L’importanza di una copertura vaccinale adeguata per ridurre complicanze respiratorie e ospedalizzazioni
Il 12 novembre è la Giornata Mondiale contro la Polmonite, una patologia che, negli ultimi due anni, abbiamo associato perlopiù al Covid. Tuttavia le polmoniti sono anche una delle complicanze più frequenti nelle sindromi influenzali, caratteristiche del periodo invernale, specialmente nei pazienti anziani e con fragilità. Da anni ormai la vaccinazione antinfluenzale e antipneumococcica è uno strumento essenziale nella prevenzione dell’influenza (il cui virus ha la capacità di ledere la mucosa respiratoria) e delle complicanze batteriche a carico dell’apparato respiratorio (polmoniti in primis) dovute allo Pneumococco. Ce ne ha parlato Roberto Ieraci, Vaccinologo Strategie Vaccinali in Regione Lazio.
«Esistono vari vaccini antinfluenzali, relativamente ai quali occorre un’appropriatezza prescrittiva. Il tipo di vaccino deve essere rapportato all’età e allo stato di salute del soggetto, perché nei pazienti anziani c’è una minore risposta immunitaria ai vaccini in generale, ma soprattutto ai vaccini antinfluenzali, legata al fenomeno dell’immunosenescenza. È quindi importante usare il vaccino adatto. Oltre al vaccino antinfluenzale – spiega Ieraci – è raccomandato il vaccino antipneumoccico sequenziale: oggi abbiamo a disposizione l’antipneumococco 13valente coniugato e il 23valente da polisaccaride free, e nei soggetti anziani e/o fragili deve essere somministrata la prima dose 13valente e a distanza di otto settimane il 23valente. Nei soggetti con risposta immunitaria normale, invece, questo lasso di tempo può essere di un anno. Questa differenza nasce dell’esigenza di offrire ai primi una protezione maggiore, in quanto si è visto che la maggior parte delle patologie invasive da pneumococco, comprese le polmoniti, sono legate nel 30-40% dei casi a sierotipi unici contenuti nel 23valente. In più, la vaccinazione antipneumococcica ha un ruolo essenziale nel prevenire l’uso eccessivo di antibiotici e, di conseguenza, nel combattere il pericoloso fenomeno dell’antibioticoresistenza».
«I vaccini antinfluenzali più appropriati per gli anziani sono il quadrivalente, adiuvato con una sostanza che amplifica la risposta immunitari – spiega Ieraci – ma sono adesso disponibili in Europa i vaccini high dose (ad alto dosaggio), un quadrivalente in cui è presente un carico antigenico aumentato di quattro volte rispetto al vaccino standard. Un vaccino particolarmente efficace e sicuro, autorizzato per gli over65».
«Ribadiamo ovviamente l’importanza della vaccinazione antinfluenzale soprattutto in questo ulteriore anno di co-circolazione col Sars-CoV-2, per evitare una “tempesta perfetta” e allentare il carico sugli ospedali – afferma Ieraci – ricordando che la terza dose di vaccino anti-Covid può essere somministrata contestualmente al vaccino antinfluenzale e antipneumococcico, così da ottenere una protezione completa. L’efficacia protettiva della vaccinazione antinfluenzale dipende strettamente dalla percentuale di soggetti vaccinati nella popolazione generale, così come per il vaccino anti-Covid, laddove l’obiettivo – conclude – non è solo proteggere sé stessi ma proteggere l’intera comunità».
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