Takeda, realtà leader nella farmaceutica, pronta a proseguire il suo impegno al fianco del professor Abenavoli. Il Direttore Lombardi: «Cure per noi scontate, in alcuni luoghi sono una fortuna: doveroso aiutare questi popoli»
L’appello alla cooperazione lanciato da Emergenza Sorrisi non cade nel vuoto. Tra i primi a raccoglierlo Takeda, realtà leader nel settore della farmaceutica, che da anni sostiene le missioni in Africa del professor Fabio Massimo Abenavoli e della sua equipe di volontari. Presente alla Camera dei Deputati, in occasione dei 10 anni di Emergenza Sorrisi, il gruppo Takeda ha infatti confermato la volontà di proseguire nel sostegno delle attività benefiche con un impegno sempre maggiore e vedendo di buon grado le numerose sinergie sviluppatesi in questi anni che saranno determinanti per dare sempre più slancio e incisività ai progetti dell’Ong. Questo è stato confermato anche da Alfredo Lombardi, direttore delle risorse umane, chiamato a rappresentare Takeda nell’appuntamento a Montecitorio.
Direttore, il decennale di Emergenza Sorrisi rappresenta un momento per fare il punto su quanto è stato fatto ma soprattutto su come portare avanti nuovi e vecchi progetti. In tal senso è stata sottolineata l’importanza delle sinergie.
«Ne siamo assolutamente convinti. Come azienda farmaceutica che ha il paziente al centro dei nostri pensieri non possiamo che essere vicini a un’organizzazione o a una persona come il Professor Abenavoli che dedica gran parte della propria attività, della propria passione, ad aiutare pazienti che non avrebbero la possibilità di accedere a determinate cure, a determinati trattamenti e che quindi riteniamo nostro dovere aiutare, proprio per consentire a queste persone di accedere a cose che spesso rischiamo di dare per scontate ma che per tanti sono una fortuna immensa».
Nel concreto Takeda in che modo partecipa alle iniziative di Emergenza Sorrisi?
«Io penso che sia molto importante fare cose senza vantarsene, quindi farle nel silenzio della propria attività secondaria. Ma nello stesso tempo bisogna devolvere una parte del valore che la nostra azienda produce a queste iniziative che meritano tutto il nostro sostegno».