Salute 28 Luglio 2020 09:00

Giornata mondiale epatite, Andreoni (SIMIT): «Italia in linea con obiettivi OMS, ma servono fondi per farmaci»

Nel mondo 325 milioni di individui soffrono di epatite B e C e, ogni anno, 1 milione 400 mila persone perdono la vita. Il direttore scientifico SIMIT: «Il virus dell’epatite C può essere curato con farmaci che garantiscono il 95% di successo. Le terapie per l’epatite B sono in grado solo di bloccare la malattia»

di Isabella Faggiano
Giornata mondiale epatite, Andreoni (SIMIT): «Italia in linea con obiettivi OMS, ma servono fondi per farmaci»

È una sfida per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche per l’Italia. «Il nostro Paese è tra gli unici dieci che, nel mondo, sono al passo con gli obiettivi fissati dall’OMS per l’eradicazione dell’epatite C entro il 2030», dice Massimo Andreoni, direttore scientifico SIMIT, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Percorso che, pur avendo subito uno stop a causa della pandemia da Covid-19, non sarà abbandonato, anzi sarà celebrato durante la Giornata mondiale dell’epatite, che si tiene il 28 luglio di ogni anno. «Il decreto milleproroghe approvato dal governo italiano ha previsto uno stanziamento di 71,5 milioni per il biennio 2020-21, finalizzato allo screening dell’epatite C, per scovare i cosiddetti pazienti sommersi, coloro che hanno contratto il virus, ma non lo sanno – sottolinea Andreoni -. Mancano ancora i decreti attuativi che indichino come investire concretamente questo denaro, ma sarebbe senz’altro necessario offrire test gratuiti innanzitutto a tossicodipendenti, detenuti e soggetti nati tra il 1969 e il 1989».

LE FORME DELLA MALATTIA

L’epatite è la seconda principale malattia infettiva killer dopo la tubercolosi, e le persone si infettano nove volte in più rispetto all’HIV. «Le epatiti infettive virali, differenti da quelle di natura tossica, sono infezioni causate da diversi tipi di virus. Le quattro principali epatiti virali che colpiscono l’uomo sono il virus dell’epatite A, B, C e Delta. Esclusa quella di tipo A, tutte le altre tendono a cronicizzarsi. L’epatite B e C possono essere asintomatiche per molti anni ma, se non trattate, con il tempo possono degenerare in cirrosi e tumore epatico».

EPATITI IN CIFRE

Nel mondo, secondo i dati OMS, 325 milioni di individui soffrono di epatite B e C e, ogni anno, 1 milione 400 mila persone muoiono a causa di queste patologie. «Le epatiti – spiega il direttore scientifico SIMIT – non hanno preferenze di genere o di età, ma possono colpire categorie di persone che adottano comportamenti cosiddetti a rischio, come i tossicodipendenti che fanno uso di droga per via endovenosa o individui che hanno rapporti non protetti, poiché sono infezioni che possono essere trasmesse per via parenterale e sessuale».

LE TERAPIE

L’epatite C oggi può essere curata con successo e l’epatite B può essere prevenuta con la vaccinazione. «L’epatite C può essere trattata con farmaci che garantiscono il 95% di successo, con una completa eradicazione del virus nel giro di due-tre mesi. Per l’epatite B, invece, non abbiamo terapie in grado di eliminare l’infezione, ma farmaci validi a bloccare la malattia, evitandone il peggioramento», dice Andreoni.

GLI OBIETTIVI FUTURI

Mentre il mondo della ricerca punta i riflettori sulla cura per l’eradicazione dell’epatite B, quello delle istituzioni dovrebbe concentrare la sua attenzione sul reperimento di fondi per dispensare i farmaci già collaudati. «Finora le terapie per l’epatite C – spiega Andreoni – sono state garantite da un fondo per l’innovazione. Ma ora che questi farmaci non sono più considerati “innovativi” necessitano di un nuovo stanziamento economico creato ad hoc. È urgente che il governo si impegni ad individuare un finanziamento adeguato, altrimenti – conclude il direttore scientifico SIMIT – si correrà il rischio di investire tempo e denaro nello scovare i pazienti sommersi senza poi avere la possibilità di offrire loro le cure necessarie».

 

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