Salute 19 Febbraio 2021 17:56

«Il Covid-19 diventerà endemico, ma intanto servono più vaccini, più tamponi e obbligo di mascherine FFP2»

Le richieste della rete Italian Renaissance Team che riunisce oltre mille rappresentanti del mondo medico-scientifico, istituzionale, dell’imprenditoria e della finanza nell’intervista al fondatore e farmacologo Carlo Centemeri

Dall’obbligo delle mascherine FFP2 da indossare in tutti i luoghi chiusi nonché forte raccomandazione all’utilizzo dei filtri endonasali, all’aumento dei tamponi giornalieri – preferibilmente molecolari e antigenici di terza generazione – passando per la somministrazione di tutti e tre i vaccini disponibili agli over 70 fino ad arrivare alla rimodulazione immediata dei protocolli terapeutici al fine di garantire sull’intero territorio nazionale tutti i presidi ad oggi disponibili, compresi gli anticorpi monoclonali specifici contro SARS-CoV-2, ma anche gli antiinfiammatori non steroidei di ultima generazione (inibitori della interleuchina 1) per bloccare la cascata citochinica.

Sono alcune delle indicazioni contenute nel documento e relativa lettera aperta inviata al nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi e al ministro della Salute, Roberto Speranza, dal gruppo di circa 1200 esperti dell’Italian Renaissance Team contro il Covid-19 per chiedere l’attuazione immediata di misure pragmatiche ed oggi facilmente disponibili, al fine di riportare la situazione pandemica sotto controllo.

L’Italian Renaissance Team

«Il gruppo di lavoro è nato un anno fa, prima della pandemia – racconta il fondatore Carlo Centemeri, professore di farmacologia alle università di Roma, Padova e Milano e Strategy & Development Senior Managing Partner presso la Giovanni Lorenzini Medical Science Foundation MI – NY, a Sanità Informazione – con la mia volontà di creare un network permanente di professionisti che si occupano prevalentemente di tematiche legate alla salute e alla sanità. Siamo partiti con 300 professionisti in vari ambiti specifici, poi allo scoppio della pandemia tutto ha avuto un’accelerazione importante: abbiamo superato le 1200 unità in crescita esponenziale ed implementato le modalità per scambiarci pubblicazioni, materiale, dati, articoli e approfondimenti. Ad oggi – prosegue Carlo Centemeri – il team è costituito da rappresentanti delle Istituzioni, colleghi del CTS attuale, dell’Istituto Superiore di Sanità, esponenti tecnici del Ministero della salute, e dagli specialisti del settore, tra cui esperti di igiene e sanità pubblica, epidemiologi, virologi, rianimatori, infettivologi ed internisti. Fanno parte della squadra rappresentanti dei pazienti, giuristi, magistrati, economisti ma anche esperti della comunicazione, senior manager delle aziende farmaceutiche, biotecnologiche e di dispositivi medici».

Gli obiettivi del gruppo di scienziati

Un gruppo di oltre mille esperti che «non ha velleità politiche – precisa il Carlo Centemeri -. Ognuno rappresenta se stesso e si muove sulla base della propria formazione accademica di derivazione. L’obiettivo è fornire indicazioni chiare al Governo, a coloro che devono fare scelte importanti di tipo tecnico-sanitario ma anche politico. Sono raccomandazioni forti e precise – ammette il Centemeri – molto pragmatiche, circostanziate anche temporalmente e di facile comprensione. Stiamo lavorando alla formulazione di linee guida con solide basi scientifiche elaborate dall’osservazione della realtà dopo 13 mesi di pandemia. Stiamo cercando di dare una visione unica della situazione. Il documento è firmato da esponenti rappresentativi dell’intera totalità dei nostri gruppi di lavoro di quell’ambito specifico». Tra i firmatari, l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia Europea dei Medicinali (Ema) Guido Rasi e l’attuale responsabile della task force vaccini dell’Ema, Marco Cavaleri, il virologo Francesco Broccolo, l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, gli infettivologi Stefano Vella e Matteo Bassetti.

«Il nostro fine – continua Carlo Centemeri – è trovare punti di convergenza e dare suggerimenti molto pratici; con le lettere aperte indirizzate all’esecutivo attraverso i media, vogliamo lanciare messaggi facilmente comprensibili ed univoci alla popolazione, fare chiarezza per mitigare l’attuale stato di confusione».

Le richieste degli scienziati al Governo: obbligo FFP2 nei luoghi chiusi, più tamponi giornalieri

Negli ultimi giorni, l’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale raccomandata dal consigliere del ministro Speranza e da alcuni virologi ha sollevato un vespaio di polemiche, soprattutto tra alcuni esponenti politici: «La costituzione di zone rosse anche estese sulla base della situazione epidemiologica o un lockdown più allargato se condotto al fine di contenere le varianti di SARS-CoV-2 e favorire la somministrazione contemporanea di vaccini a tutte le persone a rischio ha senso, altrimenti non serve a nulla. Sono attuabili chiusure chirurgiche circoscritte e circostanziate delle zone che esprimono più varianti del virus, anche se è evidente a tutti dalla situazione europea che la variante inglese, sudafricana e brasiliana possono avere un indice di contagiosità anche del 70% più elevato di quello del virus originario. Per questo temo che, in ogni caso, saranno necessarie misure più generalizzate e molto più stringenti per difendersi». Tra le proposte, «l’obbligo di indossare le mascherine FFP2, la raccomandazione dei filtri endonasali come protezione ulteriore verso le varianti britannica, sudafricana e brasiliana, l’incremento dei test giornalieri» aggiunge Centemeri.

Come riportare la situazione epidemiologica sotto controllo? I suggerimenti e le ipotesi

Carlo Centemeri avanza alcune ipotesi: «Sono passati 13 mesi e abbiamo acquisito moltissime informazioni ed un’esperienza molto ampia. Siamo in una situazione peggiore rispetto all’anno scorso, con 15mila casi e circa 400 morti al giorno a cui si aggiunge il pericolo incombente di esplosione delle varianti. Ciononostante, abbiamo tre vaccini autorizzati (Pfizer, Moderna ed AstraZeneca) e altri candidati in fase di revisione e successiva autorizzazione a livello EMA e poi AIFA. Ricordo inoltre che il Governo italiano potrebbe (passando per il Ministero della Salute ed AIFA) , così come gli altri Paesi dell’Unione Europea, decidere di utilizzare gli stessi suddetti vaccini ma provenienti da diverse sedi di produzione extra EU o altri somministrati in altri Paesi non comunitari come la Russia o la Cina, con autorizzazione per uso di emergenza esattamente come ha fatto per gli anticorpi monoclonali. Si può prendere in considerazione questa possibilità per aumentare la copertura vaccinale. La quantità di vaccini è un serio problema oggi e, per questo, si potrebbe valutare di acquistare come Governo italiano dosi di vaccino Pfizer, Moderna o AstraZeneca disponibili verso altri mercati, come quello statunitense o sudafricano, senza andare a interferire con gli accordi presi con la Commissione Europea in termini di ripartizione di vaccini, che prevedono una percentuale per l’Italia intorno al 13.5% del totale disponibile».

In che modo? «Il Sudafrica, per esempio, ha interrotto la somministrazione del vaccino AstraZeneca ritenendola in una prima ipotesi non efficace per la variante e questo significa che ci sono enormi stock di vaccini (decine di milioni di fiale) fermi e che non saranno spediti in quel Paese. Ecco – evidenzia Centemeri – potremo acquistare queste dosi, sempre che siano ancora disponibili, perché ci sono altri paesi molto rapidi nel prendere questo tipo di decisioni».

La stessa cosa vale per gli anticorpi monoclonali: «Ad oggi sono disponibili due anticorpi monoclonali mirati contro Sars-Cov-2 ma stiamo discutendo di come distribuirli e somministrarli e le persone più fragili che si ammalano in modo più grave delle altre e potrebbero essere curate con questi farmaci non possono ancora beneficiarne. Siamo di fronte a un virus che si diffonde e muta rapidamente – sottolinea -. Questo ci costringe a prendere decisioni veloci non dico per uscire definitivamente dal tunnel ma almeno per vederne chiaramente la luce».

Carlo Centemeri chiude con una visione futura della pandemia: «L’ipotesi che sta emergendo con più forza negli ultimi tempi è che il virus diventerà progressivamente come l’influenza stagionale, e nei prossimi anni entrerà nella categoria dei vaccini antinfluenzali e sarà raccomandato per tutte le categorie a rischio. Ci troveremo in una situazione endemica, il virus conviverà con noi e lo terremo sotto controllo in questo modo» conclude l’esperto.

 

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