Didier Reynders (commissario Ue alla Giustizia): «Serve maggior coordinamento. Proponiamo che gli Stati membri si informino reciprocamente e che informino la Commissione di qualsiasi restrizione di viaggio in arrivo, su base settimanale». Von der Leyen: «Test e quarantena per i viaggiatori». Il plauso di Speranza
In Ue arriva una cartina unica, con una gamma di colori, per mappare e rendere intellegibile i divieti e le restrizioni di viaggio da un Paese all’altro dell’Unione, decise autonomamente dalle capitali per via della pandemia provocata dal Covid.
Sulla base dei dati forniti dagli Stati membri, la Commissione propone che l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention) pubblichi una mappa dei Paesi Ue e dello Spazio Economico Europeo, aggiornata ogni settimana, con un codice comune di colori, per aiutare i viaggiatori ad orientarsi nella selva dei divieti incrociati che è risorta in Europa con l’aumento dei contagi provocato dalle vacanze estive.
Il verde, nella proposta della Commissione, che ora dovrà essere approvata dal Consiglio, caratterizzerà le aree a basso rischio, nelle quali il numero totale dei nuovi casi notificati di positivi sia inferiore a 25 ogni 100mila abitanti in un periodo di 14 giorni e la percentuale di positivi sia inferiore al 3% del totale dei test condotti.
Le zone arancioni, più rischiose, sono quelle in cui il numero di positivi è inferiore ai 50 per 100mila abitanti, sempre su 14 giorni, ma in cui la percentuale di positivi sul totale dei test è superiore al 3%; oppure, le aree in cui il tasso di contagi è compreso tra 25 e 150 ogni 100mila abitanti, ma la percentuale dei positivi sul totale dei test è sotto il 3%.
Le zone rosse, ad alto rischio, sono quelle in cui il numero totale dei nuovi contagi è più alto di 50 ogni 100mila abitanti per un periodo di 14 giorni e in cui la percentuale di positivi sui test è uguale o superiore al 3%, oppure in cui il numero dei nuovi positivi è superiore a 150 ogni 100mila abitanti, sempre su 14 giorni.
Ci sono anche le zone grigie, che sono quelle in cui non ci sono informazioni sufficienti per valutare in base ai criteri proposti dalla Commissione, oppure quelle in cui il numero dei test Covid condotto sulla popolazione è inferiore a 250 ogni 100mila abitanti.
La Commissione Europea, considerata la “grande discrepanza” attualmente esistente tra gli Stati membri in materia, propone al Consiglio Ue di raccomandare agli Stati membri di applicare una soglia precisa e unica per stabilire nei confronti di quali Paesi Ue restringere temporaneamente la libertà di movimento a causa della pandemia di Covid-19.
A patto che lo Stato membro di partenza pratichi almeno 250 test ogni 100mila abitanti, la Commissione propone che i Paesi membri dell’Ue non debbano limitare la libertà di circolazione delle persone che arrivano da un altro Stato Ue nel quale o il numero totale dei nuovi casi positivi al Sars-CoV-2 in una determinata area sia uguale a meno di 50 per ogni 100mila abitanti durante un periodo di due settimane, oppure la percentuale di test positivi in una determinata area sia inferiore al 3%.
«Dobbiamo aumentare gli sforzi di comunicazione per quanto riguarda le restrizioni di viaggio», ha commentato il commissario Ue alla Giustizia Didier Reynders, presentando a Bruxelles la proposta.
«Proponiamo – ha continuato Reynders – che gli Stati membri si informino reciprocamente e che informino la Commissione di qualsiasi restrizione di viaggio in arrivo, su base settimanale. Tutte le informazioni rilevanti per il pubblico, come abbiamo detto più volte, come la necessità di fare un test o di compilare un modulo, devono essere fornite in modo chiaro e puntuale».
Come si è visto con la pandemia di Covid-19, ha proseguito il commissario belga, «la libertà di circolazione non è scontata», con la «confusione» determinata dalla babele di misure su dove si può viaggiare all’interno dell’Ue e «a quali condizioni».
È chiaro, ha proseguito Reynders, che «serve un maggior coordinamento», anche per «ricostruire l’economia», oltre che per dare visibilità a chi deve viaggiare. «Non proponiamo alcuna nuova restrizione per i viaggiatori», bensì un «quadro comune» nel caso in cui un «Paese ritenga necessario applicare ulteriori restrizioni, per ridurre i danni».
«A nessun cittadino Ue dovrebbe essere negato l’ingresso in un altro Paese Ue. Invece, noi raccomandiamo ai governi di usare i test e la quarantena. I test dovrebbero essere l’opzione preferita, per rendere più semplice viaggiare», ha quindi detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
«Le parole della Presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, e della Commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, sono apprezzabili. Esse sono in linea con la proposta italiana fatta oggi nella riunione dei ministri Eu della salute. I Test rapidi agli aeroporti, fatti in spirito di reciprocità, possono evitare misure più drastiche quali chiusure generalizzate delle frontiere. È questo il terreno verso cui muoversi nella fase di convivenza col virus. Ora è importante che alle parole seguano i fatti».
Lo ha dichiarato il Ministro della Salute, Roberto Speranza, al termine della riunione del consiglio informale dei ministri dell’Unione europea. Il ministro Speranza si era presentato con due proposte: l’uso dei test rapidi antigenici agli aeroporti sui viaggiatori in transito, in entrata e uscita. E l’accelerazione per l’acquisto di tutti i vaccini competitivi sviluppati con diverse tecnologie: «Il coordinamento sulle strategie di prevenzione a livello europeo è uno dei capisaldi della lotta al Coronavirus. Solo insieme si uscirà da questa drammatica crisi sanitaria».
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