Quali e quanti sono i test per la diagnosi di Covid-19? Le differenze tra molecolari, antigenici e sierologici. Sui salivari ancora dubbi dall’Istituto Spallanzani: le due soluzioni esaminate avrebbero dei difetti
Novità sui test salivari antigenici per Covid-19 dall’Istituto Spallanzani di Roma: un parere favorevole e uno contrario. Nel centro romano sono stati analizzati due test e i risultati sono stati già trasmessi al ministro della Salute Roberto Speranza, che dovrà quindi decidere se e come utilizzarli. Una delle due soluzioni necessita di un laboratorio per le analisi, mentre l’altro “a saponetta” risulterebbe meno performante.
«Per quanto riguarda i test salivari antigenici – è scritto sul sito dello Spallanzani – il nostro laboratorio ha testato due soluzioni. La prima ha mostrato livelli di sensibilità simili a quelli dei tamponi antigenici rapidi, ma il test deve essere effettuato in laboratorio, quindi, a meno che non si attivino unità di laboratorio presso i punti dove viene effettuato il prelievo, non è utilizzabile in contesti di screening rapido (es. aeroporti) dal momento che tra prelievo del campione, trasporto e accettazione in laboratorio, esecuzione del test e refertazione, i risultati, seppur più veloci ad ottenersi rispetto al test molecolare, non sono immediati».
«La seconda soluzione – si legge ancora – invece è a lettura visiva (la cosiddetta “saponetta”), non richiede strumentazione di laboratorio, può essere quindi utilizzata fuori dai laboratori e dà i risultati in pochi minuti, ma applicata alla saliva (contesto diverso da quello per cui è certificato, cioè tampone), ai primi test effettuati sembrerebbe risultare meno performante rispetto al test molecolare standard».
Rispetto all’inizio della pandemia, ora ci sono tipologie molto diverse di test per trovare Covid-19. In cosa differiscono i test sierologici dagli antigenici attualmente in uso in aeroporto? I tamponi sono ancora il metodo più sicuro? Lo Spallanzani ha aiutato a distinguere le varie tipologie e a comprenderne gli utilizzi.
Il test molecolare è il più noto “tampone”. Utilizzato anche per quantificare i nuovi casi in tutto il Paese è, ad oggi, ancora il test più affidabile per diagnosticare il nuovo coronavirus. Un lungo bastoncino simile a un cotton-fioc viene inserito nelle vie respiratorie del soggetto, nella mucosa naso-faringea e oro-faringea. Il campione prelevato viene quindi analizzato con metodi molecolari di real-time per l’amplificazione dei geni. Per processare i tamponi sono necessari laboratori altamente specializzati e dalle due alle sei ore.
I test antigenici, di cui si è parlato molto negli scorsi mesi, verificano invece la presenza di proteine virali nei campioni respiratori del paziente. La raccolta si svolge sempre con un tampone naso-faringeo, ma i tempi di risposta sono molto più brevi: circa 15 minuti. Noto anche come “tampone rapido”, in quanto dispone di una versione effettuabile al sito del prelievo (POTC), è attualmente in uso negli aeroporti per gli screening veloci. La sua sensibilità è però inferiore rispetto al test molecolare, pertanto una positività rilevata con antigenico ha necessità di essere confermata con il tampone “classico”.
I test di tipo sierologico o anche immunologico per Covid-19, rilevano nel sangue la presenza di anticorpi specifici che il corpo umano produce in risposta all’infezione. A differenza dei test precedenti, che analizzano invece le secrezioni respiratorie per trovare virus o proteine. I sierologici possono trovare la tipologia di anticorpi (IgG, IgM o IgA) e la loro quantità. Il sierologico “classico” richiede un prelievo di sangue venoso e viene effettuato in specifici laboratori, con qualche ora di tempo.
Nella versione “rapida” i principi utilizzati sono gli stessi ma “semplificati” e forniscono solo risposte quantitative sulla presenza di anticorpi specifici per il virus. Si tratta di test di semplice esecuzione, utilizzati anche da medici e distretti sanitari per lo screening volontario degli insegnanti. La modalità è quella del pungidito, la risposta arriva in 15 minuti e non necessitano di laboratorio. Una goccia di sangue viene depositata sul dispositivo e la presenza del virus si verifica con la presenza di una banda colorata o di un segnale fluorescente. L’affidabilità è molto variabile e l’Oms non ne raccomanda l’utilizzo.
I sierologici non sono in grado di stabilire se ci sia un’infezione in corso o meno, ma solo se il paziente è entrato in contatto con il virus. Il corpo impiega alcuni giorni dopo l’infezione per produrre gli anticorpi specifici, che rimangono in circolazione per qualche tempo dopo il superamento della malattia. È più facile che risulti positiva una persona che ha l’infezione in corso da tempo e l’ha superata, rispetto a una persona appena infettata.
Quest’ultima tipologia di test per trovare Covid-19, è stata di recente proposta sul mercato come metodologia alternativa, in quanto permette di analizzare un campione di saliva. È un tipo di prelievo meno invasivo rispetto agli altri e potrebbe essere utile per testare un vasto numero di persone. Anche i test salivari possono essere di tipo antigenico o molecolare.
I salivari molecolari, testati allo Spallanzani, non hanno processività elevata e si riesce a effettuarne solo otto per volta, con un’ora circa di analisi. Potrebbe essere utilizzato per confermare i casi urgenti di positività con i test antigenici. I salivari antigenici, invece, hanno dato le due soluzioni illustrate all’inizio. Pertanto per il momento, le strade da percorrere con questa opzione sono ancora poche.
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