Il presidente FNOMCeO fa un appello ai due genitori modenesi ad ascoltare i medici responsabili dell’operazione cardiaca del loro figlio. Ora la questione è in mano al giudice tutelare, loro chiedono solo sangue “non vaccinato”
È una storia che tutti vorremmo non fosse vera, quella dei genitori che fermano l’intervento al cuore del loro figlio perché le trasfusioni di sangue vengono da donatori vaccinati contro Covid-19. Eppure è successo, all’ospedale Sant’Orsola di Bologna, anche se i genitori in questione sono originari di Modena. Ora a decidere sarà il giudice tutelare. Un momento di grande amarezza, commentato dal presidente FNOMCeO Filippo Anelli con molta comprensione e una richiesta di fiducia verso i medici, migliori consiglieri in situazioni come queste.
Alla fine del mese di gennaio è stata richiesta esplicita della famiglia quella di sospendere l’intervento al cuore del proprio figlio perché le trasfusioni di sangue necessarie sarebbero arrivate da vaccinati. I genitori si sono dichiarati “no vax” e hanno preteso solo sangue proveniente da persone che non avessero effettuato alcun genere di profilassi contro il virus. I due, membri di varie chat no vax, avrebbero fatto girare un appello per reperire volontari non immunizzati, pronti a donare il sangue per il proprio figlio. Un’ipotesi a cui l’ospedale prima e poi il centro trasfusionale si sono opposti, viste le regole per la donazione molto chiare e finalizzate ad evitare complicazioni. Ora la faccenda è in mano agli avvocati.
«Comprendiamo le paure dei genitori: quando a soffrire è un bambino, un figlio, ci si aggrappa a qualunque appiglio, credendo di fare il suo bene, di tutelarlo. Per quello che può valere, li preghiamo di ascoltare i medici che lo hanno in cura e che sapranno scegliere la terapia migliore per lui, senza ritardare le cure», è comprensivo il presidente Anelli ma lancia alla famiglia modenese un appello fermo.
«I protocolli che regolano le donazioni, e che non permettono di scegliere il donatore, sono scritti nell’interesse dei pazienti, per rendere i processi sicuri – spiega – Del resto, non comporta alcun pericolo ricevere sangue da donatori vaccinati contro il Covid-19». «Chiediamo quindi ai genitori di avere fiducia nei medici, che sono pronti a spendere tutte le loro conoscenze e competenze per questo paziente così prezioso – conclude Anelli -. E di dare al loro bambino la possibilità di guarire, possibilità tanto più alta quanto più tempestivo sarà l’intervento. A loro, e al piccolo paziente, va il nostro abbraccio e il nostro in bocca al lupo per la prova che deve affrontare e in cui non sarà solo, ma accompagnato dai suoi medici e dall’affetto e la speranza di tutti noi».
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