Figliuolo punta dritto alla meta: superare l’86% di prime dosi e arrivare al tetto di 90. L’Italia ha fatto meglio di Francia, Germania e Regno Unito e ora punta a un nuovo risultato con le terze dosi
«Il ritorno alla normalità è stato conquistato non senza fatica, ancora oggi ci sono delle limitazioni e dobbiamo continuare con le precauzioni e i comportamenti virtuosi. Comportamenti che ci danno la garanzia di poter continuare ad andare verso una piena normalità in tutte le sue forme, non ultima quella dell’esercizio delle attività legate alla giustizia, che sono il fondamento di un Paese civile quale l’Italia». Parla il commissario straordinario all’emergenza coronavirus, generale Francesco Paolo Figliuolo, e lo fa nel messaggio inviato in occasione del Salone della Giustizia.
«La campagna – aggiunge – sta continuando perché il nostro obiettivo è sfondare la soglia dell’86% di prime dosi per portarci ancora più avanti verso il 90%». Già in estate Figliuolo aveva ammesso che si sarebbe sentito sicuro solo con numeri superiori a questa percentuale, ma solo tre mesi fa sembrava una soglia impossibile da raggiungere. Mentre, ha ricordato, ad oggi oltre 46 milioni e mezzo di cittadini over 12 in Italia hanno fatto almeno una dose di vaccino. «Questi dati fanno sì che l’Italia si posizioni davanti a Paesi come la Germania, la Francia e il Regno Unito, per numero di vaccinati, ben al di sopra della media europea», conferma Figliuolo.
«Il cambio di passo impresso alla campagna vaccinale ha fatto registrare una forte crescita del numero di somministrazioni giornaliere e, al tempo stesso, un drastico calo del numero di ricoveri, delle terapie intensive e di decessi legati al Covid-19, allentando la pressione sulle strutture ospedaliere e liberando risorse per la cura di altre gravi patologie», aggiunge.
«La campagna vaccinale – conclude il commissario straordinario all’emergenza coronavirus – sta vedendo oggi una ulteriore novità che è il recente inizio della somministrazione delle terze dosi, per ora riservate agli immunocompromessi, al personale sanitario, ai più vulnerabili come gli ospiti e gli operatori delle Rsa, e a tutte le persone che hanno superato i 60 anni di età, che hanno completato il ciclo vaccinale da almeno sei mesi».
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