Durante la pandemia, anche tra le diverse difficoltà dovute alla contingenza, gran parte dei cittadini ha percepito la farmacia come un luogo “sicuro” e dove trovare le informazioni utili per affrontare l’emergenza sanitaria
Durante la pandemia, anche tra le diverse difficoltà dovute alla contingenza, gran parte dei cittadini ha percepito la farmacia come un luogo “sicuro” e dove trovare le informazioni utili per affrontare l’emergenza sanitaria. Più di un cittadino su quattro si è rivolto al proprio farmacista di fiducia per avere indicazioni su come comportarsi in caso di sospetto Covid-19; un cittadino su dieci è caduto nella trappola delle fake news e ha ricevuto informazioni utili dal proprio farmacista di fiducia per “smascherarle”. Le farmacie, inoltre, hanno potenziato il servizio di consegna a domicilio e di prenotazione di farmaci e presidi sanitari, attivandosi, pur tra mille difficoltà, per garantire la disponibilità di tutti i prodotti necessari alla popolazione.
Sono alcuni dei dati che emergono dal III Rapporto annuale sulla farmacia, dal titolo “Il ruolo delle farmacie e la loro relazione con i cittadini nell’emergenza Covid-19”, presentato oggi da Cittadinanzattiva in collaborazione con Federfarma e con il contributo incondizionato di Teva. Il Rapporto nasce da un’indagine rivolta alle farmacie e una survey rivolta ai cittadini, realizzate fra luglio e ottobre 2020. Hanno risposto 633 farmacie e 664 cittadini.
Non sono mancate le criticità: alcune farmacie (il 10,4% del campione), spesso quelle più piccole, situate nelle aree in cui si sono registrate maggiori disagi per l’elevato numero di contagi, hanno dovuto lavorare a “battenti chiusi” per garantire la sicurezza degli utenti, dispensando comunque farmaci e prodotti sanitari attraverso uno sportello. Alcune hanno dovuto tagliare servizi a causa dell’emergenza: il 15,6% delle farmacie ha sospeso gli screening, l’8,8% i test/esami diagnostici di base, il 7,9% le prestazioni fornite in farmacia da altri professionisti sanitari.
Durante la fase 1 dell’emergenza, inoltre, il 90% delle farmacie ha avuto difficoltà nell’approvvigionarsi delle mascherine, l’86% di termometri, saturimetri e alcool, il 73% ha registrato carenze di gel disinfettante e il 66% di guanti. Il 44,4% dei cittadini, nella prima fase, ha avuto difficoltà a reperire in farmacia le mascherine a prezzo calmierato.
«Nel nostro Paese la pandemia ha messo particolarmente in luce la fragilità di un sistema sbilanciato sull’ambito ospedaliero rispetto all’assistenza territoriale, il cui potenziamento non è più differibile a partire da nuovi modelli organizzativi cui tutti siamo chiamati a contribuire – commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva –. Pur con le difficoltà che tuttora caratterizzano il contesto operativo, è importante riavviare la sperimentazione della Farmacia dei servizi, a partire dai percorsi formativi necessari per mettere in grado le farmacie di erogare prestazioni aggiuntive di notevole rilevanza sociale e sanitaria, soprattutto a favore dei pazienti più fragili e nell’ottica di superare le diseguaglianze accentuate dalla pandemia. È il caso dei servizi di telemedicina, delle attività di monitoraggio e supporto a favore dei pazienti cronici, anche in modalità di teleconsulto, degli screening di prevenzione, che vanno comunque garantiti per assicurare un adeguato livello di tutela della salute collettiva. Servizi che non possono prescindere dalla messa a regime del Fascicolo Sanitario Elettronico, e più in generale da investimenti per lo sviluppo del digitale».
«Il Rapporto, egregiamente realizzato da Cittadinanzattiva, mette in evidenza la necessità di valorizzare le potenzialità delle farmacie come servizio di prossimità, potenziando le attività di assistenza e supporto alla popolazione e al sistema sanitario nel contesto pandemico – dichiara Marco Cossolo, Presidente di Federfarma –. È necessario, innanzitutto, ampliare la gamma dei medicinali dispensati dalle farmacie, affidando loro la dispensazione dei medicinali normalmente erogati direttamente dalle strutture pubbliche, per agevolare i cittadini, soprattutto anziani malati cronici, nell’accesso alle cure, riducendo gli spostamenti e gli assembramenti nei presidi sanitari pubblici. Le farmacie, inoltre, come hanno dimostrato alcune esperienze locali, possono avere un ruolo attivo nel contrasto alla diffusione del Covid-19, permettendo ai cittadini di effettuare test sierologici o tamponi rapidi. L’altro grande fronte aperto è quello delle vaccinazioni, a partire ovviamente da quella antinfluenzale e antipneumococcica. Anche in questo campo, come avviene in altri Paesi, le farmacie sono a disposizione per ampliare al massimo la copertura vaccinale. I farmacisti si sono dimostrati disponibili a dare il proprio contributo anche su questo terreno, con le dovute garanzie di sicurezza per tutti. È auspicabile – conclude Cossolo – che le Istituzioni colgano questa disponibilità e sfruttino in modo adeguato le potenzialità della rete delle farmacie, creando una sinergia con gli altri operatori, nell’ottica della complementarietà dei ruoli, della collaborazione interprofessionale, della valorizzazione delle specificità e dei punti di forza di ciascuno».
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