I vaccini per le terze dosi ci sono e si comincia subito con gli immunodepressi: lo ha detto il Generale Figliuolo, celebrando l’80% di prime dosi raggiunto. Intanto dall’EMA la conferma che la decisione è del singolo stato
Terza dose già a settembre per gli immunodepressi, le dosi ci sono. Lo ha assicurato il Commissario straordinario all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo durante la visita all’hub vaccinale dello stabilimento Amazon di Passo Corese. Lo ha fatto celebrando un risultato molto importante: l’Italia ha raggiunto l’80% di copertura vaccinale con la prima dose. Il che significa che entro fine settembre 43 milioni e 200mila persone avranno raggiunto la completa copertura.
«In questo momento ci sono delle preoccupazioni per quel 1 milione e 800mila persone tra i 50 e i 59 anni ancora non vaccinato e, anche se abbiamo raggiunto l’82% delle prime inoculazioni, questo potrebbe non bastare. Su 9 milioni e 600mila persone abbiamo ancora 1 milione e 800mila che non si vaccina. Il mio appello è verso queste persone», ha aggiunto. Per contro è stata molto grande la risposta nella fascia 19-29 anni, che si trova intorno al 75% di prime inoculazioni nonostante abbia iniziato per ultima le somministrazioni.
In ogni caso a settembre «si partirà con la terza dose per coloro che vengono definiti immuno-compromessi, quelle persone che hanno bisogno di un aiuto alla risposta per il sistema immunitario. Stiamo calcolando una platea di circa 3 milioni di persone. Poi a seguire, seguendo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico, si andrà sulle persone più anziane, sulle Rsa, i sanitari e poi vedremo. Abbiamo a disposizione Pfizer e Moderna».
Sulla terza dose comunque il presidente del Consiglio Mario Draghi aveva detto di attendere il parere dell’Agenzia europea del Farmaco (EMA), che però ha fatto sapere che la palla passa nuovamente ai singoli stati membri. «La decisione su come somministrare le vaccinazioni è prerogativa delle istituzioni che guidano la campagna vaccinale in ogni Stato membro dell’Ue, tenendo conto di fattori come le condizioni epidemiologiche locali, la diffusione del virus, la disponibilità dei vaccini e le capacità del sistema sanitario nazionale» è stato spiegato all’Adnkronos Salute.
In ogni caso è importante fare una distinzione tra richiamo per immunodepressi e per la popolazione generale. Nella nota diffusa ieri l’Ema informava di avere iniziato a valutare una domanda per «l’uso di una dose di richiamo del vaccino Pfizer da somministrare 6 mesi dopo la seconda dose a persone di età pari o superiore a 16 anni», e di stare «separatamente valutando i dati della letteratura sull’uso di una terza dose aggiuntiva di un vaccino a mRna in persone gravemente immunocompromesse». Nel primo caso si tratterebbe di un booster generale per l’immunità, mentre nel secondo caso dovrebbe far parte del percorso di immunizzazione della persona immunodepressa in quanto importante per arrivare a un livello di protezione adeguato.
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