Salute 20 Novembre 2020 10:51

Foto a infrarossi, semafori per la mente e sensori per performance: così l’hi-tech si prende cura di noi

Sofisticati macchinari migliorano le prestazioni e monitorano il benessere psicofisico degli atleti. Il Vesta Calcio, una squadra iscritta alla terza categoria, potrebbe mostrare l'efficacia di queste tecnologie scalando le vette delle leghe professionistiche in meno di quattro anni
di Isabella Faggiano

Immaginate un centrocampista in possesso della palla che deve decidere in una frazione di secondo quale sarà la sua prossima azione, valutando la posizione degli avversari e quella dei suoi compagni di squadra. Passa la palla all’ala destra e sembra averlo fatto senza quasi guardare l’altro calciatore. E invece no, grazie al suo occhio tattico ha esaminato il campo a 180 gradi, da un lato all’altro. Avere un’ottima visione laterale può essere una dote innata, ma anche l’esito di allenamenti costanti.

Esercitare la vista periferica è possibile utilizzando il sistema semaforico a sensori di prossimità per l’allenamento cognitivo: «Grazie a questa tecnologia  – spiega Emidio di Laura Frattura, general manager di MotusTech – il gesto risulterà sempre più spontaneo».

Per dimostrare l’efficacia di questi sofisticati macchinari, in grado di migliorare le performance e monitorare il benessere psicofisico degli atleti, la MotusTech ha stipulato una partnership con il Vesta calcio,  una squadra iscritta alla terza categoria, che punta a scalare le vette delle leghe professionistiche in meno di quattro anni. E per farlo conta proprio sull’aiuto della tecnologia: «Con l’hi-tech si tutela la salute degli atleti – continua Emidio di Laura Frattura -, quindi ancor prima di puntare al miglioramento della prestazione, abbiamo a cuore la prevenzione e, laddove necessario,  la riabilitazione».

Il valore aggiunto della tecnologia, rispetto ad una valutazione a mani nude, è la precisione: «Usando specifici macchinari possiamo misurare in maniera ripetibile e accurata alcuni aspetti legati al movimento umano come il range motorio, la forza o la potenza di un gesto. Questo – dice l’esperto – consente a medico, preparatore, fisioterapista ed a tutti coloro che si occupano della salute dell’atleta di avere una fotografia impeccabile delle sue condizioni, così da migliorarne la performance ed evitare gli infortuni».

Ne sono un esempio i sensori inerziali triassiali utilizzati per la valutazione funzionale del ROM (range of motion) della forza e della potenza espressa nel movimento umano, nonché dell’equilibrio mono e bi podalico, anche su piani instabili. Il funzionamento è semplice: «Il soggetto, disteso su un lettino, effettua un movimento e lo strumento ne rileva l’angolo, la velocità e la fluidità. La successiva comparazione tra i due arti – aggiunge il general manager – permetterà al preparatore atletico di lavorare con esercizi e schemi motori specifici per migliorare la prestazione del soggetto, tutelandone la salute».

Ancora, attraverso una piattaforma baropodometrica, con sensori di tipo resistivo a gomma conduttiva, è possibile valutare le pressioni plantari sia statiche che dinamiche e analizzare il passo. Il sistema di acquisizione tridimensionale ottica della colonna vertebrale a raggi infrarossi, invece, consente di monitorare le variazioni posturali. «Tenendo sotto controllo la colonna vertebrale, non solo degli atleti, ma anche di bambini e adolescenti, è possibile evidenziare precocemente eventuali disfunzioni nelle varie fasi sella crescita, evitando di sottoporre continuamente il soggetto ai nocivi Raggi X», sottolinea l’esperto.

L’hi-tech può essere, dunque, un valore aggiunto non solo per gli atleti, ma anche per tutta la popolazione in generale. «Grazie a queste apparecchiature è possibile monitorare l’attività motoria di chiunque, anche di semplici gesti quotidiani. Individuando eventuali movimenti disfunzionali, come la postura scorretta all’origine di molti mal di schiena, è possibile correggere tutte quelle abitudini dannose per la salute che, nel tempo, causerebbero delle vere e proprie patologie. In altre parole – conclude Emidio di Laura Frattura – meno visite, esami diagnostici e terapie che, ancora una volta, graverebbero sul nostro Sistema Sanitario Nazionale».

 

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