Salute 12 Giugno 2023 18:08

Caso Folbigg, gene CALM 2 causò morte bambini. Parla Schwartz autore della scoperta

Il direttore del Centro per lo studio e la cura delle aritmie cardiache di origini genetiche di Auxologico spiega cos’è la calmodulinopatia e perché un elettrocardiogramma nel primo mese di vita dei bambini può salvarli

Caso Folbigg, gene CALM 2 causò morte bambini. Parla Schwartz autore della scoperta

È stata una mutazione genetica a causare le morti improvvise dei figli di Kathleen Folbigg. E così dopo 20 anni di reclusione la donna, considerata la peggior killer d’Australia, ha riacquistato la libertà. Una sentenza ribaltata grazie a due fattori: lo studio di Peter Schwartz, direttore del Centro per lo studio e la Cura delle Aritmie Cardiache di Origine Genetica e del Laboratorio di Genetica Cardiovascolare di Auxologico  e di altri scienziati, massimi esperti mondiali nella ricerca e nella cura delle aritmie genetiche, che hanno individuato la mutazione del gene CALM2; e la capacità di ascolto della giustizia australiana  che non si è fermata al giudizio degli specialisti locali, ma ha aperto il dibattito a livello mondiale.

La scoperta di Schwartz sul caso Folbigg

La giustizia, dunque, si è chinata alla scienza che, per la prima volta, è stata in grado di ribaltare una sentenza, mettendo in luce gli effetti della mutazione genetica capace di portare all’evento fatale. Il  merito principale va al Professor Peter Schwartz che a Sanità Informazione racconta «Nel 2019 sono stato contattato dalla genetista spagnola Carola Vinuesa perché aveva scoperto che due bambine e la madre, Kathleen Folbigg, avevano una mutazione del gene denominato CALM2».

Il ruolo della calmodulina nelle aritmie

Nel 2013 proprio Schwartz con il suo team aveva identificato nella calmodulina la principale responsabile di aritmie, alcune gravissime e mortali, con una sintomatologia simile a quella prodotta dalla sindrome del QT lungo di cui lui è il massimo esperto mondiale. «La Calmodulina è una proteina che controlla la concentrazione del calcio nelle cellule ed è codificata con tre geni. Le mutazioni su questi geni determinano la calmodulinopatia, una malattia genetica estremamente rara che influisce sulla trasmissione del segnale elettrico nel cuore e  può causare la morte in particolare nei bambini molto piccoli, spesso con una presentazione clinica simile a quella della sindrome del QT lungo».

Un registro internazionale dei dati dal 2015 riapre il caso Folbigg

L’intuizione di Vinuesa e il coinvolgimento di Schwartz con altri due massimi esperti mondiali, un biochimico danese – che aveva prodotto nel 2021 un lavoro su come la mutazione sul gene CALM2 potesse causare morte improvvisa – e il professor Peter Fleming di Bristol che, in sede processuale, aveva dichiarato che non esistevano le evidenze di un omicidio nel caso Folbigg, hanno dato una svolta al caso. Ma a pesare in maniera determinante sulle sorti della donna sono state le dichiarazioni in sede processuale di Schwartz: «Sono stato interpellato dalla magistratura australiana anche perché nel 2015 avevo creato il registro internazionale di tutti i pazienti che hanno queste mutazioni, essendo una forma rarissima. Chi in Australia parlava di questa mutazione faceva affermazioni basandosi su tre o quattro casi, io ne avevo già all’inizio più di 70, oggi siamo ad un aggiornamento del registro con 140 pazienti».

Ragionevole dubbio sul caso Folbigg, quindi la scarcerazione

Questo ha dato luogo ad un nuovo processo, a fine agosto 2022. Il giudice australiano non si è limitato a sentire i pareri locali, ma ha interpellato esperti in tutto il mondo. E per ogni affermazione fatta dai colpevolisti chiedeva vari pareri. Schwartz con 15 affermazioni giurate ha dato la sua versione.  «Non so se questa donna abbia o no ucciso i suoi bambini, di sicuro posso affermare al cento per cento che le mutazioni presenti sono causa più che sufficiente per giustificare una morte improvvisa – sottolinea -. Questo ha portato alla decisione di ragionevole dubbio e di conseguenza alla scarcerazione della donna».

Il gene difettoso e i geni modificatori

A dare un quadro ancora più preciso di quanto accaduto nel caso Folbigg, la scoperta di Schwartz sui geni modificatori presenti in tutti i quattro figli, ma non nella madre.  «La morte improvvisa non sempre avviene al primo episodio – fa notare Schwartz –  spesso prima vi sono  episodi di svenimento e  perdita di coscienza.  Esistono anche fattori genetici che possono modificare l’effetto della  mutazione. Nel caso Folbigg hanno avuto un ruolo importante proprio  i geni modificatori, ovvero varianti genetiche relativamente comuni che ognuno di noi può avere e che in presenza di una mutazione possono aumentare il rischio.   Le due bambine hanno preso il gene mutato dalla madre e il gene modificatore che ha amplificato gli effetti della malattia dal padre».

Perché è importante l’elettrocardiogramma nel primo mese di vita

Salvare un bambino col gene mutato CALM2 come per il QT lungo è possibile. Lo ribadisce proprio il direttore del Centro per lo studio e la cura delle aritmie cardiache di Auxologico. «L’elettrocardiogramma nel primo mese di vita può essere rivelatore – ammette -. Si tratta di un esame a basso costo (11 euro a bambino) che permette di sapere se il bambino presenta la sindrome del QT lungo oppure altre alterazioni (come quella del gene CALM2)».

La richiesta al governo

Fare prevenzione è possibile con un elettrocardiogramma ad un mese di vita. «Un esperimento è stato fatto quando al governo c’era Umberto Veronesi, come Ministro della Sanità. Poi purtroppo, una volta caduto il governo, non se ne è fatto più nulla – ricorda Schwartz -. Fortunatamente ancora oggi ci sono centri che fanno l’esame nel primo mese di vita e altri con cui collaboro che hanno portato l’elettrocardiogramma nelle scuole elementari. Purtroppo, sono azioni a macchia di leopardo, invece dovrebbe esserci un impegno del governo a estendere l’esame a tutti i neonati e ai bambini delle scuole elementari».

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