Secondo un’analisi coordinata dall’Università Ca’ Foscari Venezia e pubblicata sul British Medical Journal, non è ancora possibile stabilire un legame causale tra social media e comportamenti relativi alla salute
Non sappiamo se e quanto i social media possono influire sui comportamenti degli utenti in tema di salute, come ad esempio le scelte vaccinali. Secondo un’analisi coordinata dall’Università Ca’ Foscari Venezia e pubblicata sul British Medical Journal, non è ancora possibile stabilire un legame causale tra social media e salute. I dati disponibili non sono sufficienti per collegare i contenuti fruiti sui social con i comportamenti quotidiani delle persone, come l’aderenza alle terapie, l’adozione di stili di vita sani o la partecipazione alle campagne vaccinali.
Le organizzazioni nazionali e internazionali che si occupano di salute pubblica hanno riconosciuto il ruolo cruciale dei social media nel dibattito pubblico e sono attivamente impegnate nell’informare, educare e contrastare le informazioni false o fuorvianti presenti sulle piattaforme. Tuttavia, secondo questa nuova analisi, la loro azione non può ancora basarsi su una comprensione completa dei meccanismi che favoriscono determinati comportamenti in seguito all’esposizione a contenuti sui social. “La relazione tra il consumo di informazioni sui social media e i comportamenti rimane un’importante area di studio”, afferma Fabiana Zollo, professoressa di Data science dell’Università Ca’ Foscari Venezia e prima autrice dell’analisi.
“Trarre conclusioni definitive è difficile poiché i dati a disposizione sono spesso insufficienti”, evidenzia Zollo. “La comprensione dell’effetto dei social media sui comportamenti delle persone – prosegue – richiede approcci metodologici rigorosi, senza i quali non è possibile dimostrare un nesso causale, nonostante questo venga spesso dato per scontato”. In particolare, l’analisi sottolinea l’importanza di avere un accesso ampio ai dati sulle interazioni degli utenti con i contenuti sui social media e di monitorare le loro azioni nel tempo attraverso studi longitudinali.
Secondo gli autori, il futuro progresso in questo ambito potrebbe rivelare meccanismi finora sconosciuti che influenzano il rapporto tra vita digitale e comportamenti con impatti sulla salute e il benessere individuale. Colmare questa lacuna nella conoscenza potrebbe migliorare le attività di informazione e comunicazione delle organizzazioni pubbliche, nonché potenziare la capacità di ascolto dei bisogni e delle preoccupazioni della popolazione. “È essenziale adottare un un approccio olistico per valutare l’impatto dei social media sui comportamenti legati alla salute”, evidenzia Zollo. “Dobbiamo studiare e comprendere le relazioni causali, identificare le popolazioni vulnerabili e considerare le differenze culturali per sviluppare interventi mirati e promuovere una collaborazione etica con le piattaforme digitali per un accesso esteso ai dati”, conclude.
Iscriviti alla Newsletter di Sanità Informazione per rimanere sempre aggiornato