Sono più di tre milioni gli italiani che convivono con un Disturbo della Nutrizione e Alimentazione (DNA) e tra questi soffrono di anoressia o bulimia circa il 10% delle ragazze e meno dell’1% dei ragazzi. “I Disturbi della Nutrizione e Alimentazione, infatti, pur avendo subito un incremento notevole nell’universo maschile, restano comunque patologie nettamente più diffuse in quello femminile. L’Ostetrica/o – commenta la Vice Presidente della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica, Caterina Masè, alla vigilia della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla 2025, che si celebra il 15 marzo di ogni anno – è la figura sanitaria presente in tutte le fasi della vita della donna e, quindi, rappresenta una risorsa nel campo della prevenzione sia primaria che secondaria anche per la tematica relativa ai Disturbi della Nutrizione e Alimentazione”.
“È di solito nei consultori che le adolescenti hanno il primo contatto con l’Ostetrica/o ed è in questo stesso momento che noi professionisti sanitari abbiamo la possibilità di rilevare segni, sintomi, o anche semplicemente campanelli di allarme, che ci facciano ipotizzare la presenza di un Disturbo della Nutrizione e Alimentazione. Sospetto di fronte al quale verrà proposto la presa in carico da parte dell’equipe multidisciplinare ed invio ai centri specializzati”, aggiunge la dottoressa Masè. Molte problematiche ginecologiche infatti – come irregolarità mestruali, amenorrea -, derivano da una cattiva alimentazione così come, anche l’infertilità può essere la conseguenza di disturbi alimentari: “Si stima, infatti, che circa il 12% dei casi di infertilità femminile sia dovuta a problemi legati al peso (sovrappeso o sottopeso) e che i disturbi alimentari siano tra le principali cause di squilibri ovulatori che possono condizionare la fertilità”, aggiunge l’Ostetrica.
La gravidanza è un altro momento importante, spesso vissuta come un periodo di grandi cambiamenti per la donna, i cui conflitti psicologici, prima latenti, possono assumere una dimensione più accentuata. “È frequente che le donne che hanno sofferto di Disturbi della Nutrizione e Alimentazione precedentemente o che li sviluppano in gravidanza, nelle prime settimane di gestazione fatichino ad accettare non solo i cambiamenti corporei ma anche la nuova dimensione identitaria. Talvolta, invece, durante questo periodo non è raro che i Disturbi della Nutrizione e Alimentazione possano apparire in remissione. Ma in questi casi è frequente che si riacutizzino immediatamente dopo il parto”, spiega la professionista sanitaria.
“È per questo che a prescindere dalla gravità della patologia, le donne affette da Disturbi della Nutrizione e Alimentazione, più o meno gravi, devono essere attentamente seguite da specialisti di riferimento, Ostetrica/o compresa”, evidenzia la dottoressa Masè.
Spesso le donne che sono affette da questi disturbi e i loro famigliari non sono consapevoli della gravità e dei rischi che possono comportare e è per questo che servono azioni di sensibilizzazione e monitoraggio attento nei casi in cui si rilevino:
Un momento estremamente delicato per la vita di una donna, neomamma, che soffre o ha sofferto di Disturbi della Nutrizione e Alimentazione, è lo svezzamento. “È necessario assicurare una giusta informazione e supervisione nella preparazione delle prime pappe e nel bilanciamento della dieta del neonato, poiché quell’abitudine sbagliata di esercitare il controllo del cibo consumato potrebbe ripercuotersi sul neonato e nel tempo essergli trasferita come uno stile di vita, ovviamente del tutto scorretto. Ogni situazione va, dunque, esaminata con estrema attenzione per mettere a punto un percorso di assistenza e cura personalizzato, non dimenticando che i Disturbi della Nutrizione e Alimentazione possono avere anche delle conseguenze sulla salute della donna, in termini di complicanze ostetriche e su quella del feto e del bambino”, conclude la Vice Presidente della FNOPO.
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