L’esponente Oms ha aperto i lavori della quarta edizione del congresso in programma a Bari: «L’uso delle metodiche di contenimento avranno un impatto positivo sulla stagione influenzale». Vaia (Spallanzani): «Intervenire sui trasporti per contenere il contagio»
È iniziata oggi al Nuovo Centro Congressi della Regione Puglia la quarta edizione del Forum Mediterraneo Sanità promosso e organizzato da AREsS Puglia e Fondazione per l’Innovazione e la Sicurezza in Sanità. “Covid, post Covid e la rinascita del sistema sanitario vista da Sud” è il tema centrale dell’evento che si svolge quest’anno in modalità ibrida: sia in presenza live, rispettando il distanziamento, che in modalità streaming, con webinar e collegamenti da remoto.
L’evento rappresenta l’occasione per parlare delle conseguenze inevitabili della pandemia di Covid-19 e dei cambiamenti nel settore sanitario, economico e civile del Paese. L’apertura della quarta edizione del Forum Mediterraneo in Sanità è stata affidata a Ranieri Guerra, vicedirettore generale per le iniziative strategiche per l’OMS: «Non siamo affatto fuori dal Covid – ha specificato -. Questo è un virus che circola, gira, diminuisce, riprende. Noi, l’Italia, il mondo è in un limbo e con le variazioni continue dovremo convivere. E sulle riaperture: «La scuola si sta comportando molto bene, nelle prossime settimane saremo in grado di valutare gli effetti, ma serve attenzione rispetto a quello che accade attorno».
La lezione magistrale di Ranieri Guerra si è poi focalizzata sulla gestione della pandemia: «Il nostro sistema sanitario ha mostrato di saper fronteggiare l’emergenza – ha precisato – la regionalizzazione del nostro sistema sanitario ha rappresentato un vantaggio competitivo». E sulle sfide ancora da affrontare: «Dobbiamo imparare a convivere con il virus – ha proseguito – dobbiamo aspettarci una stagione influenzale meno devastante degli anni scorsi perché l’uso delle metodiche di contenimento avranno un impatto positivo». E poi, studiare i dati, gestire le difficoltà di chi ha patologie diverse da Covid, puntare sulla ricerca e prestare attenzione all’informazione e alla comunicazione. «Dobbiamo sostenere l’alleanza fondamentale con quello che io definisco “giornalismo etico” che dovrà sostenerci nella lotta costante contro le fake news».
Alla sessione dal titolo “Indagine nazionale sulla siero-prevalenza del covid-19: risultati ottenuti e protocolli condivisi per il triage” hanno partecipato, oltre ai rappresentanti delle regioni e delle aziende sanitarie del sud e a Ranieri Guerra, il presidente ISS Silvio Brusaferro, il direttore scientifico Inmi Spallanzani Francesco Vaia. Quest’ultimo, riferendosi a Roma, ha sollevato il problema della mobilità: «La pandemia è in una fase di crescita seppur non drammatica – ha spiegato – nel Lazio come in tutta Italia. Con il rientro dalle vacanze si è intensificata la trasmissione intrafamiliare del virus nei luoghi sensibili della società: la scuola e i trasporti. Bisogna gire sui trasporti per contenere il contagio. Il numero dei pazienti in terapia intensiva è in aumento: rispetto a marzo, però, molti escono e si riprendono. Poi, ha aggiunto con orgoglio: «Non abbiamo avuto nessun contagiato all’interno del percorso assistenziale».
Lucia Bisceglia, direttrice dell’area epidemiologica dell’AREsS Puglia, ha raccontato come si è attrezzata la regione Puglia. «Agli strumenti di analisi messi a disposizione a livello nazionale – abbiamo aggiunto una piattaforma costruita con i dipartimenti di prevenzione che ha da subito mostrato un vantaggio notevole: poter registrare e monitorare sia i casi positivi che in casi negativi. I dati, allineati con quelli provenienti dalle fonti nazionali, vengono comunicati giornalmente attraverso il bollettino regionale».
Nell’ultimo report del Ministero della Salute sul livello di rischio regionale, la Regione Puglia ha un valore basso. «Da maggio in poi la Regione Puglia si è dotata di un ulteriore strumento di analisi dei dati che costituisce una sintesi tra tutti i dati a disposizione del servizio di sorveglianza già attivo presso l’Aress: il livello di approfondimento è regionale, provinciale e comunale. L’obiettivo – ha concluso – è quello di rappresentare l’eterogeneità dell’epidemia attraverso indicatori riproducibili a livello nazionale ma certamente rappresentativi a livello locale. I dati solo la base per la costruzione di strategie di azione e per sostenere la consapevolezza nei cittadini, che hanno un ruolo fondamentale per contrastare l’epidemia».
Iscriviti alla newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato