Il ministro Speranza ha aggiunto: «Previsto un ulteriore finanziamento di 50 milioni l’anno per gli Irccs e la ricerca contro il cancro»
«La paura, comprensibile, può spingere a chiudersi in se stessi. Ma sappiamo che, al contrario, soltanto rafforzando il comune impegno, la sicurezza di ciascuno sarà più garantita». Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a proposito dell’emergenza coronavirus, in occasione della cerimonia al Quirinale per “I Giorni della Ricerca” Airc.
«Le altre impegnative patologie non sono finite in lockdown – ha proseguito -. Il cancro continua a manifestarsi con i ritmi di prima. Troppi screening, troppe cure vengono rinviate a causa della pandemia, rischiando ritardi irrecuperabili nelle diagnosi di tumore e pericolose interruzioni nelle terapie, che non consentono pause o sospensioni».
«La voce della ricerca, i dati che ci fornisce, le verifiche che conduce, il rigore e la trasparenza delle sue procedure – ha rimarcato il Capo dello Stato – costituiscono un antidoto a queste derive e ci riportano a una visone razionale dei problemi, senza la quale saremmo più deboli e insicuri. Ci rammentano anche che ciascuno, quale che sia il suo ruolo, deve avvertire il dovere non soltanto di non disperdere lo sforzo collettivo, ma di contribuirvi, di non sottrarsi al proprio compito, senza dimenticare che il vero nemico di tutti e di ciascuno è il virus. Il responsabile di lutti, di sofferenze, di sacrifici, di rinunce, di restrizioni alla vita normale è il virus».
Anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, è intervenuto ai “Giorni della Ricerca”, ribadendo che nella prossima legge di bilancio è previsto un ulteriore finanziamento di 50 milioni l’anno per gli Irccs e la ricerca contro il cancro. «Il ministero della Salute – ricorda Speranza – ha investito nell’ultimo anno considerevoli fondi destinati ai 52 Irccs che hanno consentito di portare avanti 318 progetti di ricerca autonomi».
«Ogni giorno in Italia si fanno circa 1.000 nuove diagnosi di cancro, ma di cancro in Italia oggi si guarisce in percentuali che aumentano ogni anno notevolmente, collocandoci fra i primi Paesi al mondo, in linea con i Paesi nordeuropei, gli Stati Uniti e l’Australia, grazie a diagnosi sempre più precoci e a terapie mirate e sempre più innovative», ha aggiunto.
«Il 40% dei pazienti oncologici avanzati ha accesso a cure personalizzate. Questo dato può e deve crescere», ha proseguito Speranza. «Nell’epoca della medicina di precisione, dobbiamo smetterla di ragionare a compartimenti stagni – esorta -. Occorre puntare sull’integrazione ospedale-territorio, sul dialogo tra tutti gli attori principali: paziente e medico di medicina generale, strutture di prossimità e specialista di oncologia, infermieri e professionisti sanitari. La lotta al cancro – afferma ancora il Ministro – si vince lavorando insieme, non lasciando nessuno da solo, prendendosi cura non soltanto del paziente, ma anche di chi si prende cura di lui».
Perciò «la sfida cui siamo tutti chiamati è quella di costruire una vera e propria comunità medica, che accompagni il paziente all’interno di un percorso condiviso, diagnostico, terapeutico e riabilitativo, che renda il servizio sanitario più funzionale e facilmente accessibile a chi ha bisogno, superando le frammentazioni che generano disuguaglianza».
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