«Trascorriamo un terzo della nostra vita a dormire. Riposare bene durante la notte aiuta a prevenire gravi patologie» così Sergio Garbarino, neurologo, in occasione del World Sleep Day 2018
Distogliere lo sguardo dal proprio orologio da polso, chiudere gli occhi ed ascoltare un ticchettio speciale, quello del proprio orologio biologico. È l’invito lanciato dagli esperti internazionali in occasione della Giornata Mondiale del Sonno 2018, in programma per venerdì 16 marzo e finalizzata a sensibilizzare la popolazione sulla diagnosi precoce e sulla prevenzione dei disturbi del sonno.
L’iniziativa, organizzata dalla World Sleep Day Committee, è nata per aiutare a conoscere, prevenire e curare i disturbi del sonno in passato sottovalutati sia dal mondo clinico che dagli stessi pazienti. Il tema di questa undicesima edizione è “Join the Sleep World, Preserve the Rhythms to enjoy life”, un invito a rispettare i ritmi circadiani per ottenere un maggior benessere psico-fisico. «Un omaggio a Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, i vincitori del premio Nobel 2017 per la Medicina e la fisiologia», ha dichiarato Sergio Garbarino, neurologo dell’Università di Genova e responsabile scientifico della Convention Italia Sonno 2018.
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I tre scienziati citati dal professore, si sono distinti sulla scena mondiale per aver spiegato la complessa dinamica per cui gli esseri viventi sincronizzano i loro ritmi di sonno e di veglia ai movimenti della Terra: «I ritmi circadiani sono fondamentali per il nostro benessere – ha aggiunto Garbarino – tanto che, se alterati, possono compromettere lo stato di salute di un individuo. Sembra un fenomeno quasi inspiegabile ma ognuno di noi trascorre un terzo della propria vita a dormire. E molte delle patologie di cui ci rendiamo conto soltanto di giorno, in realtà si sviluppano proprio durante le ore notturne, anche a causa di disturbi del sonno non diagnosticati e non curati».
Dunque i disturbi notturni si riflettono inevitabilmente sull’attività quotidiana e sul benessere psico-fisico dell’essere umano: «Possono addirittura mettere a rischio la vita del paziente – spiega Garbarino – infatti alterano il regolare corso dei ritmi circadiani: di notte si riposa male e di giorno si avverte una continua sonnolenza. Tra questi, il più diffuso è senz’altro la Sindrome delle apnee ostruttive del sonno (Osas) che colpisce circa 5 milioni di italiani, soprattutto i maschi, tra i 40 e i 60 anni. La maggior parte dei pazienti è totalmente inconsapevole della propria patologia».
«Chi soffre di disturbi del sonno – ha concluso Garbarino – avrà inevitabilmente una sonnolenza diurna. Uno stato simile aumenta il rischio di incidenti stradali e di infortuni sul lavoro. Si diventa un pericolo per sé e per gli altri, occorre fare informazione su questi problemi per permettere ai cittadini di conoscere ed eventualmente intervenire».