“Il glioblastoma è il tumore cerebrale più letale, con una sopravvivenza media di soli 12-16 mesi dal momento della diagnosi nonostante le terapie. C’è urgente necessità di nuovi bersagli molecolari per questa malattia”. Lo dice Huali Su, primo firmatario di uno studio, coordinato da Deliang Guo, che ha identificato una nuova potenziale arma per combattere il glioblastoma. Si tratta di un enzima, ovvero di una proteina che accelera le reazioni chimiche e che gioca un ruolo chiave nel processo che consente al cancro di crescere rapidamente. Prendendo di mira questa molecola, sarà forse possibile sviluppare trattamenti più efficaci per un tumore che, al momento, ha pochissime cure disponibili.
La scoperta è stata pubblicata sulla rivista Science Advances da un gruppo di ricercatori guidato dal Centro oncologico statunitense dell’Università Statale dell’Ohio. Il glioblastoma è un tumore cerebrale a crescita rapida che si sviluppa a partire dalle cellule gliali del cervello, quelle che supportano e sostengono i neuroni, e si stima che colpisca circa 15mila persone ogni anno. Sebbene si manifesti quasi esclusivamente nel cervello, il glioblastoma può anche apparire nel tronco cerebrale, nel cervelletto e nel midollo spinale. Rappresenta circa il 45% di tutti i tumori che hanno origine nel cervello. Il glioblastoma ha origine da un gruppo di cellule, chiamato glia, che svolge una funzione di sostegno per le cellule nervose, i neuroni. Il glioblastoma insorge più frequentemente in età matura tra i 45 e i 75 anni, ma può presentarsi a qualsiasi età, inclusa l’infanzia.
L’enzima identificato dai ricercatori, chiamato Pgm3, è impegnato nella reazione che produce l’esosammina, una molecola che attacca zuccheri, proteine e grassi consentendo ai tumori di crescere velocemente. Secondo i ricercatori, colpire con trattamenti specifici il Pgm3 consentirebbe di ridurre l’espansione del glioblastoma e far morire le sue cellule: “Bloccare l’enzima Pgm3 – conclude Deliang Guo – potrebbe interrompere il collegamento tra zuccheri, proteine e grassi nelle cellule, aiutando a fermare la crescita del tumore”.
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