Secondo un nuovo studio incentrato sulla forza lavoro britannica e americana, l’intelligenza artificiale potrebbe consentire a milioni di lavoratori di passare alla settimana lavorativa di quattro giorni entro il 2033
Si teme tanto che le nuove tecnologia basate sull’intelligenza artificiale possano “rubare” posti di lavoro, quando in realtà potrebbero rendere meno faticose le nostre mansioni. Secondo un nuovo studio incentrato sulla forza lavoro britannica e americana, l’intelligenza artificiale potrebbe consentire a milioni di lavoratori di passare alla settimana lavorativa di quattro giorni entro il 2033. Il rapporto del Think tank Autonomy ha rilevato che gli incrementi di produttività previsti dall’introduzione dell’intelligenza artificiale potrebbero ridurre la settimana lavorativa da 40 a 32 ore per il 28% della forza lavoro, 8,8 milioni di persone in Gran Bretagna e 35 milioni negli Stati Uniti, mantenendo al contempo retribuzioni e prestazioni.
La settimana di quattro giorni lavorativi è un obiettivo che potrebbe essere raggiunto introducendo modelli linguistici di grandi dimensioni, come ChatGPT, nei luoghi di lavoro per implementare l’attività e creare più tempo libero. Secondo Autonomy, una politica di questo tipo potrebbe anche contribuire a evitare la disoccupazione di massa e a ridurre le malattie mentali e fisiche diffuse. “In genere gli studi sull’IA, sui grandi modelli linguistici e così via, si concentrano esclusivamente sulla redditività o sull’apocalisse occupazionale, questa analisi cerca di dimostrare che quando la tecnologia viene impiegata al massimo delle sue potenzialità e rivolta ad uno scopo preciso, può non solo migliorare le pratiche lavorative, ma anche l’equilibrio tra lavoro e vita privata”, ha dichiarato Will Stronge, direttore della ricerca di Autonomy.
La ricerca ha rilevato che 28 milioni di lavoratori, ovvero l’88% della forza lavoro della Gran Bretagna, potrebbero veder ridotto il proprio orario di lavoro di almeno il 10% grazie all’introduzione degli LLM. Le autorità locali di City of London, Elmbridge e Wokingham sono tra quelle che, secondo il Think tank Autonomy, presentano il potenziale più elevato per i lavoratori, con il 38% o più della forza lavoro in grado di ridurre il proprio orario nel prossimo decennio. Uno studio simile condotto negli Stati Uniti, sempre da Autonomy, ha rilevato che 35 milioni di lavoratori americani potrebbero passare a una settimana di quattro giorni nello stesso arco di tempo. È emerso che 128 milioni di lavoratori, pari al 71% della forza lavoro, potrebbero ridurre il proprio orario di lavoro di almeno il 10%. In Stati come il Massachusetts, lo Utah e Washington è stato riscontrato che un quarto o più della loro forza lavoro potrebbe passare a una settimana di quattro giorni grazie alle LLM.
“La nostra forza lavoro sta subendo cambiamenti sostanziali dovuti all’intelligenza artificiale e all’automazione; pertanto, sarà necessaria un’azione governativa per garantire che i guadagni di efficienza siano percepiti da tutti i lavoratori, indipendentemente dal settore o dal livello di competenza”, afferma Mark Takano, il deputato che ha presentato al Congresso degli Stati Uniti una proposta di legge sulla settimana lavorativa di 32 ore. Nel Regno Unito e negli Stati Uniti, lo studio condotto da Autonomy ha l’intento di suggerire ai datori di lavoro del settore pubblico e privato di sfruttare la significativa opportunità di diventare leader mondiali nell’adozione dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro e a considerarla come un’opportunità per migliorare la vita di centinaia di milioni di lavoratori. Il documento invita, inoltre, i responsabili politici ad agire in tale direzione. “Penso che sarebbe davvero impressionante la costruzione di una solida strategia industriale basata sull’IA, con centri di automazione in cui i sindacati, l’industria e gli esperti di questa tecnologia si riuniscano per aumentare la produttività; il che comporterebbe anche conseguenti miglioramenti per i lavoratori”, sottolinea Stronge.
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