Un’innovativa procedura combinata per la cura delle forme più complesse di fibrillazione atriale. E’ quanto ha eseguito l’équipe di Elettrofisiologia del Centro Cardiologico Monzino, ha eseguito dal vivo, in collegamento con l’AF Boston Symposium. La procedura, di cui il Monzino è fra i primi centri al mondo ad averla introdotta, è un intervento di ablazione con la nuova tecnologia di “elettroporazione”, eseguito in contemporanea alla chiusura meccanica dell’auricola sinistra
Un’innovativa procedura combinata per la cura delle forme più complesse di fibrillazione atriale. E’ quanto ha eseguito l’équipe di Elettrofisiologia del Centro Cardiologico Monzino, ha eseguito dal vivo, in collegamento con l’AF Boston Symposium. La procedura, di cui il Monzino è fra i primi centri al mondo ad averla introdotta, è un intervento di ablazione con la nuova tecnologia di “elettroporazione“, eseguito in contemporanea alla chiusura meccanica dell’auricola sinistra. Il Monzino è l’unico centro italiano ad aver partecipato attivamente al simposio di Boston, uno dei più importanti meeting internazionali in risposta all’“epidemia” della fibrillazione atriale nel mondo occidentale.
L’elettroporazione è una tecnica fortemente innovativa, applicata esclusivamente in alcuni centri cardiologici d’avanguardia, per l’ablazione non termica della fibrillazione atriale parossistica. Il sistema, diversamente dalle tecniche di ablazione impiegate fino ad ora, si basa su campi elettrici pulsati, che non hanno effetti termici sui tessuti interessati, ma agiscono esclusivamente sulle cellule-bersaglio del tessuto cardiaco. I vantaggi sono evidenti: le aree del cuore non coinvolte nell’ablazione sono salvaguardate con livelli di protezione e sicurezza inimmaginabili prima d’ora. Durante la stessa procedura l’équipe del Monzino ha eseguito la chiusura dell’auricola sinistra, che è in sintesi l’inserimento di una mini-protesi che chiude la piccola cavità all’esterno dell’atrio sinistro del cuore, da cui, in altissima percentuale, fino al 90 % dei casi, hanno origine i trombi nei pazienti che soffrono di fibrillazione atriale.
“L’elettroporazione rappresenta sicuramente la prima rivoluzione nell’ambito dell’elettrofisiologia dopo decenni di radiofrequenza e crio-ablazione”, dichiara Claudio Tondo, direttore del Dipartimento di Aritmologia del Centro Cardiologico Monzino, che ha guidato l’equipe. “La nostra esperienza nell’utilizzo di questa tecnica ci indica che finalmente disponiamo di una tecnologia con percentuali di successo più elevate, soprattutto nelle forme di complesse di fibrillazione atriale. L’abbinamento, durante la stessa procedura, della chiusura dell’auricola sinistra aumenta esponenzialmente il valore clinico dell’elettroporazione – continua – perché, prevenendo la formazione di trombi, evita o almeno riduce il rischio di ictus, il più temibile effetto collaterale della fibrillazione atriale. La combinazione delle due metodiche è quindi un’ottima notizia e un motivo di grande speranza per chi soffre delle forme parossisitiche di fibrillazione atriale, una malattia pericolosa e in crescita esponenziale in Italia e ovunque nel mondo”.
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