Il paziente potrà consultare esami e visionare referti per immagine, mentre il fascicolo sanitario elettronico 2.0 consentirà al Ministero di avere una raccolta dati a fini epidemiologici
È partita dall’ASST Franciacorta la prima sperimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0. Una innovazione digitale che implica importanti interventi tecnici e tempistiche sfidanti che hanno coinvolto diverse figure professionali. La rivoluzione digitale avviata con il PNRR dal Ministero della Salute e affidata a Regione Lombardia, ha trovato nell’ASST Franciacorta il luogo ideale dove decollare.
Pronta sulla rampa di lancio da alcuni mesi, è ufficialmente partita lo scorso 21 marzo. Grande la soddisfazione del commissario straordinario Luigi Cajazzo, impegnato da tempo nel sostenere la necessità di una trasformazione digitale. «Questo lavoro è il frutto di una grande sinergia tra i servizi informatici e il personale medico e sanitario dell’ASST Franciacorta – dice -. Attivata presso il servizio di Radiologia Diagnostica del Presidio Ospedaliero di Chiari sotto la direzione del dottor Stefano Capra, questa formula sarà alla base delle nuove sfide che attendono l’azienda sul fronte dell’innovazione digitale. Due gli obiettivi da raggiungere: per i pazienti di consultare il proprio stato di salute e di visionare referti per immagine sul proprio fascicolo sanitario. Al Ministero la possibilità di effettuare una preziosa raccolta dati a fini epidemiologici».
Scoperto e potenziato durante il periodo Covid, il fascicolo sanitario nella veste attuale è destinato comunque ad andare in “pensione”. Lascerà il passo ad una versione 2.0 decisamente più funzionale che permetterà di conoscere in tempo reale gli esiti di esami e i referti di radiologia diagnostica di un paziente. «Si tratta di una evoluzione del documento presente oggi – spiega l’ingegnere Paolo Rossi dell’ASST Franciacorta impegnato nella sperimentazione -. Siamo passati dunque da un concetto di documento ad uno di dato strutturato. Nel fascicolo ci saranno i documenti, ma integrati da dati che potranno essere lavorati e interrogati a fini epidemiologici».
Ciò che non verrà mai meno però è la tutela della privacy dei pazienti, garantiscono gli esperti. «Sulla sicurezza non ci saranno cambiamenti – puntualizza Rossi – nel senso che questi dati strutturati visibili dal paziente saranno, come oggi, in formato PDF, ma con un ulteriore file XML contenente i dati che verranno utilizzati a fini statistici, senza rivelare le generalità del paziente». Una versione più evoluta dunque sarà in grado di garantire la sicurezza del dato, ma al tempo stesso permetterà al Ministero di avere a disposizione una serie di informazioni utili a fini comparativi per conoscere lo stato di salute dei cittadini. «Il vantaggio inizialmente sarà poco visibile – ammette- ma tra qualche anno all’interno del fascicolo sarà possibile vedere attraverso dei grafici come i valori del paziente cambiano nel tempo o la riproduzione di una risonanza magnetica o di una radiografia fatta in un determinato momento».
Destinato a cambiare da un punto di vista strutturale e grafico con l’implementazione dei servizi, il nuovo Fascicolo Sanitario Elettronico 2.0 potrebbe richiedere un maggior impegno da parte di medici e operatori sanitari. «Invece non è così – puntualizza Rossi -. Se fino a ieri il medico per mettere la firma sul referto utilizzava la tessera SIS (la tessera operatore messa a disposizione in Regione) con un applicativo installato sul suo pc che permetteva la comunicazione con Regione, prossimamente apporrà la firma utilizzando l’ICloud. Il medico scaricherà una app sullo smartphone e apporrà la propria firma digitale con una password e un codice OTP. Quindi di fatto cambierà la modalità di autenticazione: se prima era più immediata, ma possibile solo da pc, oggi, con una app sullo smartphone sarà più funzionale». «L’applicativo è stato studiato in modo che il medico possa anche fare delle firme multiple, dopo aver predisposto tutti i referti. Questo agevolerà il lavoro anche se il carico sarà lievemente maggiore per la quantità di dati da inserire», aggiunge l’Ingegnere Giancarlo Foini, coordinatore del servizio ICT.
I dati immagazzinati in modo strutturato, potranno in futuro diventare una base per delle statistiche epidemiologiche. Questa la grande novità e la sfida per i prossimi traguardi che interesseranno non solo i referti da ambulatorio, ma anche le cartelle cliniche. «L’innovazione sta nell’avere un dato strutturato che potrà essere letto da tool che fanno statistica, mentre fino a ieri questa possibilità non esisteva. Non solo – conclude Foini – Nei prossimi mesi partirà anche la cartella clinica elettronica che verrà pubblicata sul fascicolo sanitario elettronico nazionale. In quel caso la sperimentazione ci vedrà protagonisti insieme ad altre diciannove aziende della Lombardia e coprirà 50 ospedali».
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