«Da anni non vediamo importanti cambiamenti di rotta in Italia: giovani e giovanissimi alimentano la popolazione dei fumatori che non diminuisce». Così il Direttore del Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità
La principale causa di morte in Italia è il fumo di tabacco. Un killer conosciuto ed “evitabile” da cui devono stare alla larga soprattutto giovani e giovanissimi. I dati emersi dall’OSSFAD del Centro Nazionale Dipendenza e Doping dell’Istituto Superiore di Sanità, che sono stati presentati in occasione della giornata mondiale #NOTOBACCODAY, ci consegnano un quadro allarmante: i ragazzi tra i 14 e i 17 anni accendono la prima sigaretta alle scuole superiori, una piccola parte perfino alle elementari ed uno su dieci è consumatore abituale di tabacco. I risultati del Rapporto sul fumo in Italia sono stati presentati dal Direttore del Centro, la dottoressa Roberta Pacifici, che ha acceso i riflettori sui rischi per gli adolescenti e ha indicato a Sanità Informazione le strategie di supporto alla cessazione dal fumo di tabacco.
Dottoressa che cosa emerge dai risultati del rapporto nazionale antifumo?
«Purtroppo emerge che abbiamo un aumento dei fumatori di un punto percentuale rispetto allo scorso anno e, soprattutto, il rapporto offre lo spaccato inquietante sui giovani. Tra gli adolescenti italiani – età compresa tra i 14 ed i 17 anni – l’11% fuma abitualmente, il 13% occasionalmente ed il 20% lo ha, in ogni caso, provato. È questo, secondo noi, l’aspetto più serio da prendere in considerazione: il 47% dei giovanissimi vengono comunque in contatto con i prodotti del tabacco. A tutto questo, è anche correlato uno stile di vita sbagliato. Questo è un segnale molto grave perché loro rappresentano il serbatoio di riserva per il tabagismo continuando ad alimentare la popolazione dei fumatori che non diminuisce. Chiaramente, è questo il motivo per cui ormai non vediamo importanti cambiamenti di rotta nella prevalenza dei fumatori in Italia».
Smettere di fumare non è semplice: per chi non riesce a farlo, esistono dei prodotti alternativi validi?
«Io consiglio a tutte le persone che sono veramente intenzionate a smettere di fumare di rivolgersi ai centri antifumo distribuiti su tutto il territorio nazionale. Vi operano professionisti che sanno personalizzare gli interventi: è molto importante comprendere che ogni fumatore ha una sua storia e deve essere preso in carico con la sua storia e la sua esperienza. Oggi, abbiamo molti strumenti efficaci a disposizione per affrontare e risolvere questo grave problema di salute pubblica: i farmaci, la terapia comportamentale individuale o di gruppo. Le risorse per aiutare i fumatori ci sono ma è importante affidarsi agli specialisti».