Schillaci: “Se guardiamo all’Europa emerge il primato dell’Italia su Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, che hanno prodotti tecnologici meno avanzati del nostro”
Il Fascicolo sanitario elettronico (Fse) “avrà una ricaduta importante sulla vita quotidiana dei cittadini: semplificherà l’accesso ai servizi sanitari e aiuterà a garantire continuità assistenziale ovunque ci si trovi. Il Fse è una delle più grandi sfide portate avanti con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – Missione Salute e ci aiuterà a creare un sistema efficiente, meno costoso e capace di dare risposte tempestive ai bisogni di salute, grazie all’omogeneità e all’interoperabilità dei dati contenuti, garantita su tutto il territorio nazionale. I dati forniti dal Cruscotto di monitoraggio del dipartimento per la Transizione digitale ci dicono che la cultura della sanità digitale sta facendo progressi. Nella maggioranza delle Regioni sul Fse sono già attivi i servizi di base: nell’81% delle Regioni si può scegliere e revocare il medico di famiglia. Nell’81% si possono richiedere o rinnovare le esenzioni, nel 71% si prenotano prestazioni del Ssn, nel 67% si possono anche pagare ticket e prestazioni”. Così il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi a Roma all’evento ‘L’innovazione nel sistema sanitario nazionale – Il Fascicolo sanitario elettronico per modernizzare la sanità’.
“Abbiamo portato avanti un rilevante adeguamento tecnologico, che ha toccato più di mille strutture – fra ospedali e territorio. Ed è stato varato il Piano di formazione rivolto ai professionisti della sanità che entro il 2026 coinvolgerà 666mila operatori – aggiunge -. In questa sfida è essenziale il pieno coinvolgimento sia di tutti gli operatori della sanità, che devono alimentare il Fse e sostenerne un uso diffuso, sia degli stessi cittadini, che devono prendere dimestichezza con lo strumento e comprendere quanto sia importante per loro. È essenziale – precisa il ministro – la collaborazione dei medici, delle strutture sanitarie, dei farmacisti. Per questo, a maggio, è partita una campagna informativa, rivolta sia al personale sanitario e ai cittadini, che si svilupperà ulteriormente nel corso dell’anno”.
Lo sviluppo del Fascicolo sanitario elettronico “non è omogeneo in tutta Italia. Le Regioni partivano da livelli diversi, ma ovunque c’è una crescita – e questo è positivo – un consolidamento di questa innovazione. Ad esempio è al di sopra dell’80% la percentuale di medici di famiglia e pediatri che in un dato periodo hanno effettuato almeno un’operazione sul Fse, ‘operazione’ che può riferirsi anche a una ricetta dematerializzata. Se guardiamo all’Europa – osserva Schillaci – emerge il primato dell’Italia su Francia, Spagna, Germania e Regno Unito, che hanno prodotti tecnologici meno avanzati del nostro. L’Italia è al primo posto nella realizzazione di un FSE diffuso su tutto il territorio, completo di dati e funzionalità per l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari”.
Il Fascicolo sanitario “sta diventando la perla, il traino dell’Italia digitale, che insieme alla telemedicina e alla digitalizzazione delle strutture sanitarie avvicinerà la sanità ai cittadini e favorirà una presa in carico più integrata – ribadisce il ministro – Entro il prossimo anno l’85% dei medici dovrà alimentare il Fse. Ma già adesso quasi il 96% lo utilizza almeno per le prescrizioni. Entro il 2026 tutte le Regioni dovranno usarlo ed entro il 2030 tutti i cittadini dovranno poter accedere ai propri dati. E lo strumento si prepara già ad essere potenziato, con il decreto in lavorazione per il ‘Fse 2.1’, arricchito di contenuti e servizi, come ad esempio i piani terapeutici, la dichiarazione di volontà alla donazione di organi e tessuti, i certificati di idoneità all’attività sportiva”.
“Nel frattempo, stiamo portando avanti un lavoro rilevante per lo scambio transfrontaliero dei dati sanitari con finalità di cura. Chi è in viaggio potrà ottenere i farmaci prescritti in Italia anche in una farmacia di un altro Stato Ue. Arriverà poi l’Ecosistema dei dati sanitari, alimentato con le informazioni del Fse: uno strumento innovativo di raccolta e analisi dei dati, sia con finalità di prevenzione, diagnosi e cura, sia per attività di ricerca, programmazione e governo. Anche su questo abbiamo un primato in Europa. Abbiamo rimesso in moto lo sviluppo del Fse, ma ora dobbiamo correre e ognuno deve fare la propria parte: le istituzioni, le Asl, gli operatori sanitari, i cittadini – conclude Schillaci – È importante far capire le opportunità che ci offre il nuovo Fascicolo sanitario elettronico e superare le eventuali resistenze, che vanno tenute in conto soprattutto quando pensiamo a una popolazione anziana o alle diseguaglianze nella capacità di accesso alle tecnologie”.
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