Il fondatore del“Mario Negri” ha partecipato alla stesura delle linee guida per la nuova governance farmaceutica: «Qualità, efficacia, sicurezza e valore terapeutico aggiunto sono i criteri necessari per la valutazione dei nuovi farmaci»
Ha spento 90 candeline a novembre, 57 anni fa ha fondato l’Istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”. Silvio Garattini, durante la sua carriera di scienziato, ricercatore, medico e docente, ha ricevuto le massime onorificenze dalla comunità scientifica internazionale. Ora, il ministro della Salute, Giulia Grillo, gli ha conferito una medaglia per “il suo infaticabile lavoro al servizio della scienza e del Sistema Sanitario Nazionale”. Tra i suoi più recenti impegni la partecipazione al tavolo tecnico che ha dato vita alle linee guida per la nuova governance farmaceutica italiana.
Ai microfoni di Sanità Informazione il professore Garattini ha illustrato gli obiettivi di questo documento e i metodi più efficaci per l’aggiornamento del sistema che governa l’erogazione dei farmaci a carico del Sistema Sanitario Nazionale. «Oggi i farmaci – ha spiegato Silvio Garattini – sono diventati dei beni di consumo ed è necessario che ritornino ad essere degli strumenti di salute. Per farlo è necessario, innanzitutto, razionalizzare le prescrizioni».
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Completamente da rivedere anche il prontuario dei medicinali rimborsabili: «Il 70% dei farmaci attualmente erogati da SSN – ha spiegato il ricercatore – sono copie di altri medicinali o sono inutili». Il fondatore del “Mario Negri” ha sottolineato che solo per la categoria “antidepressivi” ci sono ben 21 farmaci in elenco, un numero evidentemente elevato per il trattamento di un’unica patologia.
«Sono molte le misure che potrebbero essere applicate per razionalizzare le prescrizioni – ha aggiunto Garattini – . Pensiamo ad esempio alle persone anziane che arrivano ad assumere in un solo giorno anche 15 diversi farmaci. Bisognerebbe dedicare più risorse alla ricerca per stabilire se questo è realmente utile al paziente o se invece, alla fine, diventerà dannoso a causa degli effetti collaterali conseguenti alla somministrazione».
Anche sui nuovi farmaci Silvio Garattini ha le idee molto chiare. «Esistono terapie oncologiche di ultima generazione in grado di ridurre il tumore, ma che non hanno ancora dato prova di aumentare l’aspettativa di vita. Altri nuovi farmaci, invece, come quelli per la cura dell’Epatite C – ha aggiunto – hanno già mostrato sorprendenti risultati».
Ed allora come orientarsi tra le innovazioni? «I farmaci – ha commentato lo scienziato – devono rispondere a quattro specifici criteri: qualità, efficacia, sicurezza e valore terapeutico aggiunto. I nuovi farmaci devono essere meglio di quelli che già ci sono. E se i nuovi sono migliori, allora bisognerà eliminare quelli più vecchi. Invece noi – ha concluso Silvio Garattini – continuiamo a mantenere tutto, il vecchio e il nuovo».