Salute 20 Dicembre 2021 12:03

II trattamento topico delle dermatiti a rischio infezione

La combinazione gentamicina solfato/betametasone valerato si è dimostrata efficace e ben tollerata su un ampio spettro di affezioni allergiche e infiammatorie

II trattamento topico delle dermatiti a rischio infezione

La dermatite atopica (DA) e la dermatite da contatto, nelle due forme irritativa e allergica, rientrano nel gruppo delle “dermatiti eczematose”: si tratta di tre condizioni dermatologiche accomunate, dal punto di vista clinico e istopatologico, dalla presenza di una vescicola spongiotica [1]. Nel caso della dermatite atopica, si tratta di una malattia cutanea infiammatoria che s’inserisce in un quadro clinico sistemico, con manifestazioni anche respiratorie, oculari e gastrointestinali [1]. Si osserva raramente un esordio in età adulta; più spesso la malattia insorge in età pediatrica per poi recidivare anche nelle età successive: nell’adolescente e nell’adulto, sono tipiche le lesioni confinate alle pieghe e in sede periorifiziale; il sintomo principale è il prurito [1].

Molto diffuse in ambito lavorativo e tra i soggetti di età compresa tra i 30 e i 50 anni, le dermatiti da contatto sono reazioni cutanee infiammatorie indotte dall’esposizione ad agenti ambientali [1], come solventi, prodotti chimici industriali, ma anche sostanze comuni come candeggina, alimenti acidi, urina e saliva [2].
Dal punto di vista clinico e patogenetico, si distinguono due forme di dermatite da contatto: la forma irritativa, più comune, e la forma allergica [1]. La dermatite da contatto di tipo allergico è invece dovuta a un meccanismo di ipersensibilità ritardata cellulo-mediata [1]. La forma irritativa e la forma allergica si pongono in diagnosi differenziale tra loro, anche se l’una non esclude l’altra [1].

Sia nel caso della dermatite atopica sia nel caso della dermatite da contatto, una delle complicanze più frequenti è rappresentata dalle sovrainfezioni, tipicamente infezioni batteriche, soprattutto da Staphilococcus aureus, ma anche virali e fungine [1]. Per questo motivo, sono accumunate dalle indicazioni terapeutiche: nella fase di acuzie, il trattamento prevede l’applicazione di corticosteroidi
topici, associati a antisettici e/o antibiotici in caso di sovrainfezione [1]. Le combinazioni gentamicina solfato/betametasone valerato in crema 0,1% + 0,1% o 0,1% + 0,5% sono indicate nel trattamento topico delle dermatosi allergiche o infiammatori e secondariamente
infette o quando esista la minaccia di infezione, quali: eczema atopico, eczema infantile, eczema
nummulare e dermatite da contatto [3]. La formulazione 0,1% + 0,5%, è particolarmente indicata nella terapia di mantenimento delle
dermatosi gravi o resistenti una volta ottenuto un adeguato miglioramento con la formulazione 0,1% + 0,1%, e per il trattamento di dermatosi meno gravi o meno resistenti, particolarmente in quelle che colpiscono estese zone del corpo o quelle croniche che richiedono una terapia prolungata [3].

Il betametasone 17-valerato è altamente efficace nel trattamento topico delle dermatosi che rispondono alla terapia corticosteroidea. La soppressione della reazione infiammatoria, inoltre, è associata a un controllo pronto e prolungato del prurito, dell’eritema e dell’infiltrazione [3]. La riduzione del grattamento diminuisce così le probabilità di esacerbazione delle lesioni e dell’instaurarsi di infezioni secondarie [3]. La gentamicina è un antibiotico ad ampio spettro che si è dimostrato altamente efficace nel trattamento topico delle infezioni batteriche primarie e secondarie della cute. Tra i batteri sensibili alla gentamicina sono compresi lo Staphylococcus aureus (ceppi coagulasi positivi, coagulasi negativi e produttori di penicillinasi), i batteri Gram-negativi, Pseudomonas aeruginosa, Aerobacter aerogenes, Escherichia coli, Proteus vulgaris e Klebsiella pneumoniae [3].

Infine, la combinazione gentamicina solfato/betametasone valerato in crema è risultata ben tollerata e reazioni avverse sono state riportate molto raramente [3]. Negli studi di tossicità cronica e durante le sperimentazioni cliniche non si sono mai evidenziati fenomeni atti a far supporre potenzialità cancerogenetica. I risultati delle prove di cutireazione effettuate in clinica hanno dimostrato che la
gentamicina non è un irritante primario e ha un basso indice di sensibilizzazione cutanea [3].

Bibliografia
1. Papini M, Russo A. Dermatiti allergiche e irritative (atopica, irritativa e allergica da contatto). In Infezioni
Cutanee dalla Diagnosi al Trattamento – SIMG 2017
2. Gianni C. Trattamento topico dell’eczema e delle sue più comuni complicanze infettive. Rivista Società
Italiana di Medicina Generale N.6 VOL.25 2018
3. Gentalyn Beta – RCP

 

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