«I farmacisti accanto ai cittadini per migliorare l’aderenza terapeutica, tenerli alla larga dalle fake news e contribuire alla digitalizzazione della sanità con il fascicolo elettronico farmaceutico». È così che Andrea Mandelli, presidente Fofi, descrive l’evoluzione del ruolo del farmacista, una funzione cruciale in una società sempre più vecchia e affetta da patologie croniche
Sostenere i malati cronici per migliorare l’aderenza terapeutica, aiutare i cittadini ad orientarsi tra fake news e notizie scientifiche, contribuire alla diffusione della sanità digitale. Sono solo alcuni dei nuovi compiti del farmacista del futuro, un professionista della salute che non si limita a dispensare farmaci, ma contribuisce al benessere della comunità.
È Andrea Mandelli, presidente della Federazione ordini farmacisti italiani (Fofi) a descrivere le fasi di un cambiamento avviato oltre un decennio fa: «Era il 2006 quando la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani ha lanciato un progetto che rivoluzionava la figura del farmacista, facendolo diventare, accanto agli altri colleghi medici e infermieri, un protagonista sul territorio al servizio del cittadino».
«Uno dei nostri più grandi impegni – ha continuato il presidente Fofi – è la farmacia dei servizi. Quante cose possiamo fare in una farmacia, punto di sanità prossimale, con professionisti a disposizione della gente?», ha chiesto Mandelli.
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«Innanzitutto – ha commentato il presidente Fofi, in risposta al suo stesso interrogativo – possiamo contribuire a migliorare l’aderenza terapeutica». Aiutare i cittadini ad assumere tutti i farmaci di cui necessitano nelle dosi e nei tempi corretti non gioverebbe solo alla salute dei malati cronici, ma anche alla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale. «Se ogni cittadino affetto da patologia cronica – ha spiegato Mandelli – avesse un farmacista di fiducia a cui affidarsi per seguire accuratamente la sua terapia, si eviterebbero sia le acutizzazioni della malattia che il ricovero ospedaliero».
Il farmacista potrebbe offrire un importante contributo anche per lo sviluppo della sanità digitale: «Grazie al fascicolo elettronico farmaceutico – ha aggiunto il presidente Fofi – il cittadino potrà essere veramente seguito nella sua storia farmaceutica».
E lo stesso farmacista di fiducia potrebbe diventare un degno sostituto del “dottor Google”. Piuttosto che cercare notizie in rete, il cittadino potrebbe chiedere consiglio agli esperti della farmacia del suo quartiere «per orientarsi tra le informazioni – ha commentato Mandelli – e riuscire a distinguere le notizie vere da quelle assolutamente infondate».
In alcune zone d’Italia tutto questo è già realtà: «Come sempre – ha aggiunto – nel nostro Paese si va un po’ a macchia di leopardo. Ma credo che il finanziamento per far partire la farmacia dei servizi integrato dalla Conferenza Stato-Regioni qualche mese fa potrebbe essere un impulso reale per tramutare la teoria in fatti. Il finanziamento dell’ultima Legge di bilancio è sicuramente una buona base di partenza per fare una sperimentazione reale e per comprendere che forse, in un’Italia un po’ troppo ospedalocentrica, riportare la salute sul territorio è una risposta alla sostenibilità economica ed al benessere dei cittadini».
Ma se i compiti del farmacista mutano, deve cambiare anche il percorso formativo: «Stiamo già lavorando per essere al fianco del farmacista dal punto di vista della formazione, ad esempio con i corsi Ecm (Educazione continua in medicina). Tra le iniziative della Federazione la più rivelante è sicuramente il progetto stipulato con l’Agenas (Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali). Grazie a questa intesa – ha specificato il presidente della Federazione – sarà possibile fare un percorso che non solo dia una mano ai professionisti, ma che sia capace di coinvolgerli anche con una particolare premialità. È un’ottima maniera per creare uno zoccolo duro di conoscenza e di preparazione, un front office compatto – ha concluso Mandelli – sempre a disposizione del cittadino».