Dopo giorni di confronto è stato varato il testo definitivo. Prioritaria la difesa del Sistema sanitario nazionale: i dirigenti medici saranno formati «per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche». Previsto anche un Ministero della Disabilità. Sui vaccini chiedono «giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute»
L’ora x è giunta. Dopo giorni di trattative serrate, con tanto di rischio rottura, il governo giallo-verde tra Lega e Movimento Cinque Stelle è sul punto di decollare. Il passaggio chiave per la formazione dell’esecutivo è stata la stesura del programma di governo: il testo si compone di trenta punti in 57 pagine, con in copertina la dicitura “Contratto per il governo del cambiamento”. Ancora non sciolto il nodo della premiership: nei prossimi giorni il Presidente Mattarella si pronuncerà sul nome indicato per Palazzo Chigi, Giuseppe Conte, professore di Diritto Privato all’Università di Firenze e membro del Consiglio di presidenza della Giustizia Amministrativa. Nella compagine di governo potrebbero entrare i due leader Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Per il dicastero della Sanità in pole c’è l’attuale capogruppo alla Camera del M5S Giulia Grillo, medico legale, più volte intervistata da Sanità Informazione (leggi l’intervista).
Tra i punti salienti non c’è nessun accenno all’uscita dall’euro, ma c’è la richiesta di scorporo dal computo del rapporto debito-Pil dei titoli di Stato di tutti i Paesi europei ricomprati dalla Bce. E poi il taglio delle pensioni d’oro, ma solo quelle derivanti da retributivo, la revisione della legge Fornero, rimpatri più facili, reddito di cittadinanza e flat tax ma anche nuovi temi come i vaccini o la Tav.
Nel contratto è prevista anche la creazione di un Comitato di conciliazione in sede al governo. Servirà a creare un ponte tra Parlamento, Governo e forze politiche contraenti e sarà composto dal Premier, dal Ministro competente per materia, dai capigruppo, dal Capo politico del M5S e dal segretario della Lega. Se arriverà l’ok dei due leader nel fine settimana e poi il contratto verrà sottoposto nel fine settimana all’attenzione dei cittadini attraverso varie procedure, la Lega con i gazebo, il M5S online.
Un capitolo intero del programma è riservato ai temi della sanità. Tre pagine fitte (sulle 40 totali) dove tanti sono i punti messi a fuoco. Dalla difesa del Sistema sanitario nazionale e della sua vocazione universalistica al rifinanziamento del fondo sanitario nazionale, dalla centralizzazione degli acquisti al potenziamento delle nuove tecnologie. Importante il paragrafo in cui si parla di un potenziamento del ruolo del medico di famiglia. Sul tema della carenza dei medici previste maggiori assunzioni e un aumento dei posti nei corsi di formazione. Innovativa l’idea di inserire una rappresentanza dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata. Ma ecco il dettaglio.
VACCINI
Su questo punto in un primo momento non c’era ancora accordo, poi la quadra è stata trovata. In campagna elettorale entrambi i partiti avevano manifestato l’intenzione il decreto Lorenzin sull’obbligo vaccinale anche se per il momento questa intenzione non c’è. Nel testo si fa riferimento alla necessità di «tutelare la salute individuale e collettiva, garantendo le necessarie coperture vaccinali», ma si sottolinea la necessità di affrontare la «tematica del giusto equilibrio tra il diritto all’istruzione e il diritto alla salute, tutelando i bambini in età prescolare e scolare che potrebbero essere a rischio di esclusione sociale».
DIFESA SSN
Si parte dalla difesa del Sistema Sanitario nazionale e del suo principio universalistico: «Tutelare il SSN significa salvaguardare lo stato di salute del Paese, garantire equità nell’accesso alle cure e uniformità dei livelli essenziali di assistenza». In primis si ritiene di intervenire sulla dirigenza sanitaria con «un intervento incisivo sulla dirigenza sanitaria ovvero sui gestori della sanità che dovranno essere adeguatamente e preventivamente formati per garantire la sostenibilità e la qualità del sistema salute e scelti secondo la competenza e il merito, non sulla base di logiche politiche o partitiche».
FINANZIAMENTI
Nel testo si dice espressamente che «la sanità dovrà essere finanziata prevalentemente dal sistema fiscale e dunque dovrà essere ridotta al minimo la compartecipazione dei singoli». Si parla di rifinanziamento del fondo sanitario nazionale per risolvere alcuni dei problemi strutturali. Ma dove trovare le risorse? Il recupero delle risorse avverrà «grazie ad una efficace lotta agli sprechi e alle inefficienze, alla revisione della governance farmaceutica e sanitaria, all’attuazione della centralizzazione degli acquisti, all’informatizzazione e digitalizzazione del SSN, alla revisione delle procedure di convenzionamento e accreditamento, alla lotta alla corruzione e alla promozione della trasparenza».
MINISTERO DISABILITA’
Tra i punti del programma, con un capitolo a parte, c’è anche l’introduzione di un Ministero della Disabilità, uno dei cavalli di battaglia di Matteo Salvini in campagna elettorale. Inoltre si «prevede un generale rafforzamento dei fondi sulla disabilità e la non autosufficienza al fine di consentire alle persone con disabilità di vivere in maniera indipendente e di partecipare pienamente a tutti gli ambiti della vita, assicurando l’accesso all’ambiente fisico, ai trasporti, all’informazione e alla comunicazione, compresi i sistemi e le tecnologie di informazione e comunicazione, e ad altre attrezzature e servizi aperti o offerti al pubblico». Nel testo si parla di dare completa attuazione alla Convenzione O.N.U. sul diritto alle persone con disabilità procedendo ad una «completa revisione delle leggi esistenti e garantendo che ogni scelta del legislatore si collochi sempre nell’ambito di una piena consapevolezza che le persone con disabilità includono quanti hanno minorazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali a lungo termine che in interazione con varie barriere possono impedire la loro piena ed effettiva partecipazione nella società su una base di eguaglianza con gli altri».
NUOVE TECNOLOGIE
Molto ambiziosa la parte dedicata alle nuove tecnologie: si chiede l’informatizzazione del SSN con particolare riferimento al Fascicolo Sanitario Elettronico, alle ricette digitali, alla dematerializzazione dei referti e cartelle cliniche e alle prenotazioni e pagamenti online, così da consentire una reale trasparenza e un efficace controllo in termini di verifica immediata e pubblica dei risultati gestionali. Poi c’è l’implementazione della telemedicina grazie a tutte le tecnologie innovative, in modo da ridurre gli spostamenti dei pazienti, abbattere i costi e garantire cure domiciliari di maggiore qualità.
SERVIZI SOCIO SANITARI
Altro punto in programma quello di implementare e integrare i servizi socio-sanitari, superando il modello “ospedalo-centrico”. «La risposta assistenziale ospedaliera nella fase acuta della malattia deve essere garantita – si legge nel testo – è nel contempo necessario sviluppare in maniera diffusa i servizi territoriali con standard organizzativi e con costi di accesso ai servizi omogenei e predefiniti, assicurando la presa in carico dell’utente, attraverso un suo “specifico percorso socio-sanitario” e attraverso più idonei servizi di prevenzione». Sul tema dell’integrazione socio-sanitaria si parla di un maggior coinvolgimento dei Comuni il cui ruolo «non è mai stato valorizzato appieno nonostante la ratio sottesa del coinvolgimento sia proprio quella di soddisfare i bisogni di assistenza del territorio e dei cittadini che lo abitano».
MEDICI DI BASE
Un paragrafo è dedicato al ruolo dei medici di base: «Nell’ottica di garantire un efficace e capillare sostegno
ai servizi territoriali dovrebbe essere rivisto anche il ruolo dei medici di medicina generale. Rafforzeremo e implementeremo il ruolo del medico di medicina generale che deve risultare come principale protagonista della filiera di cura del malato».
CARENZA DI MEDICI
Parole chiare anche sul tema della carenza di medici che in alcune regioni sta assumendo il carattere dell’emergenza: «Il problema dei tempi di attesa è susseguente anche alla diffusa carenza di medici e personale sanitario. È dunque indispensabile assumere il personale medico e sanitario necessario, anche per dare attuazione all’articolo 14 della legge n. 161/2014. I posti per la formazione specialistica dei medici dovrebbero essere determinati dalle reali necessità assistenziali e tenendo conto anche dei pensionamenti, assicurando quindi un’armonizzazione tra posti nei corsi di laurea e posti nel corso di specializzazione. La realtà è che quest’armonizzazione non c’è e i posti per la formazione specialistica sono di fatto determinati da due fattori: la capacità delle scuole universitarie di accogliere medici in formazione e il finanziamento delle borse di studio da parte del MIUR». Dunque, se da un lato potrà essere necessario aumentare il numero dei laureati in medicina, anche rivedendo il numero chiuso, dall’altro sarà necessario aumentare le borse di studio per gli specializzandi. Bisogna consentire più diffusamente che il medico neolaureato abbia accesso nella struttura sanitaria per conseguire le abilità teoriche e tecnico-pratiche necessarie allo svolgimento della specializzazione medica prescelta (art. 22 patto della salute 2014).
MALATTIE CRONICHE
Sarà affrontato il problema dell’invecchiamento della popolazione e dei susseguenti problemi correlati alla cronicità delle patologie e alla comorbilità. In tale ottica è si parla di «garantire la diffusione capillare di strutture socio-sanitarie e a bassa intensità di cura. Devono altresì essere implementate le strutture di sostegno alle patologie cronico-degenerative ed oncologiche e bisogna garantire risorse adeguate per l’assistenza, diretta e personalizzata, dei soggetti affetti da malattie rare e croniche». Su questa tema la proposta del governo giallo-verde è particolarmente innovativa: «Le prime vittime di un sistema sociale imperniato sull’utilitarismo e sul profitto, insieme ai disabili a qualsiasi titolo, diventano inevitabilmente gli anziani. È necessario rendere obbligatorio l’inserimento di una rappresentanza significativa dei pazienti (diretta o dei familiari) ai vertici gestionali delle strutture assistenziali dedicate all’età avanzata direttamente inserite nel SSN o per le strutture convenzionate. Solo il controllo diretto e capillare degli interessati può garantire il rispetto di quei parametri di civiltà del vivere, troppo spesso disattesi in strutture che frequentemente si configurano come atroci terminali di “esistenze non più funzionali al sistema”, piuttosto che ambienti dove avviarsi serenamente e con dignità al naturale concludersi della propria esperienza di vita».
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