Salute 28 Settembre 2018 09:30

Giornata del Sordo. Petrucci (Ens): «Sì al riconoscimento della Lingua dei Segni. Necessario formare personale sanitario»  

«La sordità viene considerata una disabilità invisibile perché ha un impatto soprattutto nell’accesso alla comunicazione e all’informazione.  Ma queste difficoltà sono in ogni luogo, dagli uffici, alle scuole, fino ai pronto soccorso in cui spesso si chiamano ancora le persone per nome e a voce». L’intervista a Giuseppe Petrucci,  presidente nazionale Ens,  in occasione della Giornata Mondiale del Sordo

di Isabella Faggiano
Giornata del Sordo. Petrucci (Ens): «Sì al riconoscimento della Lingua dei Segni. Necessario formare personale sanitario»   

Era il 1958 quando durante il primo Congresso della World Federation of the Deaf si decise di istituire la Giornata Mondiale del Sordo (Gms). Quest’anno, per il suo 60esimo anniversario l’Ens, l’Ente Nazionale Sordi, ha organizzato tre giorni di eventi, da 27 al 29 settembre. Le iniziative culmineranno nella giornata di domenica con un corteo cittadino che si articolerà per le vie del centro della Capitale: l’appuntamento è alle 11, in piazza della Repubblica per arrivare, alle 16, in piazza della Madonna di Loreto, dove sarà allestito un palco sul quale gli interventi dei rappresentanti delle Istituzioni si alterneranno a performance di artisti sordi in lingua dei segni.

«La Gms – ha spiegato Giuseppe Petrucci,  presidente nazionale Ens – è un evento che ha come obiettivo quello di dare visibilità alla comunità sorda, ponendo l’accento sull’impellente necessità di garantire alle persone sorde politiche finalizzate a una piena inclusione sociale, empowerment e valorizzazione umana. Soprattutto – ha continuato il presidente Petrucci – chiediamo il riconoscimento della Lingua dei Segni da parte dello Stato, in linea con il programma d’azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, approvato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’ambito della V Conferenza Nazionale sulle politiche per la disabilità».

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Il riconoscimento ufficiale della lingua dei segni è un obiettivo importante per migliaia di persone: «Nonostante manchino delle statistiche aggiornate –  ha continuato il presidente Ens – nel nostro Paese si stima vi siano circa 90 mila persone con disabilità uditive gravi e profonde, il range si allarga notevolmente se si vanno ad includere persone con problemi di udito di diversa natura e non certificati e riconosciuti tali dalla normativa vigente. Nel mondo, le persone sorde sono circa 70 milioni e le lingue dei segni oltre 300».

Anche se spesso è considerata una disabilità invisibile ha un impatto fortissimo sulla vita quotidiana di chi ne è affetto: «Pensiamo agli annunci in una stazione ferroviaria sui cambi last minute di un treno, alla mancanza di servizi di assistenza scolastica strutturati e continuativi, alle difficoltà di trovare un lavoro o di fare carriera o semplicemente –  ha commentato Petrucci – di frequentare un’università, all’assenza o scarsa qualità dei servizi di sottotitolazione in Tv, al cinema, al teatro».

«Di fatto la garanzia di assistenza si riduce a pochi ambiti e poche norme, spesso comuni ad altre disabilità, ma nello specifico – ha sottolineto il presidente nazionale Ens – le difficoltà di ogni giorno per una persona sorda, come lavoratore, studente, genitore, cittadino comune, sono molte e continue».

Per l’Ente Nazionale Sordi «l’assistenza che deriva solo da norme e regolamenti non è sufficiente perché, spesso, non viene calata sulle reali esigenze dei cittadini sordi». Ma porre rimedio a tutte queste carenze è possibile: «Non solo aumentando i servizi di assistenza – ha spiegato Petrucci –  ma soprattutto sensibilizzando maggiormente le Istituzioni al fine di prevenire discriminazioni già nel momento in cui si avvia un servizio o si allestisce un ambiente,  progettando con attenzione, in linea con principi e buone prassi consolidate in altri paesi e rispettando i dettami della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità (L. 3 marzo 2009, n. 18), il Design Universale e le linee guida volte all’inclusione e piena accessibilità già presenti ma non applicate».

Il presidente Ens non si riferisce solo ai luoghi di pubblico svago, ma soprattutto a quelli fondamentali per preservare la salute di ogni cittadino:  «Pensiamo ai pronto soccorso in cui spesso si chiamano ancora le persone per nome e a voce o ad ambienti pubblici in cui le emergenze sono segnalate solo con allarmi acustici», ha aggiunto Giuseppe Petrucci.

I temi della Salute e del benessere stanno particolarmente a cuore all’Ens: «Sono stati costituiti gruppi di studio e lavoro che rivolgono una particolare attenzione ai nuclei familiari ed a categoria particolarmente vulnerabili come le persone sorde con più disabilità, i minori, le donne, gli anziani. In ambito sanitario l’Ens, oltre agli interventi sul miglioramento della legislazione attuale, sta elaborando una progettazione dedicata nello specifico a sensibilizzare e formare il personale sanitario nella comunicazione e interazione con i cittadini sordi».

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Per il raggiungimento di una piena inclusione sociale della comunità sorda in Italia di strada da fare ce n’è. Intanto, almeno per alcune tematiche, il Belpaese potrebbe seguire alcun buoni esempi di nazioni virtuose: «La Gran Bretagna – ha detto Petrucci –  da anni manda in onda una programmazione televisiva accessibile con programmi anche in lingua dei segni. Altri paesi, non solo in Europa, hanno da tempo riconosciuto la lingua dei segni del proprio territorio e avviato inoltre pratiche per il monitoraggio e la piena attuazione di tali riconoscimenti. Malta è tra gli esempi più recenti. Di certo, almeno per il momento,  in Italia il divario tra quello che è il diritto riconosciuto sulla carta e ciò che avviene nella vita ordinaria – ha concluso il presidente Ens – è ancora molto ampio».

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