nomi di due vaccini falsi, di provenienza cinese – avverte l’avvocato penalista Antonio Bana – in vendita su WeChat a 1.500 RMB (300$). Prodotti nocivi, non approvati da nessun ente regolatorio del farmaco, né in Italia, né in Europa».
Ma i nomi di questi due presunti vaccini sono solo la punta di un iceberg in continua espansione: il dark web, la parte oscura della rete. «Dal mese di novembre ad oggi – continua il penalista – sono 1.062 i nomi di nuovi domini registrati che contengono la parola “vaccino”, 400 dei quali includono anche i termini “Covid” o “Corona”. Numeri che – sottolinea Bana – indicano una proliferazione di siti web dedicati all’argomento, molti dei quali non sicuri».
Comprare i vaccini contraffatti significa mettere a rischio la propria salute e quella dell’economia del settore farmaceutico. Ma anche fermandosi molto prima, senza procedere necessariamente all’acquisto del falso farmaco, è possibile imbattersi in seri danni: basta cliccare sul link sbagliato per mettere a rischio i propri dati personali, compresi quelli bancari.
«Accanto alle già conosciute truffe perpetrare attraverso le mail di phishing – continua il legale – sta prendendo piede il cosiddetto scam website. Nel primo caso si ricevono allegati “trappola” con file denominati “Download Covid 19” o “New Approved Vaccines”, con tanto di logo perfettamente contraffatto, sulla casella della propria posta elettronica. Attraverso lo scam website, invece, i criminali si servono di siti web illegali per truffare gli utenti, utilizzando ad esempio falsi avvisi di sicurezza, omaggi e altri formati ingannevoli che diano un’impressione di legittimità. A completare l’opera c’è il cybersquatting, utilizzato dagli impostori per appropriarsi di nomi di dominio corrispondenti a marchi commerciali, compresi quelli di case farmaceutiche note ed affidabili, o a nomi di personaggi famosi».
Oltre ai falsi vaccini, le forze dell’ordine hanno sgominato anche attività di produzione di certificati contraffatti che attestano la negatività al test per il Covid-19. «Già da diversi mesi l’Europol è sulle tracce di criminali che, stando a quanto accertato finora, agirebbero tra l’aeroporto di Luton in Inghilterra, la Francia e la Spagna, vendendo i test negativi falsificati ad un minino di 40 euro», racconta Bana. I certificati contraffatti, acquistati e spediti online, vengono poi presentati ai controlli aeroportuali, evitando così ai “furbi” passeggeri di sottoporsi ad ulteriori controlli, scampando anche il rischio di un’eventuale quarantena.
In Italia la più recente operazione dei Carabinieri, invece, riguarda il mercato dei farmaci contraffatti. «I Nas hanno sequestrato, nella chinatown milanese, più di 64 mila capsule, medicinali utilizzati in Cina per trattare l’influenza e testati, in abbinamento ad altre terapie, anche per il Covid-19. Ma – sottolinea l’avvocato – la loro vendita nel nostro Paese è del tutto illegale, non avendo ricevuto l’approvazione dell’Aifa».
Intanto il lavoro dell’Europol e dei Nas continua. «Anche in Italia c’è massima allerta: non è escluso che possano arrivare i primi carichi di vaccini contraffatti – dice Bana -. Per questo è necessario intensificare i controlli doganali e aeroportuali. Il fenomeno della contraffazione farmaceutica è insidioso e pericoloso: può creare gravi danni alle aziende ed all’economia e, soprattutto – conclude il penalista -, rischia di minare la salute pubblica, già fortemente provata dalla pandemia».
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