In Spagna si estende la fecondazione in vitro a single e coppie lesbiche mentre in Italia si blocca il Ddl Zan. Antonino Guglielmino, Presidente SIRU: «Non possiamo più permetterci di ignorare a questione dei diritti civili, si apra il dibattito pubblico e si scriva il futuro della Pma»
«In Italia, abbiamo eccellenze nella Riproduzione Umana che non riescono ad operare in maniera efficace, perché la regolamentazione legislativa non lo permette. Mentre i Paesi vicini progrediscono in tema di diritti civili, noi non riusciamo a garantire pienamente il diritto di accesso e di cura a tutte le coppie che ne fanno richiesta». Così Antonino Guglielmino, Presidente della Società Italiana di Riproduzione Umana (SIRU), commentando l’estensione della fecondazione in vitro a single, coppie lesbiche e transessuali avvenuta in Spagna, tramite un’ordinanza che soddisfa tutti i gruppi per i diritti LGBTQI+.
La notizia arriva a pochi mesi dalla analoga decisione in Francia. Nel frattempo, in Italia arriva il blocco del Ddl Zan, ma il presidente Guglielmino insiste: «Oggi più che mai, i diritti civili hanno l’esigenza di essere rivisti. Tutte le coppie devono avere accesso alle cure della fecondazione assistita, non possiamo ignorare il problema, incrementando così il fenomeno dell’emigrazione sanitaria. Una battaglia che la Società di Riproduzione Umana porta avanti da tempo con l’obiettivo di riuscire a superare l’impasse ideologico che si cela dietro gli impedimenti burocratici e legislativi del nostro Paese.
«A questo punto – conclude Guglielmino – sarebbe interessante aprire un dibattito pubblico con cittadinanza, istituzioni ed esperti Pma per iniziare a costruire un futuro che va scritto adesso».
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