Alla Conferenza sulla Fragilità nell’ambito del Forum Risk Management l’intervento del presidente del Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali che partecipa al tavolo congiunto con le altre Federazioni sanitarie: «Garantire professionalità sinergiche e adeguate a favore dei cittadini e del loro diritto alla salute»
La fragilità in Italia è in costante aumento. È una delle considerazioni che sono emerse dalla prima Conferenza nazionale sulla Fragilità che si è svolta nell’ambito del 14° Forum Risk Management di Firenze. Ruolo fondamentale in questo ambito lo giocano gli assistenti sociali che hanno il compito di aiutare e accompagnare le famiglie in difficoltà e tutelare i diritti dei minori: «Le crisi familiari, le difficoltà dei genitori spesso riverberano sulla salute del bambino» sottolinea a Sanità Informazione Gianmario Gazzi, Presidente del CNOAS, Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali, anche lui tra i relatori della Conferenza. Gli assistenti sociali sono entrati nel tavolo permanente di consultazione tra il Ministero della Salute e le Federazioni delle professioni sanitarie.
Presidente, si è svolta al Forum la Conferenza sulla Fragilità. Che ruolo gioca l’assistente sociale?
«Parlare di fragilità significa non parlare solo del singolo soggetto fragile ma anche di quello che può fare l’ambiente e di tutte le risorse istituzionali e informali che ci sono attorno all’individuo. L’assistente sociale fa proprio questo: ricuce il tessuto intorno a quel soggetto fragile per proteggerlo, accompagnarlo e soprattutto per dare dignità alla persona e garantire i suoi diritti».
Anche i minori sono un soggetto ‘fragile’, addirittura ci sono di minori, anche neonati, che rischiano la vita per overdose. Il vostro ruolo è fondamentale…
«Il ruolo della professione in questo campo è noto. Noi abbiamo lo scopo di accompagnare la fragilità delle famiglie, della genitorialità e di garantire a quei minorenni di crescere in un ambiente capace di tutelarli e farli crescere nel miglior modo possibile. Le crisi familiari, le difficoltà dei genitori spesso riverberano sulla salute del bambino. In un approccio che deve vedere tutti insieme, comunità professioni e assistenti sociali ma non solo tutti orientati verso il benessere del bambino e l’accompagnamento di quella famiglia».
A proposito di lavoro interdisciplinare, voi avete avviato insieme alle altre federazioni delle professioni sanitarie un tavolo congiunto che ha visto il plauso del Ministro Speranza. Come procede questo lavoro?
«Prosegue e dovrà proseguire nei prossimi mesi e anni anche in collaborazione con il ministero proprio per garantire professionalità sinergiche e adeguate a favore dei cittadini e del loro diritto alla salute che è un diritto costituzionale che solo tramite la formazione e dei professionisti tutti insieme deve esser garantito»