«In 7 giorni aumentano ricoveri (+8,6%) e terapie intensive (+7%). 500 mila nuovi casi nell’ultima settimana, ma la curva non sale più. Arranca la campagna vaccinale». E su quarta dose «ragionevole dare il via libera agli over 80»
Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 23-29 marzo 2022, rispetto alla precedente, una sostanziale stabilità dei nuovi casi (504.487 vs 502.773) e dei decessi (953 vs 924). In aumento i casi attualmente positivi (1.266.878 vs 1.200.607), le persone in isolamento domiciliare (1.256.651 vs 1.191.183), i ricoveri con sintomi (9.740 vs 8.969) e le terapie intensive (487 vs 455). Nel dettaglio:
«Dopo due settimane di netto incremento – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali sembrano essersi stabilizzati intorno a quota 500 mila. Tuttavia, in questo momento è difficile fare previsioni, sia per l’eterogenea situazione a livello regionale, sia perché nelle grandi Regioni del Nord, dove risiede oltre un terzo della popolazione italiana, non si vedono al momento segnali di consistente circolazione virale». Si registra un lieve aumento del numero dei tamponi totali (+3,2%): da 3.220.105 della settimana 16-22 marzo 2022 a 3.323.770 della settimana 23-29 marzo 2022. «Sul fronte degli ospedali – afferma Renata Gili – al 29 marzo il tasso nazionale di occupazione da parte di pazienti COVID è del 15% in area medica e del 5% in area critica, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. 13 Regioni superano la soglia del 15% in area medica, con la Regione Calabria che arriva a toccare quota 34,1%; Calabria e Sardegna superano la soglia del 10% in terapia intensiva. Dopo sei settimane consecutive si arrestano i decessi: 953 negli ultimi 7 giorni (di cui 64 riferiti a periodi precedenti), con una media di 136 al giorno rispetto ai 132 della settimana precedente.
Al 30 marzo l’85,6% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino e l’83,9% ha completato il ciclo vaccinale. In ulteriore calo nell’ultima settimana il numero di somministrazioni: si riducono del 14,1% le terze dosi (n. 233.722) e del 21,9% i nuovi vaccinati (n. 14.697). Le coperture con almeno una dose di vaccino sono molto variabili nelle diverse fasce d’età (dal 99,4% degli over 80 al 37,4% della fascia 5-11), così come sul fronte dei richiami, che negli over 80 hanno raggiunto l’88,9%, nella fascia 70-79 l’87,8% e in quella 60-69 anni l’84,6%.
Nella settimana 23-29 marzo si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 14.697 rispetto ai 18.830 della settimana precedente (-21,9%). Di questi il 24,8% è rappresentato dalla fascia 5-11: 3.642, con un calo dell’8,5% rispetto alla settimana precedente. Scende ancora tra gli over 50, più a rischio di malattia grave, il numero di nuovi vaccinati, attestandosi a quota 3.105 (-24,8% rispetto alla settimana precedente).
Al 30 marzo sono ancora 6,94 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,51 milioni protette solo temporaneamente in quanto guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni. Di conseguenza, le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,43 milioni, un dato che continua a non tener conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Al 30 marzo sono state somministrate 38.778.598 terze dosi. Il tasso di copertura nazionale per le terze dosi è dell’83,2% con nette differenze regionali: dal 77,8% della Sicilia all’86,8% della Valle D’Aosta. Delle 7.843.150 persone che non hanno ancora ricevuto la dose booster, 2,86 milioni potrebbero riceverla subito, mentre 4,98 milioni di guariti da meno di 120 giorni non sono candidati a riceverla nell’immediato.
Al 30 marzo sono state somministrate 58.545 quarte dosi. In base alla platea ufficiale (n. 791.376) il tasso di copertura nazionale per le quarte dosi è del 7,4% con nette differenze regionali: dallo 0,7% del Molise al 34,5% del Piemonte. «Ad un mese dal via libera per le persone immunodepresse che necessitano di una quarta dose per completare il loro ciclo vaccinale – chiosa Cartabellotta – l’esigua copertura raggiunta e le differenze regionali sono del tutto ingiustificabili, tenendo conto che si tratta di una platea ben definita, composta di persone note alle ASL di appartenenza e raggiungibili tramite chiamata attiva».
Relativamente all’estensione della platea, il 24 marzo l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha ritenuto necessario attendere ulteriori evidenze scientifiche prima di autorizzare la seconda dose booster in nuove categorie di soggetti. Intanto il 29 marzo la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato la quarta dose di vaccino, oltre che per le persone immunocompromesse, per tutti gli over 50 che hanno ricevuto il booster da almeno 4 mesi. «Allo stato attuale – spiega il Presidente – le evidenze scientifiche sull’efficacia della quarta dose di vaccino sono frammentate e limitate, ma sembrano mostrare un effetto protettivo nei confronti della malattia grave nelle persone più anziane. Ecco perché, indipendentemente dalla necessità condivisa dai ministri europei per la salute di pervenire ad una proposta univoca per tutti i Paesi, visto l’elevato numero di decessi tra gli over 80 vaccinati con booster è ragionevole dare in Italia il via libera alla somministrazione della quarta dose negli ultraottantenni, in una fase dove coincidono elevata circolazione virale e calo delle coperture vaccinali nei confronti della malattia grave».
«Ormai da tempo – conclude Cartabellotta – le narrative della politica e le percezioni della popolazione tendono a identificare la scadenza dello stato di emergenza con la fine della pandemia, che ovviamente non può coincidere con una scadenza burocratica. Infatti, complice l’incauto calo di attenzione che ha portato allo stallo della campagna vaccinale e all’allentamento delle precauzioni individuali, al 30 marzo si registrano più di 500 mila nuovi casi in 7 giorni con oltre 1,26 milioni di casi positivi in due settimane hanno determinato un aumento di oltre 1.500 posti in area medica e invertito il trend delle terapie intensive. Con quasi mille decessi a settimana. Ecco perché, bisogna guardare al prossimo futuro con ottimismo e fiducia, ma anche con prudenza e responsabilità, viste le incertezze su possibili nuove varianti e durata della copertura vaccinale. Dal canto suo, la Fondazione GIMBE – che continuerà a pubblicare il monitoraggio settimanale anche dopo il 31 marzo – formula alcune raccomandazioni per la convivenza con il SARS-CoV-2, al fine di garantire un’estate più tranquilla possibile, e soprattutto di arrivare preparati alla prossima stagione autunno-inverno».
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato