Il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la giornata mondiale dell’Alzheimer. Tante le iniziative messe in campo e i progressi nelle cure
In Italia si stima siano oltre 1 milione le persone affette da demenza, di cui più di 600mila colpite dal morbo di Alzheimer. Il 21 settembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale dell’Alzheimer per creare una coscienza pubblica sui problemi provocati dalla malattia. Tantissime le iniziative previste per oggi.
Secondo uno studio cui ha partecipato l’Irccs Fatebenefratelli, il 35% delle demenze può essere ridotto da fattori modificabili come la correzione dell’obesità, dell’ipertensione, della depressione, della sordità, la riduzione del fumo, l’aumento dell’attività fisica, il miglioramento del rapporto sociale e la stimolazione delle funzioni cognitive. «Sul versante diagnostico – spiega Orazio Zanetti, primario di geriatria e responsabile dell’IRCCS Centro San Giovanni Di Dio Fatebenefratelli –, tramite PET cerebrale, viene controllato il livello e la presenza di betamiloide nel cervello. In media, sappiamo che in un soggetto si possa accumulare 20-25 anni prima. Per cui, la migliore strada deve essere la prevenzione. Su una fascia di età tra i 50 e i 70 anni può essere effettuata la valutazione del paziente a livello neurologico considerando eventuali sintomi o evidenze di deficit cognitivi, la risonanza magnetica cerebrale e infine la PET. Oggi sono circa 40 milioni nel mondo le demenze, di cui il 60% Alzheimer. In Italia questa malattia colpisce 600mila persone. Ed aumenta», conclude Zanetti.
Con il nemico invisibile, in tempi di Covid-19, bisogna trovare soluzioni alternative per garantire ai pazienti un costante monitoraggio nel decorso delle demenze, come l’Alzheimer. Perciò nel laboratorio di neuropsicologia dell’IRCCS Istituto Centro San Giovanni Di Dio Fatebenefratelli di Brescia è stata messa in atto la valutazione neuropsicologica somministrata da remoto e la teleriabilitazione, ovvero la riabilitazione delle funzioni cognitive deficitarie nel paziente affetto da Alzheimer, mediante un supporto tecnologico (uno speciale tablet) ed esercizi mirati a mantenere attiva costantemente la memoria. «Grazie ai finanziamenti del Ministero della Salute – spiega Maria Cotelli, responsabile dell’unità di neuropsicologia al Fatebenefratelli – abbiamo acquistato nuovi strumenti digitali che ci consentono di continuare a seguire i nostri pazienti anche a distanza, attivando un protocollo di teleriabilitazione. In tal modo siamo in grado di assicurare la continuità della cura nello spazio (ospedale-casa) e nel tempo (dopo le dimissioni e intensificando le prestazioni a domicilio). Al paziente viene fornito un tablet e mediante uno speciale software può esercitare le proprie abilità cognitive, come la memoria e l’attenzione, con esercizi ad hoc creati in base al suo deficit. Noi monitoriamo a distanza il decorso e possiamo intervenire in ogni momento, assicurando così al paziente il nostro supporto clinico».
I disturbi del sonno e del ritmo sonno-veglia sono oggetto di attenzione e interesse a tutti i livelli e sono un fattore dirompente per i malati di Alzheimer e per i loro caregiver. Da pochi anni è stato dimostrato che questi disturbi rappresentano un fattore di rischio importante per la patologia di Alzheimer e per le demenze in genere. È appena stato pubblicato su Sleep Medicine Reviews (online, in attesa della versione cartacea) uno studio di ricercatori italiani che dimostra come le apnee ostruttive nel sonno (Obstructive sleep apnea – OSA) possano contribuire al declino cognitivo nelle demenze e in particolare all’Alzheimer, agendo anche su diversi biomarcatori fin dalle fasi precliniche della malattia. I disturbi del sonno sono infatti in grado di modificare l’accumulo di Beta Amiloide e di proteina Tau all’interno del sistema nervoso centrale, meccanismo fondamentale della neuropatologia nella malattia di Alzheimer.
Lo stesso studio sottolinea inoltre che le apnee notturne si presentano diversamente e con diverso impatto nei due sessi. «Lo studio della correlazione tra le diverse forme di demenza e i disturbi del sonno nell’uomo e nella donna potrà portare ad un più corretto approccio diagnostico, terapeutico e, possibilmente, preventivo», afferma uno dei medici neurologi della rete Airalzh, la Dott.ssa Biancamaria Guarnieri – neurologa, responsabile della commissione nazionale “Sonno e malattie neurodegenerative” e membro del direttivo nazionale di AIMS, Associazione Italiana Medicina Sonno, firmataria dello studio insieme ai colleghi Claudio Liguori, Michelangelo Maestri ed altri.
I risultati delle attività di ricerca promosse dalla rete Airalzh trovano un altro importante traguardo in uno studio epidemiologico condotto da un team multidisciplinare di ricercatori Unimore (Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia) e dai colleghi dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena con il contributo della dottoressa Chiara Galli, ricercatrice Airalzh. Pubblicato sulla prestigiosa rivista statunitense “Alzheimer’s Dementia: the Journal of Alzheimer’s Association”, lo studio sfata la convinzione comune che il decadimento cognitivo sia una patologia presente solo tra la popolazione anziana over 65 e dimostra come l’esordio precoce colpisca un numero significativo di persone tra i 30 e i 64 anni. «E’ importante aumentare la consapevolezza che esistono frequenti forme di demenza che troppo spesso sono state ignorate, ovvero quelle che colpiscono persone giovani e ancora attive», afferma la Professoressa Giovanna Zamboni di Unimore.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, si sviluppano anche le iniziative a sostengo della ricerca: con l’iniziativa “Non ti scordar di te”, dal 17 al 30 settembre nei supermercati e ipermercati Coop di tutt’Italia verranno poste in vendita le piantine di Erica Calluna per sensibilizzare i consumatori e raccogliere fondi. Per ogni piantina di Erica Calluna, verrà donato 1 € alla ricerca, perché anche la recente pandemia ha evidenziato la necessità di avere anziani meno fragili.
«Sono felice di poter condividere la mia musica e la mia testimonianza di familiare per aiutare le tante persone che convivono ogni giorno con la demenza». È con queste parole che Eugenio Finardi racconta il motivo che lo ha spinto di stare al fianco della Federazione Alzheimer Italia in occasione del IX Mese Mondiale Alzheimer. Il cantautore ha scelto di dedicare a tutte le persone che vivono con la demenza e ai loro familiari la canzone che scrisse nel 1983 per la nascita della figlia Elettra, dal titolo “Amore diverso”.
Finardi racconta con parole molto toccanti e sincere la sua personale esperienza di familiare di persona con demenza, vive infatti con la suocera malata di Alzheimer: «Sto assistendo alla sua progressiva perdita dei ricordi e della memoria. É qualcosa di grande, di spaventoso ma qualcosa di molto umano che a me fa una grande tenerezza».
Molti studi confermano quanto la musica e il canto siano importanti per le persone con demenza per cui, spesso, le canzoni sono tra gli ultimi ricordi a mantenersi vivi. Anche in chi perde tutti i riferimenti temporali, la musica può rimanere come unico legame con il passato e con gli affetti. «La musica è fondamentale nella relazione emotiva tra la persona con demenza e il suo passato, ed è uno degli strumenti terapeutici che anche noi di Federazione Alzheimer Italia utilizziamo nei nostri gruppi. Proprio per questo siamo particolarmente felici e onorati che un artista sensibile e attento come Eugenio Finardi abbia deciso di stare al nostro fianco condividendo un ricordo musicale per lui così prezioso e personale», commenta Gabriella Salvini Porro, presidente di Federazione Alzheimer Italia
Una maratona virtuale a favore della Ricerca sull’Alzheimer. Il percorso è libero e tutti possono partecipare percorrendo 8 km o anche solo qualche metro. L’obiettivo è percorrere un milione di chilometri. Si parte a qualsiasi ora, da soli o in compagnia, di corsa, camminando, in bicicletta o in monopattino, dalle RSA di Orpea Italia in Piemonte e Lombardia.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alzheimer, il 21 settembre Orpea Italia sceglie di “correre” accanto alla Onlus Amici di Casa Insieme, da anni impegnata nella raccolta fondi per la ricerca sull’Alzheimer.
Da ieri e per tutta la giornata di oggi le Residenze per anziani Richelmy di Torino, Casa Mia di Borgaro (TO), San Felice di Segrate (MI), Casa Mia di Asti e Villa Cenacolo di Lentate sul Seveso (MB) sono il punto di partenza per una maratona virtuale, alla quale tutti possono partecipare.
Chiunque voglia aderire all’iniziativa può recarsi, presso una delle residenze Orpea coinvolte e, in cambio della donazione di 10 euro, ricevere la maglietta di Maratona Alzheimer per partecipare autonomamente alla corsa di solidarietà percorrendo, a piedi, in bici, in monopattino o in roller, qualche chilometro a favore della ricerca. Il percorso libero di ogni partecipante, tramite la piattaforma SportHeroes, contribuirà a far salire il contachilometri complessivo. La cifra raccolta dalle donazioni sarà interamente devoluta alla Onlus Amici di Casa Insieme.
«Nelle nostre strutture siamo impegnati quotidianamente nella cura e nell’assistenza dei malati di Alzheimer e nel supporto ai loro famigliari – spiega Thibault Sartini, CEO di Orpea Italia – pertanto siamo molto onorati di dare il nostro contributo per sostenere le preziose attività che la Onlus Amici di Casa Insieme porta avanti in questo ambito».
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