Salute 28 Marzo 2025 11:26

Giornata Mondiale dell’Endometriosi, Vaccari (FNOPO): “Patologia sottovalutata e sottostimata”

Vaccari (FNOPO): “L’endometriosi, come dimostrato da diverse evidenze scientifiche, non si cura solo con trattamenti farmacologici. Validi, tra gli altri, yoga, supporto alimentare e psico-emozionale”
Giornata Mondiale dell’Endometriosi, Vaccari (FNOPO): “Patologia sottovalutata e sottostimata”

“Oggi è la Giornata Mondiale dell’Endometriosi e diversi monumenti nelle varie città italiane verranno illuminati di giallo, in occasione della ‘Call to action: Facciamo luce sull’endometriosi’. Un modo simbolico per accendere i riflettori su una patologia tanto diffusa, ma poco conosciuta, e per aiutare tutte le donne affette da endometriosi ad uscire dal silenzio. In Italia le donne che hanno ricevuto una diagnosi di endometriosi sono circa un milione e 800mila (dati Iss). Una cifra ancora sottostimata ma che, oggi, grazie al Registro epidemiologico sviluppato dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’IRCCS Burlo Garofolo, stilato sulla base delle schede di dimissione ospedaliera, è sempre più vicina alla realtà. Tuttavia, arriveremo ad avere un numero più attendibile quando ci sarà una maggiore consapevolezza della patologia, sia da parte dei clinici, che della popolazione. Ad oggi, infatti, l’endometriosi è una patologia sottovalutata, al punto tale che, in media, la diagnosi corretta viene effettuata dopo sette anni”. La Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica, la dottoressa Silvia Vaccari, in occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi, richiama l’attenzione sulla necessità di diagnosticare la patologia non solo tempestivamente, ma anche correttamente.

I trattamenti non farmacologici

In occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi sono numerose le strutture sanitarie sul territorio nazionale che hanno organizzato iniziative di sensibilizzazione, open day, incontri formativi, consulenze gratuite “con una nutrita partecipazione di ostetriche/i –  sottolinea la Presidente Vaccari -, professioniste sanitarie che hanno un ruolo cruciale sia nella fase di consulenza, spiegando cos’è l’endometriosi e qual è la sua evoluzione, che durante la visita ginecologica, accanto al medico specialista. Resta fondamentale il contributo dell’Ostetrica anche a diagnosi avvenuta per indirizzare la donna verso i centri di assistenza e cura territoriali, nonché verso trattamenti integrativi come corsi di yoga, supporto alimentare e psico-emozionale. L’endometriosi, come dimostrato da diverse evidenze scientifiche, non si cura solo con trattamenti farmacologici. Ne è una testimonianza diretta il progetto Endogym, rivolto alle donne affette da endometriosi con dolore miofasciale e dispareunia afferenti, ideato proprio per valutare i diversi benefici dati dalla pratica dello yoga sul pelvico cronico e dolore miofasciale nel contesto del trattamento a scopo antidolorifico del pavimento pelvico. Progetto per il quale le ostetriche sono in prima linea”, aggiunge la Presidente Vaccari.

Una patologia cronica e invalidante

“L’endometriosi è una patologia cronica che provoca spasmi pelvici intensi, dolore durante i rapporti sessuali, alla minzione o alla defecazione, stanchezza e gonfiore addominale ed è particolarmente invalidante – aggiunge la Presidente Vaccari -. Se non diagnosticata e, dunque, non trattata adeguatamente può essere causa di infertilità” e non solo. Il ritardo diagnostico, se non addirittura la mancata diagnosi, ha due cause principali. “Da un lato c’è poca conoscenza della patologia anche tra i clinici, dall’altro sono ancora troppe le donne reticenti, che non raccontano il dolore percepito, ritendo che per una donna sia ‘normale’ provarlo. Nel dolore non c’è nulla di fisiologico, soprattutto quando è talmente acuto da compromettere la vita di tutti i giorni. Per questo, oltre ad impegnaci nello sviluppo di una rete assistenziale che raccolga più competenze specialistiche, è necessario promuovere campagne di sensibilizzazione che coinvolgano soprattutto le ragazze e le giovani donne”, dice la Presidente della FNOPO.

Il ruolo delle ostetriche

In tal senso, appare cruciale la presenza delle ostetriche/i nelle scuole di ogni ordine e grado, per spiegare che provare dolore non è ‘normale’, ma è piuttosto sintomo di una possibile patologia, ed anche per mostrare come la preservazione della propria fertilità debba cominciare dall’adolescenza. “Una medesima comunicazione l’ostetrica/i può effettuarla nei Consultori, nelle Case di Comunità, negli ambulatori ed anche direttamente al domicilio della donna. Proprio in virtù della sua presenza capillare sul territorio e prossima al paziente, rappresenta una vera e propria sentinella in grado di indentificare precocemente i segni e i sintomi dell’endometriosi”.

I danni dell’inquinamento

“Ci pongono di fronte ad una seria riflessione anche i dati di uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità, diffusi proprio in occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi. La provincia autonoma di Bolzano, il Veneto e la Sardegna risultano essere i luoghi dove è stato registrato il numero più alto di casi. Alcuni approfondimenti preliminari effettuati dall’Iss mostrano che il rischio di incidenza di endometriosi potrebbe essere associato alla residenza in aree contaminate da inquinanti persistenti che si bio-accumulano, con potenziale azione di interferenza endocrina, quali i policlorobifenili, le diossine, il piombo e il cadmio. Per questo, come suggerito dagli esperti che hanno effettuato la ricerca, è necessario attivare sistemi di sorveglianza epidemiologica integrati al monitoraggio ambientale in aree fortemente contaminate, così da poter programmare azioni mirate a partire proprio dai territori ritenuti più a rischio – aggiunge la Presidente Vaccari. Le ostetriche/ci e la FNOPO, auspicano che tutte queste ricorrenze per la salute delle donne non rimangano solo giornate celebrative, ma che la prevenzione e la cura della salute delle donne sia una priorità nelle agende della politica e delle professioni sanitarie e sociosanitarie”, conclude la dottoressa Vaccari.

 

 

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