Un particolare fenomeno rilevato dai NAS ha interessato l’indebita erogazione di prestazioni di medicina estetica denominate ‘PRP’ (plasma ricco di piastrine), riscontrate presso alcune cliniche private.
Un blitz dei Nas ha portato alla chiusura di 52 cliniche private e all’accertamento di irregolarità per 172 strutture, pari al 28% degli oltre seicento studi professionali medici, ambulatori e poliambulatori controllati su scala nazionale. Questo il bilancio delle attività di controllo condotte nel corso del 2019 dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministro della Salute, che ha intensificato le verifiche sulla regolarità delle strutture e dei centri privati che erogano prestazioni mediche.
L’attenzione dei Carabinieri dei Nas si è concentrata sulla regolarità delle autorizzazioni e dei requisiti igienico-strutturali; il possesso di titoli abilitativi in relazione alle diverse specializzazioni e la sicurezza nei luoghi di lavoro; la corretta custodia e somministrazione dei medicinali, senza escludere il regolare funzionamento delle apparecchiature medico-diagnostiche e lo smaltimento dei rifiuti sanitari. Le irregolarità riscontrate riguardano principalmente l’esercizio abusivo della professione sanitaria, in particolare odontoiatrica, dalla detenzione di farmaci scaduti di validità e l’erogazione di prestazioni mediche di svariate branche specialistiche in strutture prive di autorizzazione e in locali con carenze igienico-strutturali ed impiantistiche.
Un particolare fenomeno rilevato dai NAS ha interessato l’indebita erogazione di prestazioni di medicina estetica denominate ‘PRP’ (plasma ricco di piastrine), riscontrate presso alcune cliniche private, poliambulatori e anche studi medici odontoiatrici, finalizzate a processi di rigenerazione cellulare con fattori di crescita piastrinici a scopo dermatologico e di ricostruzione maxillo-facciale.Nel corso delle ispezioni, è stato accertato che tale procedura viene attuata illegalmente e senza autorizzazioni mediante il prelievo di sangue dai pazienti per essere reinfuso agli stessi una volta lavorato e concentrato per mezzo di apparecchiature convenzionalmente denominate “centrifughe del sangue”. L’esecuzione di tali fasi di manipolazione del sangue e dei suoi derivati, se condotte in assenza di corretta prassi clinica ed adeguata preparazione, può determinare seri rischi biologici e di infezioni ai pazienti sottoposti ai trattamenti.
Complessivamente sono state contestate 341 violazioni penali ed amministrative, deferendo all’Autorità Giudiziaria 222 medici e professionisti nel settore sanitario, mentre ulteriori 77 sono stati sanzionati per infrazioni amministrative, per un ammontare di 193 mila euro. I NAS hanno sequestrato 1.915 confezioni di medicinali scaduti di validità o defustellati e svariate apparecchiature e dispositivi medici non regolari, per un valore stimato in oltre 103 mila euro.