Il direttore Rossi: «La novità sta nella gestione del percorso. Si comincia dai più gravi che saranno convocati da operatori del Centro servizi per effettuare una serie di esami e sostenere una visita specialistica»
È partito lo scorso lunedì 11 maggio il progetto innovativo di follow up dell’ASST di Cremona per i pazienti Covid dimessi dagli ospedali del territorio e residenti in provincia che, come spiega il direttore Giuseppe Rossi, continueranno ad essere seguiti secondo il principio di “presa in carico” con modalità multidisciplinare rispettando il criterio di gravità. «Abbiamo sicuramente di fronte una malattia nuova e imprevedibile. Abbiamo avuto molti pazienti con compromissioni di organi; è chiaro che avendo tutti i dati e i centri servizi ci prendiamo l’incarico di chiamare tutti i pazienti secondo un concetto che non è quello delle liste d’attesa, ma della gravità nella fase acuta».
Questo avverrà attraverso gli operatori del Centro Servizi che contatteranno i pazienti dimessi per proporre una serie di controlli (Follow-up) funzionali alla fase post-acuta. Si tratta di persone colpite da infezione da coronavirus e ricoverate in ospedale in condizioni critiche. Per primi saranno contattati i pazienti che, durante la degenza, hanno avuto bisogno di supporto ventilatorio e di ossigeno-terapia ad alti flussi, a causa dell’importante compromissione polmonare.
LEGGI ANCHE: COME FUNZIONA LA TECNOLOGIA TELECOVID CHE MONITORA 3MILA PAZIENTI DA REMOTO
«Partiremo dai pazienti usciti dalla terapia intensiva – aggiunge il direttore dell’ASST Cremona – a cui dedicheremo un percorso che prevede l’esecuzione di diversi esami: emocromo, elettrocardiogramma, saturazione, radiografia del torace o tac; dopodiché il paziente sarà visitato dallo specialista che, a sua volta, deciderà il percorso da seguire. La vera novità è la completa gestione organizzativa del servizio, che è a carico dell’ospedale».
Lo scopo è quello di individuare eventuali bisogni per offrire ai pazienti risposte socio-assistenziali integrate e multidimensionali. «Noi stimiamo circa 200 pazienti, che presentavano quadri molto gravi, da inserire nel protocollo e seguire con tempi ravvicinati. Inoltre, il centro servizi si raccorderà con la medicina territoriale e la medicina generale, perché oltre a quelli che sono stati nostri pazienti, ci sono anche malati residenti nella provincia di Cremona curati altrove, che hanno tutto il diritto di avere lo stesso tipo di follow up di quelli dimessi dalla nostra terapia».
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO