Zampa (Sottosegretaria Salute) per la Giornata contro la violenza sulle donne: «Il 57% degli accessi in Pronto Soccorso è di donne che hanno tra i 18 e i 44 anni. È necessario garantire protezione fisica, strutture d’accoglienza in emergenza, aiuto sanitario»
Oltre 16mila donne con almeno un accesso in Pronto Soccorso dal 2017 al 2019, per 19.166 arrivi con diagnosi di violenza. È la denuncia della Sottosegretaria di Stato alla Salute Sandra Zampa, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. I dati del Ministero della Salute mostrano ancora un fenomeno drammaticamente ampio e diffuso, confermato dalle notizie di oggi che contano due nuovi femminicidi in 24 ore.
«Il 57% degli accessi è di donne che hanno tra i 18 e i 44 anni, il 24,4% hanno tra 45 e 64 anni, mentre le minorenni costituiscono il 14,3% del totale e le donne con più di 64 anni sono il 4,3%», si legge in una nota. Se due accessi su tre avvengono perché la donna si reca in Pronto Soccorso di propria iniziativa, quasi un accesso su quattro richiede l’intervento del 118.
«Al 37% di accessi di donne minorenni è assegnato un triage dopo la visita giallo e al 2% un triage rosso. Nelle donne adulte più del 70% degli accessi in Pronto Soccorso di donne adulte è caratterizzato da un triage verde», ricorda Zampa. «Il problema principale riscontrato nel 44% degli accessi in Pronto Soccorso è il trauma, più frequente nelle donne over 35, mentre in più del 70% degli accessi il tipo di trauma rilevato è l’aggressione e il 14% degli accessi è caratterizzato da incidente domestico più frequente nelle donne over 65».
«Dobbiamo lottare ogni giorno contro la violenza sulle donne – è intervenuto il ministro della Salute Roberto Speranza -. È una battaglia culturale e civile che tocca ciascuno di noi. Come Ministro il mio primo impegno è per la tutela della salute. In questa giornata voglio ringraziare tutte le lavoratrici del nostro Servizio Sanitario Nazionale composto per quasi il 70% da donne».
Con il lockdown dovuto a Covid-19, gli episodi di maltrattamento e i rischi tra le mura domestiche si sono aggravati. «L’emergenza pandemica provocata dal coronavirus – spiega la Sottosegretaria – ha di fatto acuito il fenomeno della violenza contro le donne: basti pensare al Numero Rosa 1522, che tra marzo e giugno 2020 ha registrato un numero di chiamate, sia telefoniche sia via chat, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente».
Per contrastare le difficoltà, nel 2020 il Ministero della Salute con l’Istituto Superiore di Sanità si è impegnato a formare operatrici e operatori attivi per aiutare le donne contro la violenza maschile. Iniziato il 29 gennaio 2020, il progetto si è concluso il 29 settembre 2020 e ha visto il coinvolgimento di 26.347 professionisti che operano presso o in collegamento con 642 Pronti soccorso di tutte le Regioni italiane.
«È fondamentale utilizzare modelli d’intervento coordinati, multidisciplinari ed inter-istituzionali, che rispondano in modo efficace ai bisogni delle vittime di violenza. È necessario garantire protezione fisica, strutture d’accoglienza in emergenza, aiuto sanitario, psicologico, legale, economico e un accompagnamento in un nuovo progetto di vita che porti la donna a superare il maltrattamento subito», conclude Zampa.
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