Cartabellotta: «Discesa della quarta ondata non significa circolazione endemica del virus né, tantomeno, fine della pandemia. Sono distorsioni della realtà che disorientano la popolazione e rischiano di legittimare decisioni azzardate»
Il monitoraggio indipendente della Fondazione GIMBE rileva nella settimana 16-22 febbraio 2022 una diminuzione di nuovi casi (349.122 vs 439.707) e decessi (1.828 vs 2.172). In calo anche i casi attualmente positivi (1.291.793 vs 1.550.410), le persone in isolamento domiciliare (1.277.821 vs 1.533.689), i ricoveri con sintomi (13.076 vs 15.602) e le terapie intensive (896 vs 1.119).
Nel dettaglio:
«Da quattro settimane – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – i nuovi casi settimanali sono in calo: sono circa 350 mila con una riduzione del 20,6% rispetto alla settimana precedente. Tale riduzione è imputabile sia alla ridotta circolazione virale che al calo dei tamponi, il cui tasso di positività si mantiene sostanzialmente stabile». Nella settimana 16-22 febbraio in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi. Si registra un ulteriore calo dei tamponi totali (-19,6%): da 4.108.946 della settimana 9-15 febbraio a 3.303.720 della settimana 16-22 febbraio 2022. In particolare, i tamponi rapidi si sono ridotti del 19,2% (-590.759) e quelli molecolari del 20,8% (-214.467).
«Stabile la riduzione percentuale della pressione sugli ospedali – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – dove i posti letto occupati da pazienti COVID diminuiscono sia in area medica (-16,2%) che in terapia intensiva (-19,9%)». «Si conferma un’ulteriore riduzione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – la cui media mobile a 7 giorni scende a 66 ingressi/die rispetto agli 80 della settimana precedente». Diminuiscono ancora i decessi: 1.828 negli ultimi 7 giorni (di cui 101 riferiti a periodi precedenti), con una media di 261 al giorno, rispetto ai 310 della settimana precedente.
Al 23 febbraio l’85,4% della popolazione (n. 50.597.317) ha ricevuto almeno una dose di vaccino e l’83% (n. 49.167.918) ha completato il ciclo vaccinale. Nella settimana 16-22 febbraio si registra un ulteriore calo dei nuovi vaccinati: 59.033 rispetto ai 111.002 della settimana precedente (-46,8%). Di questi il 33,2% è rappresentato dalla fascia 5-11: 19.628, in netta flessione rispetto alla settimana precedente (-57,1%). Nonostante l’obbligo vaccinale e l’entrata in vigore dell’obbligo di green pass rafforzato sui luoghi di lavoro, tra gli over 50 il numero di nuovi vaccinati scende ulteriormente, attestandosi a quota 15.255 (-44% rispetto alla settimana precedente). In continuo calo anche le fasce 12-19 e 20-49. Al 22 febbraio sono 7,07 milioni le persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,17 milioni guarite da COVID-19 da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette. Le persone attualmente vaccinabili sono circa 4,9 milioni, un dato che tuttavia non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto.
Con la Circolare del 20 febbraio 2022 il Ministero della Salute – congiuntamente al Consiglio Superiore di Sanità, all’Agenzia Italiana del Farmaco e all’Istituto Superiore di Sanità – raccomanda la quarta dose nelle persone immunodepresse che hanno completato il ciclo primario di tre dosi. Si tratta di una dose con funzione di booster, somministrata ad un intervallo di almeno 120 giorni dalla terza dose (cd. dose addizionale). Per quanto riguarda la popolazione generale, invece, già il 18 gennaio la European Medicines Agency (EMA) aveva chiarito che, al momento, non ci sono sufficienti evidenze scientifiche per raccomandare, o meno, la quarta dose di vaccino. Qualora i dati dimostrassero la necessità di un richiamo annuale, è verosimile che la priorità sarà data alle persone anziane e fragili, sia perché più esposte al rischio di malattia severa, sia perché sono state le prime a ricevere la dose booster.
«La quarta ondata – conclude Cartabellotta – è in piena fase discendente, con evidente riduzione della pressione ospedaliera e dei decessi. Tuttavia, 50 mila nuovi casi al giorno, tasso di positività dei tamponi al 10% e quasi 1,3 milioni di casi attualmente positivi dimostrano che la circolazione del virus è ancora piuttosto elevata. In altri termini, se i dati consentono di guardare avanti con ragionevole ottimismo, non è accettabile “approfittare” della fine dello stato di emergenza per confondere le carte in tavola: discesa della quarta ondata non significa circolazione endemica del virus né, tantomeno, fine della pandemia. Tali accezioni, infatti, rappresentano distorsioni della realtà che disorientano la popolazione e rischiano di legittimare decisioni azzardate. Indipendentemente dal termine dello stato di emergenza, al momento è impossibile abolire misure di sanità pubblica come mascherine al chiuso e isolamento dei positivi, indispensabili per consentire la completa riapertura di tutte le attività. Infine lo sguardo deve essere sin da ora rivolto al prossimo autunno-inverno: se è ragionevolmente certa una tregua nei prossimi mesi, questo tempo prezioso deve essere sfruttato al meglio per un’adeguata programmazione. Perché con il nuovo inverno il risveglio dal “sogno collettivo” potrebbe essere molto brusco».
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