In occasione della II Assise Nazionale HappyAgeing sull’immunizzazione dell’adulto e dell’anziano, un dialogo tra il presidente del CTS Conversano e tanti professionisti sui risultati da raggiungere per la stagione fredda e sul nuovo approccio per avvicinare la popolazione a vaccini come influenza, pneumococco e Herpes Zoster
I numeri della pandemia ce lo hanno insegnato: l’Italia è uno dei paesi più longevi del mondo e questa caratteristica ha portato il virus ad abbattersi con maggiore violenza su di noi. Nel 2019 secondo Eurostat eravamo al secondo posto dopo la Spagna per speranza di vita eppure ora abbiamo perso quasi un anno di aspettativa di vita alla nascita, per alcune regioni anche di più. Avere tanti anziani significa fare i conti con l’immunosenescenza, quella risposta fisiologica minore verso le malattie infettive che si associa a un maggiore rischio di complicanze. Difficoltà che si devono combattere con una massiccia attività di immunizzazione, a cui era dedicata la II Assise Nazionale HappyAgeing oggi a Roma nel Centro Congressi Frentani.
A dialogare con il presidente del CTS di HappyAgeing, Michele Conversano, un folto gruppo di professionisti tra cui assessori alla Sanità e responsabili delle prevenzione per Puglia, Lazio e Lombardia, insieme a rappresentanti dei principali sindacati con l’intervento virtuale del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
La riflessione ha preso le mosse dall’attualità con la vaccinazione anti-Covid, che ha messo al sicuro gli over 80 nei primi mesi di somministrazioni, per estendersi poi anche alle altre necessità di prevenzione segnalate nel position paper HappyAgeing sulle “Vaccinazioni dell’adulto-anziano nella stagione 2021/22”.
«Occorre continuare a promuovere la vaccinazione contro lo pneumococco e l’influenza che colpiscono l’apparato respiratorio particolarmente a rischio anche nell’infezione da Covid – ha spiegato Conversano – ma occorre anche prestare attenzione ai pericoli rappresentati dall’Herpes Zoster, che pur non colpendo questo apparato comprometterebbe sicuramente le condizioni dell’anziano rendendolo più vulnerabile».
L’influenza, terza causa di morte per patologia infettiva in Italia, è nota a tutti ma solo il 4,4% ammette di averne molta paura, mentre il 25,8% dei più anziani (con più di 75 anni) non la teme affatto. Allo stesso modo è opinione pubblica tra gli adulti-anziani che «lo pneumococco si possa curare con gli antibiotici» mentre relativamente allo Zoster in pochi conoscono la gravità delle conseguenze di una infezione.
HappyAgeing affronta dunque la necessità di sette passaggi fondamentali. In primis la chiamata attiva alla vaccinazione, che se non ricevuta costituisce un diritto negato per il cittadino. Ogni Regione dovrà in tal senso trovare il proprio modello organizzativo, partendo da antinfluenzale e passando poi a tutte quelle previste dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale.
Segue la necessità di obbligo vaccinale antinfluenzale per tutti gli operatori sanitari, com’è efficacemente stato per Covid-19. Sempre contro l’influenza sarà bene che le indicazioni per le campagne vaccinali giungano per tempo alle Regioni. Da qui l’ispirazione per uscire fuori dall’ambulatorio vaccinale ed estendere i benefici della vaccinazione in hub, ospedali ed RSA anche all’influenza.
A questo andrebbe ad aggiungersi il tanto richiesto AVN, anagrafe vaccinale nazionale. Con Covid-19 è stato dimostrato che si può tenere traccia e in breve tempo della copertura vaccinale nella popolazione, dunque il sistema può e deve essere allargato. «Serve qualcosa di più della somma di 21 anagrafi regionali, occorre un sistema nazionale, informatizzato, che permetta anche di monitorare l’offerta e le coperture vaccinali previste dai LEA e dai PNPV».
Infine l’innovazione deve tornare al centro: con nuove soluzioni organizzative e con un sistema vaccinale sempre più tecnologico e avanzato. In ultimo la comunicazione, che deve sempre essere corretta ed efficace. Quella della campagna vaccinale contro Covid ha dimostrato quanto sia facile gettare nello scompiglio le persone timorose. Se si tiene d’occhio il target e si comunica unitamente e con semplicità i “no vax” si riducono a un manipolo estremamente piccolo di persone convinte. “L’età non conta, il vaccino sì!” è la nuova campagna di comunicazione HappyAgeing, che segue esattamente questa direttiva.
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