Salute 16 Gennaio 2024 13:02

Fibromi uterini, tecnica mininvasiva evita ricovero e taglia tempi guarigione

Per sensibilizzare medici, società ma soprattutto le donne stesse, anche grazie alla partecipazione di pazienti, si terrà il prossimo 23 febbraio l’evento “FIBROMI UTERINI – Donne, Radiologi e Ginecologi: INSIEME!”

Fibromi uterini, tecnica mininvasiva evita ricovero e taglia tempi guarigione

I fibromi sono la lesione uterina più frequente fra le donne in età fertile. La prevalenza di questa neoplasia benigna è infatti molto bassa prima dei 20 anni, ma cresce gradualmente fino a raggiungere un picco in epoca pre-menopausale, tra i 40 e i 50 anni. In totale da un terzo a metà delle donne ultraquarantenni, circa 3 milioni in totale, ne sono affette, secondo il ministero della Salute. E dopo il taglio cesareo, i fibromi sono la principale indicazione chirurgica nelle donne e la prima voce di spesa sanitaria in ambito ginecologico.

Le conseguenze dei fibromi

Queste formazioni anche se benigne possono causare aumento della quantità del flusso mestruale, sanguinamenti anche importanti, oltre a interferire con la fertilità. Motivo per il quale rappresentano spesso un problema per chi cerca una gravidanza, come racconta a Sanità Informazione il ginecologo Alessandro Fasciani, responsabile dell’attività day surgery dell’Ospedale Evangelico Internazionale di Genova: “In questi casi esistono oggi tecniche mininvasive per il trattamento dei fibromi. La miolisi in particolare e si applica soprattutto, anche se non solamente, alle donne che devono intraprendere un trattamento di procreazione medicalmente assistita, che non possono di certo attendere i tempi di guarigione necessari con un intervento chirurgico, pari a volte anche a due anni”. Fasciani ha “introdotto in Italia la tecnica dell’ablazione con radiofrequenza con accessi combinati (ecografico transvaginale, laparoscopico e isteroscopico) scelti sulla base della posizione dei miomi nell’utero. Al tutto si associa una biopsia del mioma così da poter dare anche l’esito istologico. Le candidate per questo trattamento mini invasivo per la rimozione dei fibromi, alternativa all’embolizzazione delle arterie uterine fatte dai colleghi radiologi interventisti, e che non richiede asportazioni chirurgiche e nemmeno il ricovero in ospedale, sono le donne con fibromi di meno di 5 centimetri di diametro. Il problema è che c’è poca conoscenza della possibilità di essere sottoposte a un intervento in day hospital piuttosto che in ricovero ordinario”.

Un convegno con donne, radiologi e ginecologi

Per sensibilizzare medici, società ma soprattutto le donne stesse, anche grazie alla partecipazione di pazienti, si terrà il prossimo 23 febbraio l’evento “FIBROMI UTERINI – Donne, Radiologi e Ginecologi: INSIEME!” al Maxxi di Roma. “Sarà un’occasione di apprendimento, collaborazione e avanzamento nella lotta contro i fibromi uterini – dice l’esperto – un’opportunità per medici, paramedici, pazienti e familiari di condividere conoscenze ed esperienze, grazie alle testimonianze delle titolari di alcuni forum on line sui fibromi, che ci hanno anche aiutato a formulare un questionario on line (FIBROMATOSI UTERINA: LA MIA ESPERIENZA), al quale chiediamo a tutte le donne che hanno avuto un problema simile di rispondere per guidare la discussione durante l’evento e supportare la ricerca sui fibromi uterini. Circa 300 donne hanno già risposto rivelando aspetti che anche noi medici spesso non prendiamo in considerazione, ma che sono sempre importantissimi per una presa in carico globale della paziente”.

“La miolisi è oggi sempre più richiesta dalle donne perché permette un recupero rapido – prosegue – con ritorno al lavoro fin dal giorno successivo e la possibilità di avere una gravidanza poco dopo l’intervento. Proprio questi risultati mi hanno messo in contatto con tante donne che, anche attraverso forum creati sul web, si raccontano e cercano, con sempre maggior consapevolezza, approcci non mutilanti. Sono loro per prime a fare tesoro della propria esperienza, condividendola e aiutando in questo modo altre pazienti che si trovano in situazioni simili. E proprio queste donne saranno protagoniste dell’incontro del 23 febbraio attraverso gli interventi di tre amministratrici di altrettanti gruppi social, e si confronteranno con radiologi, ginecologi e sociologi”.

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