Accordo tra Regione Friuli-Venezia Giulia e Prefettura di Trieste per un protocollo operativo a tutela della salute delle Forze di Polizia, degli operatori e dei migranti stessi. Saranno allestite strutture di primissima accoglienza con i requisiti minimi essenziali di igiene e profilassi. Soddisfatto il SAP
Un controllo sanitario a tutti gli immigrati provenienti dalla Rotta Balcanica. Dopo anni di sollecitazioni da parte del Sap (Sindacato autonomo di Polizia), è stato raggiunto un accordo tra Regione Friuli-Venezia Giulia e Prefettura di Trieste per un protocollo operativo che sarà redatto da un gruppo di lavoro formato da: istituzioni, servizio sanitario e organizzazioni di volontariato, a tutela della salute delle Forze di Polizia, degli operatori e dei migranti stessi. «Il contrasto agli ingressi irregolari lungo la rotta balcanica – ha spiegato il governatore Massimiliano Fedriga – ha giocoforza anche un aspetto sanitario. Con il rafforzamento dei pattugliamenti lungo la frontiera vi è la necessità di intensificare anche i controlli sanitari. Bisogna essere in grado di verificare in condizioni di sicurezza lo stato di salute delle persone intercettate, per pervenire la diffusione di eventuali malattie, e proteggere in primo luogo gli agenti di polizia preposti ai controlli. Da qui la decisione di attivare un percorso che preveda l’assistenza costante di operatori della sanità in affiancamento alle forze di Polizia a valle delle operazioni di rintraccio delle persone che intendono raggiungere in maniera irregolare il Friuli-Venezia Giulia». Un’emergenza oggi più che mai stringente, dal momento che solo nelle ultime 48 ore sono stati più di cento i rintracci di giovani, tutti uomini, tra i 20 e i 30 anni di nazionalità afgana, pakistana, ma anche tunisina, algerina che sono arrivati in Italia attraverso la rotta balcanica.
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«Per questo motivo, – ha aggiunto il vicepresidente della Regione e assessore alla salute Riccardo Riccardi – sarà costituito un nucleo di operatori sanitari in grado di operare sull’intero territorio regionale a supporto delle Forze dell’ordine nell’affrontare le situazioni più critiche. L’attuazione di programmi di prevenzione – ha evidenziato Riccardi – e soprattutto l’allestimento di strutture di primissima accoglienza con i requisiti minimi essenziali di igiene e profilassi, sono il più efficace sistema per contenere il rischio di contrarre e diffondere malattie infettive o parassitarie».
Da rilevare che queste attività sono mirate anche a tutelare gli operatori delle Forze di polizia, e rientrano nel tema della sicurezza sul lavoro, motivo per il quale sarà possibile anche utilizzare risorse statali in materia. Trovate le risorse economiche, dunque, non resta che rendere operativo un progetto che sulla carta rappresenta una garanzia per operatori volontari e forze dell’ordine. «Dopo l’istituzione delle pattuglie miste italo-slovene, che hanno fatto il loro esordio ufficiale proprio oggi, il Sap valuta positivamente questa attenzione sanitaria – aggiunge il segretario provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia, Lorenzo Tamaro – Un ottimo risultato che fa ben sperare in un reale cambiamento nella gestione del fenomeno, troppo a lungo abbandonato. Non sono mancati in passato, infatti, casi di pulci ed epatite gestiti in una situazione di assoluta improvvisazione. Con il nuovo protocollo operativo questo non dovrà più accadere».