Dal 2 ottobre e durante tutto il mese la Fondazione Longevitas promuove nei centri anziani di Roma e Napoli una campagna di screening per l’udito dove si terranno 15 incontri sull’importanza del benessere uditivo, accompagnati da screening gratuiti da parte di audioprotesisti
Secondo gli esperti dell’OMS circa il 5% della popolazione mondiale convive con una perdita uditiva e le stime prevedono che, entro il 2050, circa una persona su quattro sperimenterà una forma di diminuzione dell’udito. Da qui l’importanza di integrare la cura dell’udito nell’ambito delle cure primarie, come componente essenziale della copertura sanitaria universale. Richiesta rilanciata anche dalla Fondazione Longevitas che, in occasione della Festa dei Nonni 2023, che si celebra il 2 ottobre, mette al centro l’importanza del benessere uditivo come parte essenziale della salute per la vita longeva, come strumento essenziale nelle relazioni interpersonali, intergenerazionale e di conseguenza imprescindibile per il contrasto dell’isolamento sociale che spesso si accompagna al processo dell’invecchiamento.
«La sordità può portare all’isolamento sociale, poiché le persone con problemi uditivi possono avere difficoltà a partecipare a conversazioni e attività sociali. Comunicare diventa più difficile e la mancanza di sostegno sociale e la sensazione di essere emarginati o trascurati, possono contribuire ai sintomi della depressione, come tristezza, disperazione e perdita di interesse per le attività quotidiane», dice Aladar Bruno Ianes, medico chirurgo e Vice Presidente della Fondazione Longevitas, in un’intervista a Sanità Informazione. Ed proprio per intervenire prima che la sordità sia conclamata e l’isolamento inevitabile che, a partire dal 2 ottobre e durante tutto il mese, la Fondazione Longevitas promuove nei centri anziani di Roma e Napoli una campagna di screening per l’udito dove si terranno 15 incontri sull’importanza del benessere uditivo, accompagnati da screening gratuiti da parte di audioprotesisti.
In Italia una persona su tre con più di 65 anni soffre di ipoacusia, un problema che incide in modo importante sulla qualità della vita, in termini di riduzione delle relazioni sociali e anche di declino cognitivo. A risentirne sono lo sviluppo del linguaggio e il benessere psicofisico. I risultati di un test trial svolto dalla Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora hanno mostrato e sottolineato l’importanza di trattare la perdita dell’udito nelle popolazioni più anziane come potenziale modo per ridurre l’onere globale della demenza.
Eppure, nonostante tutte le evidenze scientifiche oggi disponibili, in Italia, solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. Tra le conseguenze, oltre a quelle di carattere fisiologico, vi è l’impatto economico e sociale sui singoli individui e sulla comunità che può risultare molto pesante. Gli Over 65 soggetti a ipoacusia sono meno portati a vivere dimensioni dinamiche di vita, di consumi e soprattutto di rapporti intergenerazionali. «Una delle più grandi conquiste delle società occidentali è quella di poter offrire ai propri abitanti una vita longeva. La sfida è aggiungere a questi anni non soltanto salute ma anche qualità della vita, inclusione sociale, relazioni interpersonali e soprattutto rapporti tra le diverse generazioni. La salute uditiva è funzionale a tutte queste dimensioni, per tali ragioni – conclude la presidente della fondazione Longevitas, Eleonora Selvi – abbiamo deciso di ricordarlo in occasione di un giorno speciale come la festa dei nonni».
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