Salute 26 Marzo 2021 10:01

GIMBE, nel 25imo dalla fondazione il punto su passato, presente e futuro del nostro Ssn

Il presidente Cartabellotta: «I fondi del Recovery non vengano usati per costosi lifting del sistema ma per riforme coraggiose che promuovano l’uguaglianza nell’assistenza»
GIMBE, nel 25imo dalla fondazione il punto su passato, presente e futuro del nostro Ssn

L’esperienza pandemica come un’imperdibile occasione per riformare il nostro sistema sanitario: il punto di partenza per riforme coraggiose quanto necessarie, facendo tesoro di tutto ciò che l’emergenza ha portato alla luce, sebbene in un modo che non ci saremmo mai aspettati né augurati. Non si tratta solo di salvare il salvabile, ma di ripensare completamente criteri e applicazioni dell’assistenza sanitaria nel nostro Paese, sfruttando nel migliore dei modi anche i fondi del Recovery. È questo il fondamentale messaggio emerso dal confronto tra il presidente di Gimbe Nino Cartabellotta e il giornalista Riccardo Iacona, in occasione della giornata dedicata al 25imo compleanno della Fondazione, di cui Sanità Informazione è stata media partner.

Inquadrando il contesto attuale «oggi in Italia la situazione è ancora critica – esordisce Cartabellotta – e seppur con nette differenze tra Regioni il coronavirus circola in modo ancora molto sostenuto. Contemporaneamente, la campagna vaccinale procede a macchia di leopardo tra una Regione e l’altra, soprattutto nei confronti della fascia degli ultraottantenni che fino ad oggi hanno pagato il prezzo più alto in termini di vite».

E proprio a proposito della campagna vaccinale, sul cambio di passo necessario in futuro per garantirci una autosufficienza dal punto di vista produttivo, visto che l’esigenza di vaccini anti-Covid potrebbe essere a tempo indeterminato, il presidente Gimbe non ha dubbi: «La liberalizzazione dei brevetti è inutile senza cessione del know how e la produzione delle apparecchiature. Moderna il suo l’ha liberalizzato, ma nessuno lo produce perché manca il know how. La riconversione degli impianti per implementare le nostre capacità produttive è impensabile dall’oggi al domani, ma nel nostro futuro sarà essenziale. Semplicemente, avremmo dovuto pensarci molto prima».

Alla domanda del giornalista sul perché il nostro Ssn abbia annaspato di fronte a una domanda così improvvisa, Cartabellotta ricorda di come, nel report di giugno 2019, Gimbe definì il nostro Snn come «un paziente pluripatologico, con due mali “principali”: il definanziamento e i tagli in primis, con 37 miliardi persi negli ultimi 10 anni soprattutto in capitale umano, posti letto e innovazione tecnologica. In secundis, l’iniquità e le disuguaglianze causate dal fatto che la sanità è materia concorrente tra Stato e Regioni, con le Regioni a cui spetta la parte organizzativa. E questo assetto in pandemia – continua Cartabellotta – ha evidenziato quell’area grigia di assunzione di responsabilità, in molte occasioni finita con uno scaricabarile reciproco tra Stato e Regioni, di cui a farne le spese sono stati i cittadini».

Tornare quindi a una sanità centralizzata? «È impossibile, anche da un punto di vista costituzionale – osserva il presidente Gimbe – ma è possibile (e auspicabile) aumentare i poteri di verifica dello Stato sulle Regioni: prevenire quindi i piani di rientro, un espediente adottato quando ormai il danno è fatto; uscire dall’ottica delle” eccellenze”, non è questo il parametro per misurare l’efficacia della sanità, ma l’accessibilità concreta all’assistenza territoriale, lavorando non più solo sulle disparità tra le varie Regioni, ma anche tra i piccoli centri e le aree metropolitane; investire in servizi efficaci di prevenzione, come gli screening oncologici e le campagne per la modifica del proprio stile di vita, invece che sprecare 10 miliardi all’anno in prescrizioni inappropriate, interventi chirurgici a scopo preventivo, ricoveri e farmaci inutili».

Tornando alla situazione attuale, il confronto si sposta su cosa stiamo continuando a sbagliare a ogni ondata. «Abbiamo un sistema territoriale frammentato in condizioni ordinarie, figuriamoci straordinarie. La prima ondata – osserva Cartabellotta – l’abbiamo gestita quasi esclusivamente con lockdown e ospedali; il problema è arrivato a settembre, quando montava già la seconda ondata e il tracciamento è stato abbandonato dai dipartimenti di prevenzione quasi subito, a 8mila casi al giorno. L’attuale sistema a colori permette di rimanere con gli ospedali sotto controllo, ma non di riprendere in mano il tracciamento, obiettivo cui stanno tendendo molti altri Paesi».

E poi un giorno, presto o tardi, ci sarà il post-Covid da gestire: liste d’attesa chilometriche e tutto il resto dell’assistenza negata. «Senza contare – afferma Cartabellotta – i nuovi bisogni di salute generati proprio dalla pandemia: pensiamo a tutto il disagio psicologico dei giovani, ma anche i fenomeni del long Covid e la relativa riabilitazione. Un errore macroscopico sarebbe investire in tecnologie e non in personale: l’età media aumenta sempre di più, e ci sarà sempre più bisogno di infermieri che non di medici, eppure continuiamo ad avere il rapporto più basso tra medici e infermieri secondo l’OCSE. E teniamo presente che il capitale umano non si crea velocemente come le tecnologie e le attrezzature».

L’arrivo dei 20 miliardi del Recovery Plan è infine un’occasione unica da non sprecare. «Dobbiamo farci una domanda – afferma Cartabellotta – e cioè: questi soldi li useremo per mettere una pezza al nostro Ssn o per rilanciarlo? Per mettere in piedi servizi di assistenza che rispondano alle esigenze reali della popolazione, o solo un costoso lifting a un sistema che fa acqua da tutte le parti? Abbiamo avuto in meno di un anno finanziamenti che non siamo riusciti ad ottenere in un decennio – conclude il presidente Gimbe – ma senza organizzazione e una buona dose di coraggio difficilmente riusciremo a raggiungere il nostro obiettivo: un’assistenza sanitaria senza disuguaglianze».

 

Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato

Articoli correlati
Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B: risparmio e sostenibilità per il SSN con polatuzumab a un anno dall’approvazione
Ad un anno dall'approvazione dell’ anticorpo farmaco-coniugato polatuzumab per il trattamento di prima linea del Linfoma Diffuso a Grandi Cellule B , uno studio ne ha misurato l’impatto terapeutico ed economico. --I pazienti in cura con polatuzumab hanno meno probabilità di ricevere successive linee di trattamento, con un risparmio stimato per il SSN di circa 12.300 euro a paziente nel primo anno
La Sanità è diventata un bene di lusso, cresce l’impoverimento delle famiglie
Secondo il 19° Rapporto del CREA Sanità "al Ssn servono 15 miliardi per non aumentare il distacco dal resto dell’UE, personale carente e sottopagato. Rispetto ai partner EU, il nostro Paese investe meno nella Sanità, aumenta la spesa privata ed è a rischio l’equità del sistema". Digitalizzazione necessaria per le “nuove cronicità"
Medici e cittadini contro la deriva del Ssn: manifestazioni il 15 giugno nelle piazze e sciopero in vista
Fermare la deriva verso cui sta andando il nostro Servizio sanitario nazionale, con liste di attesa lunghissime per accedere alle prestazioni, personale medico e infermieristico allo stremo, contratti non rinnovati e risorse insufficienti per far fronte all’invecchiamento progressivo della nostra popolazione e dunque della crescente richiesta di cure per malattie croniche. E’ l’appello che arriva […]
SSN, Camera approva mozioni. Quartini (M5S): «Investire almeno il 10% della spesa sanitaria in prevenzione»
Il capogruppo pentastellato in commissione Affari sociali boccia le politiche sulla sanità del governo Meloni: «Continua definanziamento, almeno 8% del PIL vada a spesa sanitaria». E contesta il numero chiuso a Medicina
Sanità, Cittadini (Aiop): «SSN pilastro fondamentale, Governo lo tuteli»
Secondo la presidente Aiop Cittadini «oltre ai problemi strutturali che affliggono il sistema da anni, la pandemia, la guerra russo-ucraina e la crisi energetica stanno mettendo in grande difficoltà il SSN e più volte abbiamo evidenziato il pericolo che si debba ricorrere al blocco delle prestazioni sanitarie a causa del caro bollette e di una crisi che investe a catena l’intero indotto del settore»
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Disabilità, Legge 62: “Da settembre 2025 sperimentazione estesa ad altre 10 province”

Il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli: “Il cambiamento è iniziato e indietro non si torna”
Advocacy e Associazioni

Obesità: “Misura il girovita e scopri il tuo rischio cardiometabolico”

Al via la campagna nazionale “Per un cuore sano, conta ogni centimetro”, promossa dalla Fondazione Italiana per il Cuore, con il  patrocinio del Ministero della Salute e il sost...
Sanità

Farmacia dei servizi. Cossolo (Federfarma): “In due anni, con nuova convenzione, sarà realtà in ogni parte d’Italia”

All’evento “We Health”, promosso da Homnya in collaborazione con Federfarma, il bilancio degli anni di sperimentazione dei nuovi servizi
Nutri e Previeni

Giornata dei legumi, Iss: “Meno della metà degli italiani ne mangia a sufficienza”

Lo dimostra il progetto dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) 'ARIANNA-Aderenza alla Dieta Mediterranea in Italia', condotto su un campione totale di 3.732 persone