Esaminati i dati di oltre 8mila adulti: tutti hanno effettuato analisi del sangue sia per la carenza di ferro assoluta, ovvero quando il corpo ha bassi livelli di ferro, che per la carenza di ferro funzionale, quando il corpo ha abbastanza ferro ma non riesce a utilizzarlo correttamente
Il fegato e le frattaglie sono gli alimenti che offrono il maggior apporto di ferro in assoluto, ma anche le carni bovine, di maiale, di agnello, di cavallo, di pollo, di tacchino e di faraona ne garantiscono un adeguato apporto. Tra il pescato, invece, gli alimenti più ricchi di ferro sono i crostacei, i molluschi e pesci come trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde. Contribuiscono all’apporto di questo nutriente anche verdure a foglia verde, come la lattuga, e frutta secca come noci e nocciole, mandorle e pistacchi. Tra le fonti proteiche ricche di ferro ci sono i fagioli, le lenticchie, i ceci, i lupini e il tofu. Gli alimenti contenenti ferro, dunque, sono davvero tanti e variegati. Eppure, quasi un adulto su tre potrebbe avere una carenza di ferro, inclusi molti individui che non presentano i tipici fattori di rischio per questa condizione e che, pertanto, potrebbero non essere sottoposti a screening.
A rivelare quanto la carenza di ferro sia ‘inconsapevolmente’ diffusa tra la popolazione è un nuovo studio pubblicato su JAMA Network Open. I ricercatori hanno esaminato i dati di oltre 8mila adulti. Tutti i partecipanti hanno effettuato analisi del sangue sia per la carenza di ferro assoluta, ovvero quando il corpo ha bassi livelli di ferro, che per la carenza di ferro funzionale, quando il corpo ha abbastanza ferro ma non riesce a utilizzarlo correttamente. In generale, il 14% di questi adulti aveva una carenza di ferro assoluta e un altro 15% aveva una carenza di ferro funzionale. “In entrambe le condizioni, non c’è abbastanza ferro disponibile per i tessuti che ne hanno bisogno”, afferma l’autore principale dello studio, Leo Buckley, specialista in farmacia clinica presso il Brigham and Women’s Hospital di Boston. Solo il 33% dei partecipanti allo studio con carenza di ferro assoluta e il 14% di quelli con carenza di ferro funzionale presentava una condizione medica che potesse indurre un medico a prescrivere un esame del sangue contenente lo screening dell’assetto del ferro. Le condizioni mediche che richiedono uno screening includevano anemia, insufficienza cardiaca, malattia renale cronica o una gravidanza in corso.
Le donne avevano un rischio molto maggiore rispetto agli uomini di avere una carenza di ferro non rilevata. In particolare, quelle sotto i 50 anni avevano una probabilità 20 volte maggiore di avere una carenza di ferro assoluta e più del doppio della probabilità di avere una carenza di ferro funzionale rispetto agli uomini della stessa età. “Mancano raccomandazioni universali per lo screening nella popolazione generale”, afferma Buckley. “Di solito i sintomi come la stanchezza spingono a un esame, che includerebbe il test per la carenza di ferro e l’anemia. Alcune persone sono a rischio più elevato di carenza di ferro, come quelle con insufficienza cardiaca cronica o malattia renale cronica, e potrebbero dover essere sottoposte a test dai loro medici”, aggiunge il ricercatore. Le persone dovrebbero fare un esame del sangue per la carenza di ferro se presentano sintomi inspiegabili come affaticamento, mal di testa, mancanza di respiro durante lo sforzo fisico.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato