A breve la ripresa della scuola, con l’obbligo del Green pass (o dell’esenzione) per il personale: arriva la nota tecnica dal Ministero e il chiarimento sulla gestione della privacy. I sindacati lamentano la norma sulle mense al chiuso
Dopo Ferragosto è il momento di pensare alla scuola. Tra poche settimane la campanella tornerà a suonare e il Ministero della Salute ha intenzione di riportare bambini e ragazzi sui banchi da subito. Per garantirne la sicurezza, il decreto legge dello scorso 6 agosto parla chiaro: Green pass obbligatorio per tutto il personale scolastico dal 1 settembre al 31 dicembre 2021 (data prevista per la fine dello stato di emergenza).
Per ulteriore conferma e chiarimento il Ministero dell’Istruzione ha provveduto a inviare una nota tecnica a dirigenti e coordinatori didattici delle istituzioni scolastiche, nonché alle organizzazioni sindacali, sul da farsi. «La norma di che trattasi – si legge innanzitutto – definisce al contempo un obbligo di “possesso” e un dovere di “esibizione” della certificazione verde».
Il personale scolastico in possesso della certificazione di esenzione e quello provvisto della certificazione verde Covid-19, «deve comunque continuare a mantenere le misure di prevenzione come il distanziamento, il corretto utilizzo delle mascherine, l’igiene delle mani, nonché il rispetto delle condizioni previste per i luoghi di lavoro e per i mezzi di trasporto».
Resta il nodo che riguarda il personale dei servizi educativi dell’infanzia, a cui la nota tecnica dedica un paragrafo. «La questione che riguarda personale non dipendente da questo Ministero è controversa e se ne auspica il chiarimento in fase di conversione del decreto-legge – si precisa nel documento -. Tuttavia, con la valenza del parere tecnico da più parti sollecitato, considerata la specificità dei destinatari di detti servizi, ovvero bambini non assoggettabili alla vaccinazione e impossibilitati all’uso della mascherina e, soprattutto, considerato il tenore letterale del successivo comma 4 (”… i responsabili dei servizi educativi dell’infanzia… sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni di cui al comma 1….”), anche per il personale dei servizi educativi dell’infanzia si ritiene valga la necessità di possedere e di esibire la certificazione verde Covid-19, dal 1° settembre 2021 e fino al 31 dicembre 2021».
Sul controllo del Green pass per i dirigenti scolastici si specifica che «non risulta necessario acquisire copia della certificazione del dipendente, a prescindere dal formato in cui essa sia esibita, ritenendosi sufficiente la registrazione dell’avvenuto controllo con atto interno recante l’elenco del personale che ha esibito la certificazione verde e di quello eventualmente esentato. Si ritiene in tal modo contemperato l’orientamento in materia del Garante della Privacy».
Il sindacato dei presidi, DirigentiScuola, ha sottoscritto il Protocollo sicurezza ma ha chiesto ulteriori garanzie al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi. «Abbiamo condiviso l’obbligo vaccinale del personale – ha chiarito Attilio Fratta, presidente DirigentiScuola – evidenziando però criticità sulle vaghe misure di distanziamento e di aerazione. Abbiamo quindi sottoscritto il protocollo, ponendo come condizione essenziale un’apposita circolare esplicativa sulle modalità di controllo del green pass con sgravio di adempimenti burocratici a carico dei dirigenti. Le responsabilità e i rischi dei dirigenti – ha continuato – sono già estremamente elevati, per questo chiediamo ampie garanzie sulle modalità di ispezione».
Il presidente Fratta, commentando la questione sollevata da alcuni sindacati a causa dell’inserimento nel protocollo dei tamponi gratuiti per chi non fosse vaccinato, ha sostenuto: «Questa manovra non andrà in aiuto dei no vax, ma aiuterà il sistema scolastico a non fermarsi, permettendo anche ai soggetti più fragili di entrare a scuola. Come scritto esplicitamente nel protocollo, sarà ogni singola scuola a scegliere chi avrà la possibilità di tamponarsi gratuitamente. La polemica nata non ha ragione d’esistere».
Settembre porta il ritorno in ufficio anche per i lavoratori e si discute sull’ultimo chiarimento di Palazzo Chigi che vede l’obbligo di Green pass per la consumazione al lavoro nei locali adibiti a mense aziendali. «Per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde Covid 19, analogamente a quanto avviene nei ristoranti. A tal fine, i gestori dei predetti servizi sono tenuti a verificare le certificazioni verdi Covid-19 con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri», si legge.
Immediate le lamentele dei sindacati, che protestano per non essere stati avvertiti prima dell’obbligo o coinvolti in un accordo. Nella nota inviata al Viminale da Domenico Pianese, segretario generale del sindacato di Polizia Coisp, si legge: «L’introduzione obbligatoria, senza prevedere alcuna soluzione alternativa per chi non lo ha e non può farlo, è una grave lesione dei diritti dei lavoratori. Aver introdotto questa misura senza neppure dare un lasso di tempo ragionevole per dare a tutti la possibilità di scaricare il green pass sta creando molti problemi tra i colleghi: si pensi, ad esempio, che alcuni agenti inviati a Roma questa mattina per fare servizio di ordine pubblico, non hanno potuto scaricare il pass e resteranno tutto il giorno a digiuno perché non sarà garantito loro l’accesso alla mensa. Ancora una volta, dunque, si relegano le donne e gli uomini della Polizia di Stato a cittadini di serie B con sempre meno diritti e sempre più doveri. L’introduzione di una simile disposizione senza un preventivo confronto – continua la nota – rappresenta una grave superficialità».
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