Iss: “Recentemente è stato dimostrato che l’infezione con il virus di Epstein-Barr costituisce un prerequisito per lo sviluppo della malattia, sebbene i meccanismi che legano l’infezione alla sclerosi multipla non siano ancora chiari”
“Attualmente, sono in fase di sviluppo vaccini contro il virus di Epstein-Barr, con la speranza che prevenire l’infezione possa ridurre l’incidenza della sclerosi multipla”. A dare la buona notizia, alla vigilia della Giornata mondiale della Sclerosi Multipla, che si celebra il 30 maggio, è la dottoressa Caterina Veroni, ricercatrice del Dipartimento di Neuroscienze dell’Istituto Superiore di Sanità.
La sclerosi multipla è una malattia demielinizzante cronica infiammatoria che colpisce in modo prevalente i giovani adulti e interessa il cervello e il midollo spinale, causando una disabilità progressiva. Si stima che ne siano affette nel mondo due milioni e 800mila persone, 137mila delle quali in Italia. “Sono disponibili diverse terapie in grado di rallentare la progressione della malattia e gestire i sintomi, ma non è ancora stata trovata una cura definitiva”, spiegano gli esperti dell’Iss sulla pagina dedicata del sito web dell’Istituto.
La causa della sclerosi multipla non è completamente conosciuta: “Si ritiene – spiegano dall’Iss – che sia causata dall’interazione tra fattori genetici e ambientali. Recentemente è stato dimostrato che l’infezione con il virus di Epstein-Barr costituisce un prerequisito per lo sviluppo della malattia, sebbene i meccanismi che legano l’infezione alla sclerosi multipla non siano ancora chiari”. Per questo l’Unione Europea ha finanziato due importanti progetti, EBV-MS (Targeting Epstein-Barr Virus infection for treatment and prevention of multiple sclerosis) e BEHIND-MS (Bridging EBV-Host Imbalance to Disease Onset and Progression in Multiple Sclerosis). Tra i membri del consorzio BEHIND-MS, coordinato dal Centro Tedesco per la Ricerca sul Cancro di Heidelberg, vi sono le ricercatrici del Dipartimento di Neuroscienze dell’ISS, Caterina Veroni e Barbara Serafini, che da anni studiano il legame tra il virus di Epstein-Barr e la sclerosi multipla, contribuendo a consolidare l’idea che il virus sia implicato nei processi infiammatori e neurodegenerativi di questa malattia.
“Le conoscenze derivanti da questi studi – specifica la dottoressa Caterina Veroni – potranno essere sfruttate per fini diagnostici e terapeutici”. L’impegno del Dipartimento di Neuroscienze dell’Iss nel comprendere come contrastare la progressione del danno nella sclerosi multipla include anche la ricerca di farmaci in grado di penetrare nel sistema nervoso e riparare il danno. Gli studi in questo settore mirano a valutare, attraverso trial clinici esplorativi in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Sant’Andrea di Roma, l’efficacia di un farmaco che ha dimostrato promettenti capacità rigenerative in studi preclinici.
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