Ospedali sempre più vuoti e decessi in deciso calo, ma Fondazione Gimbe segnala come i criteri per la zona bianca possano scoraggiare le Regioni al testing & tracing. Apertura delle prenotazioni per il vaccino a tutte le età, ma oltre 3,3 milioni di over 60 sono ancora senza copertura
Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 26 maggio-1 giugno 2021, rispetto alla precedente, un’ulteriore diminuzione di nuovi casi (22.412 vs 30.867) e decessi (720 vs 1.004). In netto calo anche i casi attualmente positivi (225.751 vs 268.145), le persone in isolamento domiciliare (218.570 vs 258.265), i ricoveri con sintomi (6.192 vs 8.557) e le terapie intensive (989 vs 1.323).
In dettaglio, rispetto alla settimana precedente, si registrano le seguenti variazioni:
«Da 11 settimane consecutive – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto postitivi/casi testati, sia per la diminuzione dell’attività di testing. Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno». Il calo dei nuovi casi settimanali si conferma in tutte le Regioni, ad eccezione di un aumento percentuale in Molise, irrilevante in valore assoluto.
«Grazie alle coperture vaccinali di anziani e fragili – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe – continua il progressivo svuotamento degli ospedali. L’occupazione dei posti letto Covid a livello nazionale si attesta al 10% in area medica e all’11% in terapia intensiva, con tutte le Regioni sotto le soglie di allerta». In dettaglio, dal picco del 6 aprile i posti letto occupati in area medica sono scesi da 29.337 a 6.192 (-78,9%) e quelli in terapia intensiva da 3.743 a 989 (-73,6%). Scende meno rapidamente la curva delle persone in isolamento domiciliare: dal picco del 28 marzo si sono ridotte da 540.855 a 218.570 (-59,6%).
In questa fase di diminuita circolazione del virus e allentamento della pressione sugli ospedali si rilevano due criticità: da un lato la riduzione dell’attività di testing che attesta la rinuncia al tracciamento dei casi, dall’altro una rilevante eterogeneità regionale nell’attività di sequenziamento. In dettaglio:
«Nonostante l’incremento di consegne nell’ultima settimana – spiega il Presidente – per rispettare le forniture previste dal Piano vaccinale entro fine giugno mancano ancora 36,3 milioni di dosi, un numero di consegne non realistico, come ribadiamo da settimane». Infatti, il Commissario Straordinario ha annunciato che a giugno le Regioni riceveranno oltre 20 milioni di dosi, un quantitativo che chiuderebbe il consuntivo delle forniture trimestrali con circa 15 milioni di dosi in meno rispetto alle previsioni.
Al 2 giugno, il 40,3% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino (n. 23.852.541) e il 20,7% ha completato il ciclo vaccinale (n. 12.294.543). Considerato che le Regioni stanno utilizzando la quasi totalità delle dosi a disposizione, il mancato decollo delle consegne condiziona il numero di somministrazioni, ormai stabili da un paio di settimane (figura 9) con la media mobile a 7 giorni che ha raggiunto 500 mila inoculazioni/die.
L’81,5% degli over 60 ha ricevuto almeno la prima dose di vaccino, con alcune differenze regionali: se Puglia, Umbria, Lazio, Lombardia, Veneto e Molise superano l’85%, la Sicilia resta ancora sotto il 70%.
In dettaglio:
«Mentre iniziano a salire le coperture nelle fasce d’età 50-59 e 40-49 anni – precisa Gili – sono ancora oltre 3,3 milioni gli over 60 ad elevato rischio di ospedalizzazione e decesso che non hanno ricevuto nemmeno la prima dose di vaccino». Più precisamente l’8% degli over 80 (n. 357.683), il 16,3% della fascia 70-79 (n. 971.466) e il 26,6% della fascia 60-69 anni (n. 1.979.297).
«Il netto miglioramento del quadro pandemico – conclude Cartabellotta – se da un lato attesta il successo del “rischio ragionato”, dall’altro richiede che il prudente ottimismo sia accompagnato da una strategia condivisa tra Governo e Regioni per garantire l’irreversibilità delle riaperture».
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