Salute 6 Febbraio 2025 13:08

Ictus e fibrillazione atriale, chi usa il filo interdentale è meno a rischio

Lo studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) ha valutato l'uso domestico del filo interdentale attraverso un questionario proposto a oltre 6mila persone
Ictus e fibrillazione atriale, chi usa il filo interdentale è meno a rischio

Un gesto che richiede solo pochi minuti, come quello che si fa per passare il filo interdentale, ripetuto almeno una volta nell’arco di una settimana, può ridurre il rischio di non poche malattie. In particolare, si abbassa del 22% quello di ictus “ischemico”, evento causato da un coagulo che blocca il flusso sanguigno cerebrale e da battiti cardiaci irregolari, del 12% il rischio di fibrillazione atriale e del 44% quello di ictus cardioembolico (coaguli di sangue provenienti dal cuore). I dati sono emersi da uno studio preliminare presentato all’International Stroke Conference 2025 dell’American Stroke Association in corso fino a venerdì 7 febbraio a Los Angeles. “Un recente rapporto sulla salute globale ha rivelato che le malattie del cavo orale, come la carie non curata e le malattie gengivali, quali gengivite e parodontite, colpiscono 3,5 miliardi di persone (dati relativi al 2022)”, spiega l’autore principale dello studio Souvik Sen del Dipartimento di Neurologia, del Prisma Health Richland Hospital e della University of South Carolina School of Medicine di Columbia, South Carolina.

Atherosclerosis Risk in Communities

“Volevamo determinare quale aspetto dell’igiene orale, tra filo interdentale, spazzolino o visite regolari dal dentista, avesse il maggiore impatto sulla prevenzione dell’ictus”, aggiunge Sen. Lo studio Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) ha valutato l’uso domestico del filo interdentale attraverso un questionario proposto a oltre 6mila persone. Tra coloro che hanno dichiarato di usare il filo interdentale, 4.092 non avevano avuto un ictus e a 4.050 non presentavano segni di aritmia, in particolare di fibrillazione atriale (AFib). I ricercatori hanno analizzato il campione sul fronte di diversi parametri importanti come pressione alta, diabete, colesterolo alto, fumo, indice di massa corporea, istruzione, uso regolare dello spazzolino e visite dal dentista. Durante i 25 anni di follow-up, 434 partecipanti hanno avuto un ictus. Inoltre, in 1.291 partecipanti è stata rilevata la presenza di fibrillazione atriale. Ebbene, è emerso che l’uso del filo interdentale era associato a un rischio inferiore del 22% di ictus ischemico, del 44% di  ictus cardioembolico e del 12% di fibrillazione atriale.

La correlazione tra ictus e infiammazione orale

La riduzione del rischio associata era indipendente dall’uso regolare dello spazzolino e dalle visite dentistiche di routine o da altri comportamenti di igiene orale. Aumentando la frequenza dell’uso del filo interdentale il rischio di ictus si riduce ulteriormente. L’uso del filo interdentale è stato anche associato a una minore probabilità di carie e di malattia parodontale. Anche la riduzione del rischio di fibrillazione atriale è importante, infatti questa aritmia può portare a ictus, insufficienza cardiaca o altre complicazioni cardiovascolari. “I comportamenti di salute orale sono legati all’infiammazione e all’indurimento delle arterie. L’uso del filo interdentale può ridurre il rischio di ictus riducendo le infezioni e le infiammazioni orali – sostiene Sen -. Molte persone ritengono che  le cure dentistiche siano costose. Il filo interdentale è un’abitudine sana, facile da adottare, economica e accessibile  ovunque”, conclude.

 

 

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